• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/07468    una analisi della CGIL Marche, basata sulla relazione del Ministro della salute sull'attuazione della legge 194 del 1978 tutela sociale maternità e interruzione volontaria di gravidanza...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07468presentato daRICCIATTI Laratesto diGiovedì 21 gennaio 2016, seduta n. 552

   RICCIATTI, NICCHI, GREGORI, PANNARALE, COSTANTINO, DURANTI, PELLEGRINO, QUARANTA, PIRAS, SANNICANDRO, SCOTTO e FRATOIANNI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   una analisi della CGIL Marche, basata sulla relazione del Ministro della salute sull'attuazione della legge 194 del 1978 tutela sociale maternità e interruzione volontaria di gravidanza (dati preliminari 2014 e dati definitivi 2013) del 2015 e su dati forniti dalla regione Marche, ha evidenziato diverse criticità nell'applicazione della legge 194 del 1978 sull'interruzione volontaria di gravidanza nella regione;
   tra i dati più significativi vi è innanzitutto quello delle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate nella provincia di residenza delle donne che chiedono di accedere al trattamento: nelle Marche tale percentuale e pari al 61,7 per cento, a fronte del dato nazionale (76,3 per cento) e delle regioni del Centro (79,4 per cento);
   come più volte segnalato dall'interrogante con precedenti atti di sindacato ispettivo, a causa dell'elevato numero di errori di coscienza concentrato in determinate strutture, molte donne che vogliono accedere all'interruzione volontaria di gravidanza sono costrette a cercare una struttura disponibile al di fuori della propria provincia;
   il numero di interventi in una provincia della regione diversa da quella di residenza si aggira, infatti, nelle Marche al 28,5 per cento rispetto all'11,3 per cento del dato nazionale e del 10,3 per cento di quello delle regioni del Centro Italia;
   il dato del 2013 della presenza di obiettori di coscienza nelle Marche è così composto: 67,1 per cento dei medici, il 51,1 per cento degli anestesisti e il 43,3 per cento dei paramedici;
   il dato generale diventa particolarmente allarmante dove si valuti la concentrazione di personale sanitario che ha dichiarato la propria obiezione di coscienza per le singole strutture ospedaliere: ad Ascoli Piceno risultano obiettori di coscienza tutti i medici e i paramedici, oltre all'82,4 per cento degli anestesisti; stessa situazione all'ospedale di Jesi (Ancona); a Fano (Pesaro Urbino) è obiettore il 92,3 per cento dei paramedici e il 71,4 per cento dei medici (l'attività di interruzione volontaria di gravidanza viene garantita dal personale proveniente dal vicino ospedale di Pesaro); mentre è impossibile accedere al trattamento di interruzione volontaria di gravidanza negli ospedali di Osimo (Ancona) e di Fermo, dove sono obiettori rispettivamente l'87,5 per cento e il 90,0 per cento dei medici;
   lo studio citato ha rilevato, inoltre, come nel 2013 il numero di obiettori sia aumentato rispetto ai 6 anni precedenti di 18 medici e 23 anestesisti;
   le Marche hanno, inoltre, il primato negativo nell'adozione delle «Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine», che è stata approvata solo nel 2014 con il DGR n. 675, ultima tra le regioni d'Italia ad aver disciplinato il ricorso all'aborto farmacologico;
   la legge 194 del 1978 appare in molte circostanze di fatto non applicata, a causa di un poco efficace criterio organizzativo, nella distribuzione del personale sanitario obiettore all'interno delle diverse strutture, che non consente di assicurare il trattamento dell'interruzione volontaria di gravidanza nel rispetto delle scelte individuali dei singoli medici;
   tale disfunzione organizzativa nega evidentemente, per le donne, un diritto riconosciuto dall'ordinamento, mentre penalizza in modo evidente il personale sanitario non obiettore, costretto a farsi carico da solo delle interruzioni di gravidanza –:
   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda assumere il Ministro, al fine di rendere effettivo il diritto delle donne ad accedere all'interruzione volontaria di gravidanza e alle altre prescrizioni sancite dalla legge 194 del 1978. (5-07468)