Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/05085 DI BIAGIO, COLLINA - Ai Ministri dello sviluppo economico e degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:
a seguito dell'accordo firmato il 6 febbraio 2010, a...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-05085 presentata da ALDO DI BIAGIO
martedì 19 gennaio 2016, seduta n.562
DI BIAGIO, COLLINA - Ai Ministri dello sviluppo economico e degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:
a seguito dell'accordo firmato il 6 febbraio 2010, a Roma, tra l'Italia ed il Montenegro, i due Paesi hanno definito un rapporto di collaborazione strategica, nel cui ambito, la presenza italiana ed i correlati investimenti nel settore energetico del Montenegro si configurano come un aspetto particolarmente rilevante;
contestualmente all'accordo, in premessa venne firmato un accordo intergovernativo per la realizzazione di un'interconnessione elettrica tra i due Paesi, che continua ad offrire indiscutibili opportunità alle aziende italiane, operanti nel comparto per ottimizzare le potenzialità operative nel mercato elettrico montenegrino e regionale;
fin dalle primissime battute, vi è stato il coinvolgimento della società energetica italiana Terna per la realizzazione di un elettrodotto sottomarino da 1.000 MW, e la definizione di una partnership strategica tra Terna la società montenegrina CGES, azienda che gestisce la rete di trasmissione elettrica in Montenegro e le interconnessioni con i Paesi vicini;
nel gennaio 2015 è stato avviata la realizzazione dell'elettrodotto sottomarino tra Abruzzo e Montenegro denominato "MonIta", nell'ambito delle iniziative relative alle interconnessioni sottomarine energetiche tra le due sponde dell'Adriatico;
per la sua rilevanza strategica, il progetto è stato riconosciuto come di interesse comune dell'Unione europea;
risulta agli interroganti che nel 2011 Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) abbia richiesto alla Western Balkan investment facility di sostenere un finanziamento a fondo perduto del valore di 1,5 milioni di euro, per lo studio sull'impatto ambientale del cavo nel territorio montenegrino, con riferimento alla frazione su terraferma, a cui segue l'erogazione dei fondi richiesti;
nel 2013 la BERS diviene l'istituzione capofila per il finanziamento del progetto, rendendosi disponibile al finanziamento del progetto in 3 tranche, per un valore complessivo di 60 milioni di euro, per il rafforzamento delle linee di trasmissione interne in Montenegro e collegate ai territori della Bosnia-Erzegovina e della Serbia, a cui si aggiungono i 25 milioni di euro per la costruzione di una sottostazione elettrica a Lastva, punto di approdo del cavo sottomarino nei pressi di Tivat, in ragione dell'accordo con la Banca tedesca per lo sviluppo KFW, finanziamento in riferimento al quale il Governo montenegrino era garante;
con riferimento all'intervento della KFW, appare necessario interrogarsi sulla sua opportunità, ai fini degli interessi delle aziende italiane e ove si consideri la già forte penetrazione economica tedesca nei Balcani e nel settore energetico continentale;
stando all'attuale configurazione dei soggetti partecipanti al progetto "MonIta", sorge qualche dubbio in merito al potenziale valore aggiunto, sotto il profilo sia finanziario che operativo, della presenza tedesca sostenuta, secondo fonti non ufficiali, dalle autorità del Montenegro e accettata da Terna;
risulta agli interroganti che la società Siemens si sia aggiudicata l'appalto per la costruzione della sottostazione di Lastva a seguito dell'ingresso di KFW e abbia poi richiesto un aggravio di 10 milioni di euro, oltre alla proroga di un anno per la risoluzione dei lavori, malgrado quanto sancito nel bando;
vale la pena segnalare ulteriormente che le gare sono gestite formalmente da CGES, l'ente montenegrino di trasmissione elettrica, di cui Terna è partner;
sorge il dubbio che il coinvolgimento di partner tedeschi, date anche le dinamiche che condizionano l'operatività di questi, possa portare ad un ridimensionamento di quelle che sono le potenzialità per le aziende italiane, svilendo di fatto la ratio stessa degli accordi intergovernativi originari tra Italia e Montenegro;
si ritiene imprescindibile una valorizzazione piena delle aziende italiane nell'ambito del progetto, anche in ragione di quanto definito negli accordi del 2010 con il Montenegro. Considerato lo stato di avanzamento del progetto, sono molte le potenzialità, in termini economici e produttivi, per le aziende italiane,
si chiede di sapere:
quali notizie siano nelle disponibilità dei Ministri in indirizzo e se intendano accertare quanto evidenziato;
quali iniziative intendano eventualmente intraprendere, al fine di rinnovare la ratio degli accordi del 2010, ristabilendo il giusto equilibrio all'interno della partnership strategica finalizzata alla realizzazione del progetto e facendo fronte alla concorrenza tedesca in un progetto che avrebbe dovuto avere una significativa preminenza italiana, e al fine di superare l'attuale impasse che rischia di rallentare la realizzazione di un progetto che resta strategico, non solo per le istanze del nostro Paese, ma per l'intera regione Adriatico-Ionica e per l'Unione europea.
(4-05085)