• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00887    premesso che:     la «Via Francigena» è un antico itinerario che attraversa l'Europa, le cui origini risalgono al Medioevo. Il percorso, fissato intorno al 990...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00887presentato daROCCHI Maria Graziatesto diMercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   La VII Commissione,
   premesso che:
    la «Via Francigena» è un antico itinerario che attraversa l'Europa, le cui origini risalgono al Medioevo. Il percorso, fissato intorno al 990 dall'arcivescovo Sigerico in ottanta tappe e conservato in un documento storico alla British Library di Londra, parte da Canterbury arriva a Roma, inserendosi nei tracciati definiti «romei» che raggiungevano la capitale della cristianità;
    la via percorre la contea del Kent, arriva alla Manica, prosegue lungo le regioni francesi Nord-Pas de Calais, Picardie, Champagne-Ardenne, Franche-Comtè, varca la frontiera Svizzera nel cantone di Vaud e, in Italia, si snoda attraverso le regioni Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio;
    la Francigena, arteria di commercio e di pellegrinaggio, divenne nel corso dei secoli una via di collegamento importantissima tra il nord e il sud Europa e un fecondo terreno di scambio culturale ed economico. Si tratta di un itinerario non costituito da un unico tracciato, ma da un intreccio di strade e sentieri che si sviluppavano in relazione ai differenti contesti e mutamenti storici, economici e sociali. Un itinerario quindi in cui i luoghi sacri (cattedrali e chiese) si intrecciano con le testimonianze di vita comune come grance, granai, ponti fortificati, ospedali, stazioni di posta, cisterne, mulini, antiche locande;
    grazie ad un ampio ventaglio di documentazioni storiche, ben riscontrabili sul terreno, la via Francigena rappresentò un formidabile canale di collegamento per i pellegrinaggi diretti verso i luoghi della cristianità e, oltre mare, verso Gerusalemme. I pellegrini provenienti dal nord percorrevano la via per dirigersi a Roma e proseguendo lungo la via Appia, rinominata successivamente via Francigena del Sud, verso i porti pugliesi dove s'imbarcavano verso la Terrasanta. Chi da Roma decideva di incamminarsi verso sud poteva scegliere percorsi diversi che in genere si riunivano in due importanti «nodi»: Capua e Benevento. Da qui la direttrice più battuta era l'Appia Traiana, che conduceva verso i porti della Puglia: Siponto, Bari, Egnazia, Brindisi, Otranto, «finis italiae». Un itinerario formidabile, che di fatto si snoda fino a Santa Maria di Leuca laddove Adriatico e Mediterraneo si incontrano, definendo un percorso di incredibile bellezza e potenzialmente di attrazione turistico-culturale;
    nel 1994, su iniziativa del Ministero del turismo italiano, il Consiglio di orientamento degli itinerari culturali del Consiglio d'Europa decise di raccomandare l'elezione della via Francigena a itinerario culturale;
    il 21 aprile 1994, la direzione educazione, cultura e sport del Consiglio d'Europa ha ufficializzato il riconoscimento di itinerario culturale della via Francigena (protocollo n. 459 del 4 maggio 1994);
    il 9 dicembre 2004 il Consiglio d'Europa ha dichiarato la via Francigena «grande itinerario culturale del Consiglio d'Europa» ai sensi della risoluzione (98) 4, adottata dal Comitato dei ministri il 17 marzo 1998. La definizione «grande itinerario culturale» fa riferimento a temi pan-europei definiti in più progetti di varie regioni europee con una cooperazione di lunga durata in più campi d'azione, riunendo abilità interdisciplinari;
    nel corso degli ultimi anni il percorso italiano della via Francigena è stato oggetto di interventi pubblici, di aggiornamenti normativi, di progetti locali. Per quanto riguarda le iniziative di carattere nazionale si ricordano:
   la legge n. 270 del 1997, concernente il piano degli interventi di interesse nazionale relativi a percorsi giubilari e pellegrinaggi in località al di fuori del Lazio, varata in occasione del Giubileo del 2000;
   il progetto, inaugurato nel 2007, promosso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, relativo a una mappatura dei prodotti agroalimentari e delle strutture agrituristiche lungo l'itinerario;
   l'istituzione nel 2007, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di una Consulta per gli itinerari culturali, storici e religiosi e di un Comitato scientifico della Consulta, organo tecnico-operativo con il compito di deliberare il programma delle attività e adottare gli atti di indirizzo;
