• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00151 premesso che: l'OCSE, per prima, nella raccomandazione del 26 maggio 1972 n. 128, ha formulato, a livello internazionale il principio «chi inquina, paga», affermando la necessità che...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00151presentato daMUCCI Maratesto diGiovedì 31 ottobre 2013, seduta n. 109

La X Commissione,
premesso che:
l'OCSE, per prima, nella raccomandazione del 26 maggio 1972 n. 128, ha formulato, a livello internazionale il principio «chi inquina, paga», affermando la necessità che all'inquinatore fossero imputati «i costi della prevenzione e delle azioni contro l'inquinamento come definite dall'Autorità pubblica al fine di mantenere l'ambiente in uno stato accettabile»;
con la revisione del trattato di Roma ad opera dell'Atto unico europeo del 1987, il principio «chi inquina, paga trova definitivo riconoscimento nell'articolo 130, oggi articolo 174, quale principio fondamentale della politica comunitaria in materia ambientale»;
nel 2010 la Commissione europea ha presentato una «Strategia europea per incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di veicoli puliti ed efficienti sul piano energetico» corredata da un piano d'azione che prevede, tra l'altro, di assicurare che i veicoli a propulsione elettrica siano sicuri come quelli a trazione endotermica, di promuovere norme comuni che consentano a tutti i veicoli elettrici di essere ricaricati ovunque sul territorio nazionale, di aggiornare le regole e promuovere la ricerca sul riciclaggio e la capacità delle batterie;
a questa strategia sono seguite diverse iniziative tra cui:
nel 2012, la presentazione del piano d'azione CARS 2020 volto a rafforzare la competitività e la sostenibilità dell'industria automobilistica italiana nella prospettiva del 2020;
la creazione di un Osservatorio sulla mobilità elettrica che ha il compito anche di sviluppare raccomandazioni politiche e la piattaforma europea per l'elettrificazione dei trasporti di terra che comprende reti e imprese europee e ha l'obiettivo di promuovere investimenti nelle infrastrutture elettriche (veicoli a due ruote, autobus, metropolitana, ferrovie);
la direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio istituisce un quadro per l'omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli;
il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 ha attuato la direttiva 2008/50/CE in materia di qualità dell'aria allo scopo di ridurre l'inquinamento a livelli tali che limitino al minimo gli effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente;
con il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 31 gennaio 2003 è stata recepita la direttiva 2002/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'omologazione dei veicoli a motore a due o tre ruote;
il regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove nell'ambito dell'approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri;
i princìpi di derivazione comunitaria possono ritenersi costituzionalizzati in considerazione del fatto che il nuovo articolo 117 della Costituzione prevede che i vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dai princìpi generali su cui esso si fonda, devono essere osservati dallo Stato e dalle regioni;
l'articolo 17-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 «Misure urgenti per la crescita del Paese», convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, individua, tra le finalità del capo IV-bis del medesimo decreto, lo sviluppo della mobilità sostenibile, attraverso la sperimentazione e diffusione di flotte pubbliche e private di veicoli a basse emissioni complessive, con particolare riguardo al contesto urbano, nonché l'acquisto di veicoli a trazione elettrica o ibrida;
inoltre, l'articolo 17-septies al medesimo decreto-legge evidenzia come al fine di garantire in tutto il territorio nazionale i livelli minimi uniformi di accessibilità del servizio di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica debba essere redatto un Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica che ha ad oggetto la realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica nonché interventi di recupero del patrimonio edilizio finalizzati allo sviluppo delle medesime reti;
il Piano nazionale sopracitato prevede i seguenti obiettivi:
obiettivo 2016 – 90.000 punti di ricarica accessibili al pubblico;
obiettivo 2018 – 110.000 punti di ricarica accessibili al pubblico;
obiettivo 2020 – 130.000 punti di ricarica accessibili al pubblico;
la crisi energetica ed economica, gli oneri di manutenzione dei mezzi pubblici, il crescente inquinamento acustico e ambientale necessitano di soluzioni perseguibili attraverso una maggiore offerta del trasporto pubblico, il maggior riciclo possibile e l'utilizzo di veicoli a basse emissioni complessive,

impegna il Governo:

ad adottare una politica industriale che, in conformità alle direttive, alle strategie e ai piani di azione europei in materia ambientale e di mobilità sostenibile, sostenga le imprese italiane per quanto riguarda la produzione, prototipazione, omologazione di veicoli elettrici, la conversione di veicoli da endotermici ad elettrici, nonché la ricerca e lo sviluppo nell'ambito che ruota attorno ai veicoli a basse emissioni;
ad adottare misure che favoriscano e sostengano le piccole e medie imprese italiane per quanto riguarda la realizzazione, l'istallazione e l'omologazione dei kit di conversione ed i centri di prova italiani quali le università, i centri di ricerca e l'Enea;
a valutare l'opportunità di assumere iniziative normative che regolino la riconversione elettrica o ibrida dei mezzi pubblici e privati, assumendo iniziative per l'estensione dell'applicazione dell'articolo 17 della legge n. 134 del 2013 a tutte le categorie di mezzi di trasporto, senza limiti di età, l'omologazione dei veicoli, trasformati e dei kit di conversione e che sostengano la qualificazione degli operatori e professionisti italiani impiegati sia nella produzione che nei servizi che operano nelle filiere della mobilità elettrica;
a stimolare le case automobilistiche italiane a progettare mezzi di trasporto che durante la loro vita possano essere convertibili;
a programmare iniziative per il recupero di realtà produttive e del terziario potenzialmente convertibili;
a destinare compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato fondi che consentano alle aziende italiane di attuare progetti di conversione elettrica e/o ibrida e di omologazione;
a sostenere tutte le realtà imprenditoriali italiane che si occupano della realizzazione di sistemi di diagnostica in rete per la gestione degli interventi di manutenzione predittiva e di assistenza;
a stimolare i settori della ricerca e dello sviluppo relativamente alla produzione e al riciclaggio delle batterie nonché alla creazione di ulteriori smart grid e all'attuazione di sistemi di gestione G2V e V2G (V= vehicle, G= grid, 2= verso).
(7-00151) «Mucci, Crippa, Da Villa, Catalano, Cristian Iannuzzi, Prodani, Rizzetto».