• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/07469    il Forte San Felice costituisce un monumento dal valore storico, architettonico, paesaggistico e ambientale inestimabile, che fa parte fin dalla sua edificazione della struttura urbana...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07469presentato daDA VILLA Marcotesto diGiovedì 21 gennaio 2016, seduta n. 552

   DA VILLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   il Forte San Felice costituisce un monumento dal valore storico, architettonico, paesaggistico e ambientale inestimabile, che fa parte fin dalla sua edificazione della struttura urbana della città di Chioggia e che connota tutto il landscape della bocca di porto meridionale della laguna di Venezia;
   tale opera rappresenta, altresì, una delle più significative fortificazioni costiere dell'Adriatico, mirabile esempio di stratificazione nel tempo di interventi difensivi e militari;
   l'immobile appartiene al demanio militare, ma è stato inserito nel decreto del rettore generale dei lavori e del demanio 5 marzo 2010 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 149 del 29 giugno 2010), emanato in attuazione dell'articolo 4-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, converto, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, per essere oggetto di dismissione diretta da parte del Ministero della difesa;
   sono in corso trattative avanzate fra la Marina militare, attuale usuaria del bene, e il comune di Chioggia per il trasferimento dell'intero compendio al patrimonio comunale;
   il trasferimento al comune di Chioggia faciliterebbe il reperimento dei finanziamenti indispensabili per un organico intervento di manutenzione straordinaria e di restauro conservativo del bene, impedito alla Marina militare in quanto istituzionalmente obbligata ad impiegare i fondi di cui dispone per compiti di difesa e non per la salvaguardia del patrimonio storico e artistico della Nazione;
   tale intervento non è più procrastinabile stante il grado di compromissione delle strutture causato dall'esposizione all'ambiente marino, dal mancato utilizzo e dall'assenza di manutenzione ordinaria; la gravità della situazione è stata recentemente constatata anche dalla soprintendente alle belle arti e paesaggio per Venezia e Laguna, durante un sopralluogo ove sono emersi il crollo della copertura del portale settecentesco e la rovina del tetto del vano scale del castello;
   è stato, peraltro, proposto di inserire il forte nella Tentative List dei siti patrimonio mondiale dell'UNESCO (di cui alla legge 6 aprile 1977, n. 184, alla legge 20 febbraio 2006, n. 77, e all'articolo 135 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) all'interno della candidatura «Le opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo» proprio per agevolare la richiesta di finanziamenti; ma nel dicembre del 2014 il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha espunto il bene dalla lista proprio a causa del cattivo stato di conservazione;
   inoltre, il Forte non risulta inserito dell'elenco degli immobili di appartenenza statale oggetto di finanziamenti di restauro previsti dal programma triennale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nonostante nel veneziano siano inseriti altri beni nella disponibilità della Marina militare, come ampiamente documentato recentemente dalla stampa locale;
   il Forte San Felice, da ultimo, è stato inserito fra le misure compensative imposte dall'Unione europea al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti — magistrato alle acque di Venezia (ora provveditorato interregionale alle opere pubbliche per il Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia), e per suo tramite al concessionario unico Consorzio Venezia Nuova, per la realizzazione delle opere alla bocche di porto di regolazione delle acque alte (cosiddetto Sistema MOSE);
   in particolare, il recupero della struttura è stato inserito fra gli interventi che hanno una spiccata valenza positiva sul miglioramento dell'ecosistema lagunare con riferimento alle finalità della direttiva 92/43/CEE e della ex direttiva 79/409/CEE, ora 2009/147/CE, in quanto ricompreso nella ZPS IT3250046;
   a seguito dello scandalo scoppiato nell'estate 2014, che ha coinvolto gli organi periferici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Consorzio Venezia Nuova, portando alla soppressione del magistrato alle acque di Venezia e al commissariamento del consorzio, c’è il rischio che anche questi finanziamenti per il recupero del forte, insieme ad altri interventi previsti dalle misure compensative, vengano azzerati o comunque fortemente ridimensionati, sebbene lo Stato italiano debba rendicontare l'attuazione delle misure compensative all'Unione europea secondo un vero e proprio piano di monitoraggio –:
   se il Governo intenda riconfermare le misure compensative imposte dall'Unione europea per la realizzazione delle opere alle bocche di porto di regolazione delle acque al nella laguna di Venezia (cosiddetto sistema MOSE), e in tal caso se condivida necessità e urgenza di tradurre al più presto tale intendimento negli opportuno provvedimenti;
   se il Governo intenda riconfermare l'inserimento del «recupero del forte San Felice» tra le misure compensative del MOSE (categoria 2), sia nei suoi aspetti naturalistici che in quelli storici ed architettonici;
   se il Governo abbia comunque previsto interventi immediati, anche parziali, per salvaguardare con urgenza da danni irreparabili un bene di inestimabile valore appartenente al demanio pubblico dello Stato. (5-07469)