   il progetto, inaugurato nel 2008, del Ministero per i beni e le attività culturali che ha dotato alcuni tracciati originari presenti sul territorio italiano (972 chilometri) di una segnaletica adeguata (circa 6.000 cartelli, circa uno ogni 500 metri);
   la legge n. 9 del 2014, all'articolo 13, comma 24, che ha finanziato progetti (promossi da comuni da 5 mila a 150 mila abitanti) «per il coordinamento dell'accoglienza turistica tramite la valorizzazione di aree territoriali di tutto il territorio nazionale, di beni culturali e ambientali, nonché il miglioramento dei servizi per l'informazione e l'accoglienza dei turisti». Tale norma (i cui termini relativi alla scadenza dei bandi sono stati poi prorogati con la legge n. 302 del 2014) ha incentivato molti enti territoriali, posti lungo la via Francigena, a presentare dei progetti legati all'itinerario, dall'accoglienza alla valorizzazione dei siti culturali;
   la legge n. 83 del 2014 che presenta norme che si ispirano direttamente alla valorizzazione della via Francigena a partire dalla semplificazione dei progetti a valenza interregionale e dall'affido gratuito dei beni demaniali, non utilizzati e presenti lungo l'itinerario, destinati al supporto logistico ed informativo e con funzioni ricettive;
    a queste iniziative vanno poi aggiunti gli interventi promossi dagli enti locali territoriali, nei differenti livelli istituzionali, come i finanziamenti stanziati da alcune regioni che hanno creduto particolarmente nella valorizzazione dell'itinerario quale volano di sviluppo locale:
   la regione Toscana ha investito negli ultimi cinque anni, per un tratto complessivo di 370 chilometri, 16 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza del tracciato, per l'ammodernamento delle strutture ricettive e campagne di comunicazione;
   la regione Lazio (con i fondi del progetto europeo Certess) ha stanziato risorse per la manutenzione ordinaria dei percorsi e della relativa segnaletica, per promuovere servizi di accoglienza e di logistica e per realizzare progetti editoriali per incentivare una migliore fruizione degli itinerari;
   sono inoltre previsti interventi specifici, promossi dalle regioni interessate (Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Piemonte, Regione Puglia anche per quanto concerne inoltre la via Francigena del Sud, approvando il tracciato ufficiale dai Monti Dauni fino a Brindisi con il doppio vincolo di valorizzazione turistica integrata dei beni culturali e di vincolo paesaggistico) per la qualificazione della rete degli uffici di informazione e accoglienza turistica lungo il percorso; per la realizzazione di una segnaletica coordinata; per azioni promo-pubblicitarie sui mercati interno ed estero; per interventi di formazione rivolti a operatori turistici, guide, addetti all'informazione turistica; per il sostegno alla qualificazione dei servizi offerti da consorzi turistici, per la realizzazione di eventi di grande richiamo;
    sono stati sottoscritti accordi di programma, sia nazionali che internazionali, per una valorizzazione dei territori interessati dalla via Francigena, come ad esempio:
   il protocollo di collaborazione firmato nel mese di ottobre del 2014 dai rappresentanti delle regioni europee coinvolte: Kent (Regno Unito); Nord-pas-de-Calais, Picardie, Champagne-Ardenne, Franche-Comtè (Francia); Cantone Vaud, Cantone Vallese (Svizzera); Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio (Italia);
   l'istituzione di un tavolo tecnico istituzionale permanente promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con le regioni coinvolte per definire una governance unica del progetto «sulla via Francigena»;
   la sottoscrizione, nel mese di marzo 2015, di un protocollo d'intesa a sostegno dello sviluppo e della promozione della via Francigena, da parte di sindaci dei 17 comuni del Lazio a nord di Roma, interessati dal percorso;
   la via Francigena del Sud è già presente nell'itinerario approvato dall'assemblea generale dell'Associazione europea delle vie francigene tracciato con la collaborazione della Società geografica italiana, partner scientifico coinvolto nella predisposizione del dossier di candidatura al riconoscimento ufficiale della via Francigena del Sud quale Itinerario culturale del Consiglio d'Europa;
