• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00270 l’European Environment Agency dichiara che, nonostante la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni inquinanti in atmosfera osservata negli ultimi decenni, il rapporto 2013...



Atto Camera

Interpellanza 2-00270presentato daD'AMBROSIO Giuseppetesto diMercoledì 30 ottobre 2013, seduta n. 108

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
l’European Environment Agency dichiara che, nonostante la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni inquinanti in atmosfera osservata negli ultimi decenni, il rapporto 2013 (Air quality in Europe – 2013 report) mostra come il problema dell'inquinamento atmosferico in Europa sia ben lungi dall'essere risolto. Particolato e ozono continuano ad essere causa di troppi problemi respiratori, malattie cardiovascolari e di una minore aspettativa di vita;
la fotografia scattata dall'AEA sulla qualità dell'aria nel 2013 si presta a letture molto diverse: se si prendono in considerazione i limiti attualmente in vigore nei Paesi dell'Unione europea, il quadro – per quanto disomogeneo e con ampi margini di miglioramento – non pare catastrofico: il dato peggiore riguarda il Pm10, per il quale l'AEA stima che la percentuale di cittadini esposta a livelli di particolato fuorilegge si attesti fra il 22 e il 33 per cento. Leggermente più bassa la stima per il Pm2.5 (tra 20 e 31 per cento) e per il benzo(a)pirene (22-31 per cento). Meglio l'ozono (14-18 per cento) e il biossido d'azoto – nonostante la questione dei motori diesel (tra il 5 e il 13 per cento). Al di sotto del 2 per cento benzene, piombo biossido di zolfo e monossido di carbonio;
se però si fa riferimento alle soglie limite più recenti individuate dall'Organizzazione mondiale della sanità, le risultanze cambiano: oltre il 90 per cento dei cittadini europei vivono esposti a livelli di particolato considerati dall'Organizzazione mondiale della sanità dannosi per la salute. In particolare, la fascia di popolazione esposta sarebbe compresa tra il 91 e il 96 per cento per il Pm2.5, e tra l'85 e l'88 per cento per il Pm10. Percentuali ancora più alte per l'ozono, che raggiunge addirittura il 97-98 per cento, e un po’ più basse per il benzo(a)pirene: 76-94 per cento. La stima del biossido d'azoto non può che coincidere con quelli dei parametri dell'Unione europea, visto che i limiti sono rimasti gli stessi. Sale invece in modo significativo biossido di zolfo, che passa da una percentuale inferiore a 1 al 46-54 per cento;
per quanto riguarda l'Italia, l'Associazione genitori antismog evidenzia che nel nostro Paese si violano i limiti di quasi tutti gli inquinanti atmosferici previsti dalla normativa europea. L'Italia è in cima alla classifica dei Paesi in cui il limite del PM10 è superato più frequentemente, oltre a essere tra i Paesi nei quali nel 2011 è stato superato anche il valore-obiettivo per il PM2.5;
non è tuttavia questo l'unico primato italiano: il nostro Paese ha registrato il valore più alto d'Europa per l'ozono, pari a tre volte il valore-obiettivo fissato. A livello europeo, secondo l'EAA, l'ozono ha un impatto sulla produzione agricola pari ad una perdita di 27 milioni di tonnellate di grano. La situazione italiana, dunque, dove si registrano violazioni per il monossido di carbonio, il biossido di azoto, il nichel, il Benzene e il Benzo[a]pirene, è così grave da dover richiamare l'attenzione di chi governa affinché il tema dell'aria venga posto come prioritario;
il rapporto dell’European Environment Agency evidenzia che nuove evidenze scientifiche dimostrano la gravità dell'impatto sanitario a livelli anche molto inferiori a quelli normativamente previsti. A questi dati si aggiungono quelli che indicano che in Italia il solo costo sanitario legato all'inquinamento dell'aria si attesta fra 50 e 151 miliardi di euro annui. Tale inquinamento causa 65.000 morti premature –:
con quali risorse e con quale tempistica si intenda intervenire sulla mobilità sostenibile, oltre che sulle politiche energetiche e industriali affinché non ci sia conflitto con il diritto dei cittadini a respirare aria pulita.
(2-00270) «D'Ambrosio».