• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00150 premesso che: in Italia ci sono 55 inceneritori/termovalorizzatori, i cosiddetti impianti waste-to-energy, per la maggioranza progettati secondo la tecnologia a griglie, come d'altronde...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00150presentato daDE ROSA Massimo Felicetesto diGiovedì 31 ottobre 2013, seduta n. 109

L'VIII Commissione,
premesso che:
in Italia ci sono 55 inceneritori/termovalorizzatori, i cosiddetti impianti waste-to-energy, per la maggioranza progettati secondo la tecnologia a griglie, come d'altronde nel resto d'Europa. Sono vecchi e comunque inquinanti: più di otto su dieci hanno oltre dieci anni di vita;
gli inceneritori, per il principio di conservazione della massa, oltre alle nanopolveri disperse nell'ambiente, producono scorie pari al 30 per cento del rifiuto trattato che vanno comunque smaltite e trattate spesso lontano dai luoghi di origine. Le ceneri prodotte dall'incenerimento sono altamente tossiche, costituiscono un terzo del peso dei rifiuti bruciati e vanno smaltite come rifiuti speciali pericolosi in discariche autorizzate al conferimento di tali specifiche tipologie di residui. Bruciando i rifiuti quindi non si elimina il problema delle discariche, ma se ne creano di nuove;
la strategia più efficiente per incrementare rapidamente e consistentemente la raccolta differenziata è la raccolta domiciliare porta a porta. Andrebbe inoltre incrementato l'insieme di impianti di riciclo e rafforzato il mercato delle materie prime seconde da riciclo. Questa strategia, opportunamente affiancata ad altre misure che privilegino l'immediato riutilizzo del bene, apre le porte ad una filiera virtuosa del riciclo e comporta che i rifiuti differenziati possano sempre più rappresentare una fonte di reddito, lavoro, ricerca, a favore di imprese medio piccole, diffuse sul territorio, anche specializzate tecnologicamente;
la tecnologia dell'incenerimento dei rifiuti è da sempre stata oggetto di fortissimo contrasto da parte di settori della ricerca scientifica, in particolare quelli della medicina ambientale e della medicina oncologica, essendo tali impianti ricompresi nell'allegato di cui decreto ministeriale 5 settembre 1994 (pubblicato su Gazzetta Ufficiale n. 220 del 20 settembre 1994) in attuazione dell'articolo 216 del testo unico delle leggi sanitarie approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265;
l'incenerimento dei rifiuti è da sempre stato oggetto di interventi normativi incentivanti, come il regime cosiddetto CIP6 o attualmente quello dei certificati verdi, che hanno di fatto rappresentato un ostacolo concorrenziale che ha distorto e fortemente limitato sinora lo sviluppo delle pratiche e delle tecnologie legate alla riduzione dei rifiuti, alla raccolta differenziata, al riciclo e recupero di materia quali opzioni prioritarie nella scala gerarchica dei criteri di gestione dei rifiuti ex articolo 4 della direttiva 98/2008 CE sui rifiuti ed, espressamente richiamati anche dall'articolo 179 dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 «norme in materia ambientale» cosiddetto testo unico Ambientale;
l'Unione europea non chiede la realizzazione di nuovi inceneritori. Infatti facendo propria la Strategia europea per la difesa della biodiversità (COM(2011) 244 final), ed approvando la «relazione sulla revisione del sesto programma d'azione in materia di ambiente e la definizione delle priorità per il settimo programma» (P7–TA(2012)0147) il Parlamento europeo ha stabilito a più riprese che, nell'ambito di un'economia di scala e di ottimizzazione delle risorse, deve essere bruciato solo ciò che non è riciclabile e che l'incenerimento per la produzione di energia rappresenta comunque un metodo di gestione dei rifiuti più dispendioso rispetto alla riduzione, al riciclaggio e al riutilizzo e, riprendendo le direttive della Carta di Napoli del Movimento internazionale Zero Waste, indica la data del 2020 per la loro moratoria e la definitiva chiusura di discariche. Sarebbe incomprensibile ed antieconomico costruire impianti che presto si dovrebbero dismettere per indicazione della stessa Unione europea;
lo stesso Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando, ha dichiarato, in relazione all'emergenza Campania, il 23 settembre 2013, al Corriere del Mezzogiorno, di aver sollecitato soluzioni alternative ai termovalorizzatori e il 20 giugno 2013 a Repubblica-Napoli: «Naturalmente, se si trovano altre soluzioni non solo le vediamo positivamente ma le incoraggeremo anche»;
sarebbe infine opportuno che negli accordi tra l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ed Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) per la gestione e per il riciclo dei rifiuti da imballaggi, il corrispettivo ricevuto dai comuni da parte dei consorzi di filiera sia adeguato alle effettive operazioni poste in essere da questi ultimi, anche sulla base di criteri basati sulla effettiva riciclabilità degli imballaggi immessi in consumo e riducendo, per quanto possibile, ogni spesa di sistema,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative dirette a riconvertire i vecchi impianti di incenerimento in centri di compostaggio, riciclaggio ed impianti per il TMB (trattamento meccanico biologico) a freddo allo scopo di recuperare ulteriore materia da avviare a riciclo e non alla combustione (CDR e CSS) e per stabilizzare il restante, posto che questo tipo di impianti sono meno costosi, creano più occupazione ed hanno un impatto ambientale nullo;
ad individuare sistemi premiali per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani da parte dei comuni e delle società di erogazione di tali servizi, anche attraverso sistemi di tariffazione puntuali, al fine di raggiungere le percentuali di RD previste dalla legge;
ad assumere iniziative per azzerare progressivamente le discariche, contestualmente disponendo una moratoria per i nuovi impianti di incenerimento e l'eliminazione di tutti gli inceneritori entro il 2020, attraverso la riconversione industriale verso impianti di riciclo e recupero di materia, come già previsto ai punti 12 e 33 della risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012, «Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse»;
a valutare complessivamente l'impatto che ciascun fattore antropico può produrre sull'ambiente, con particolare riguardo alla tecnologia, al lavoro, alla produzione di energia e all'urbanizzazione, sulla base dei principi e delle azioni che garantiscono benefici alla salute delle persone, come previsto dalla Carta di Ottawa per la promozione della salute del 17-21 novembre 1986 (...);
a garantire ai cittadini l'accesso alla giustizia, alle informazioni ambientali ed a tutte le fasi del processo decisionale autorizzativo per nuovi impianti di trattamento ed al monitoraggio degli impianti attualmente in esercizio, come già previsto dalla Convenzione di Aarhus del 26 giugno 1998.
(7-00150) «De Rosa, Gagnarli, Cecconi, Baldassarre, Colletti, Ferraresi, Catalano, Benedetti, L'Abbate, D'Uva, Parentela, Scagliusi, Sibilia, Liuzzi, De Lorenzis, Nicola Bianchi, Paolo Nicolò Romano, Businarolo, Vignaroli, Mannino, Lorefice, Spessotto, Tofalo, Cozzolino, Terzoni».