    la via Francigena è stata oggetto, nell'attuale legislatura, di numerosi e diversificati atti ed iniziative parlamentari tra cui:
   la presentazione di proposte di legge per promuoverne la valorizzazione e la fruizione sia alla Camera dei deputati (A.C. 294) sia al Senato (A.S. 450);
   l'approvazione alla Camera dei deputati di ordini del giorno specifici che impegnano il Governo: (n. 9/02426-A/004) a «riconoscere l'antico  percorso italiano della via Francigena quale risorsa culturale, ambientale e turistica di primaria valenza pubblica nazionale»; «a promuovere, con norme specifiche, finanziamenti pubblici adeguati e protocolli d'intesa finalizzati fra soggetti privati ed enti territoriali interessati, la tutela, la valorizzazione dalla via Francigena, attraverso interventi di recupero, manutenzione e promozione del patrimonio storico-culturale, spirituale e ambientale e di riqualificazione del patrimonio ricettivo esistente»; (n. 9/02426-A/012) «ad attivarsi per lo stanziamento di risorse finalizzate a completare l'individuazione del percorso denominato “Via Francigena”, quale itinerario storico, culturale e religioso»; «a realizzare una segnaletica completa e uniforme che consenta di percorrere l'itinerario, anche a piedi, nell'intero territorio italiano»;
   la costituzione di un intergruppo parlamentare a sostegno della «via Francigena» al quale hanno aderito 37 tra deputati e senatori di diversi orientamenti politici;
    la Convenzione per la tutela del patrimonio culturale e naturale è un trattato internazionale adottato dalla Conferenza generale dell'Unesco il 16 novembre del 1972 con il compito di definire il patrimonio mondiale attraverso l'adozione di una lista che raccolga i beni considerati d'interesse eccezionale e di valore universale per l'umanità;
    a tale convenzione, per ciò che concerne il patrimonio «materiale», l'ordinamento nazionale ha aderito con la legge n. 184 del 1977 «Ratifica della Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale, naturale dell'umanità»;
    il decreto n. 4195 del 24 maggio 2007 «disciplina la composizione, i compiti e le funzioni della Commissione nazionale italiana per l'Unesco»;
    la procedura concordata per l'invio di candidature nelle liste e nei network dell'Unesco è stata approvata nella seduta del consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l'Unesco il 6 maggio del 2011;
    si è costituito nel 2010 presso il Ministero per i beni e le attività culturali, il gruppo di coordinamento per la candidatura della via Francigena per l'iscrizione nella lista del patrimonio materiale mondiale dell'Unesco formato da rappresentanti dello stesso ministero, delle regioni Toscana e Lazio, delle province di Siena e Pavia, dell'Associazione europea delle vie francigene e del parco della Val d'Orcia;
    nell'anno in corso il comune di Fidenza, città nella quale ha sede l'Associazione europea delle vie francigene, ha parallelamente avviato un proprio percorso per l'inserimento del duomo cittadino quale patrimonio mondiale nell'ambito del più vasto progetto di candidatura della via Francigena nella lista del patrimonio tutelato dall'Unesco, e in tale iniziativa, alla quale la regione Emilia-Romagna ha dato la propria adesione, è stato coinvolto il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
    ad oggi non risultano ulteriori notizie ufficiali relative all'iter della candidatura che prevede successivamente l'analisi della proposta da parte della Commissione nazionale italiana per l'Unesco (una struttura interministeriale – a cui partecipano rappresentanti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) e la successiva redazione di una documentazione di sostegno alla candidatura stessa che necessita di un dossier ed un piano di gestione;
    l'antico cammino di fede corrisponde dunque pienamente ai recenti indirizzi assunti dall'Unesco che ha deciso di privilegiare, per l'assegnazione del riconoscimento a bene immobile dell'umanità, proprio questa tipologia di candidature (come risulta peraltro dagli ultimi siti italiani premiati: «La ferrovia retica nel paesaggio dell'Albula e del Bernina»; «Dolomiti»; «I longobardi in Italia. Luoghi di potere»; «Siti palafitticoli preistorici delle alpi»; «Ville medicee»; «Monte Etna»; «Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe – Roero e Monferrato»);
    tale candidatura, inoltre, interessa non solo una nazione ma più Paesi. Sarebbe quindi opportuno, come già accaduto in passato, che il Governo italiano collaborasse attivamente con gli altri stati interessati al fine di definire una candidatura unitaria;
    la candidatura della via Francigena è un significativo volano per promuovere e valorizzare l'Italia come un vero e proprio «museo diffuso» ampliando e diversificando l'offerta dei flussi turistici tradizionali, favorendo una fruizione lenta, sostenibile, integrabile con le tante e diverse peculiarità delle realtà territoriali;
    la candidatura della via Francigena rappresenta anche un'occasione per dare impulso ad una corretta conservazione, fruizione e promozione del patrimonio storico e artistico dei molteplici monumenti che caratterizzano l'intero l'itinerario. Senza dimenticare che il percorso, nato come itinerario religioso, può anche divenire un'occasione straordinaria e irripetibile di arricchimento culturale, di valorizzazione delle ricchezze paesaggistiche e di riscoperta del vasto patrimonio enogastronomico e artigianale locale. Uno strumento irrinunciabile quindi per un turismo non invasivo, compatibile con le risorse indigene attento all'ambiente e capace di strutturarsi in flussi omogenei lungo un vasto arco temporale;
    la via Francigena è una risorsa importante per l'economia di intere regioni (in Toscana, ad esempio, crea ad oggi un volume di affari annuo di 16 milioni di euro, 400 posti di lavoro e 150 mila visitatori ed anche di moltissimi centri minori che potranno beneficiare della vicinanza con l'itinerario), sono infatti circa 800.000 i potenzali visitatori annui: pellegrini in primo luogo attirati dai luoghi spirituali e religiosi presenti lungo il percorso (la via Francigena si inserisce infatti nell'ambito delle tre « peregrinationes maiores») ma anche dal turismo enogastronomico e sportivo. In questa direzione è necessaria una completa ed efficace messa in sicurezza del tracciato per la mobilità dolce (biciclette, passeggiate a piedi e a cavallo), una segnaletica efficiente e visibile e la presenza di strutture ricettive convenzionate. La realizzazione di questi progetti rappresenterebbe quindi un'occasione straordinaria di valorizzazione del patrimonio esistente, un esempio di accoglienza, un'opportunità di crescita economica locale a basso impatto ambientale ed un esempio concreto di uno sviluppo turistico sostenibile capace di valorizzare un rapporto rinnovato tra visitatori e comunità;
    l'8 dicembre 2015 Papa Francesco ha aperto il Giubileo che si concluderà nel mese di dicembre 2016. L'Anno Santo, oltre a rappresentare una opportunità di crescita economica ed occupazionale (nel 2000, l'anno dell'ultimo Giubileo, l'Italia registrò una crescita record del Pil del 2,9 per cento; il tasso di disoccupazione calò di un punto percentuale; solo a Roma la presenza di turisti e pellegrini portò circa 13 mila miliardi di lire, 2 mila miliardi in più rispetto al 1999) è inevitabilmente una opportunità strategica ed irrinunciabile, oltre che un evento dagli innumerevoli valori simbolici, per veicolare e rafforzare la candidatura della via Francigena,

impegna il Governo:

   a presentare il progetto di candidatura per l'inserimento della «Via Francigena» nella lista rappresentativa del patrimonio culturale materiale dell'umanità dell'Unesco, d'intesa con gli altri Paesi europei interessati dal tracciato ed in relazione a quanto esposto in premessa, al fine di dare continuità alle iniziative, agli stanziamenti, ai protocolli d'intesa ed ai progetti già messi in atto dai soggetti preposti nel corso degli ultimi anni;
   a presentare in Parlamento una relazione sul lavoro dei soggetti istituzionali preposti e sulle fasi di avanzamento della candidatura della «via Francigena» nella lista rappresentativa del patrimonio culturale materiale dell'umanità dell'Unesco;
   ad inserire nella prossima iniziativa normativa utile, anche in previsione del Giubileo che si è aperto nel mese di dicembre 2015, norme specifiche e finanziamenti adeguati per la valorizzazione e la fruizione della «via Francigena», concordati preventivamente con il gruppo di coordinamento per la candidatura, la Commissione nazionale italiana per l'Unesco e con le istituzioni territoriali competenti.
(7-00887) «Rocchi, Cenni, Terrosi, Romanini, Stella Bianchi, Beni, Pellegrino, Incerti, Manzi, Patrizia Maestri, Gandolfi, Marguerettaz, Verini, Catania, Venittelli, Capone, Albini, Dallai».