• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/01574-A/034 premesso che: il numero dei medici attivi in Italia è in realtà di circa 230.000, pari a 3.7 medici ogni 1000 abitanti. È previsto che da oggi al 2019 dovrebbero uscire dalla...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01574-A/034presentato daGIGLI Gian Luigitesto diGiovedì 31 ottobre 2013, seduta n. 109

La Camera,
premesso che:
il numero dei medici attivi in Italia è in realtà di circa 230.000, pari a 3.7 medici ogni 1000 abitanti. È previsto che da oggi al 2019 dovrebbero uscire dalla attività circa 50.000 medici ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri 80-100.000 tra il 2020 e il 2024;
è stato calcolato che in prospettiva fra tre anni, quasi un milione di italiani resteranno senza medico di famiglia – perché ci saranno 600 medici di medicina generale in meno e ogni medico di famiglia non può avere più di 1500 pazienti – e che questo numero è destinato a crescere per via dei pensionamenti futuri;
il nostro sistema prevede che per accedere ai ruoli del Servizio sanitario nazionale sia indispensabile essere in possesso di una specializzazione in area medica, chirurgica, o dei servizi clinici, ovvero aver completato il percorso di formazione post-laurea in medicina generale;
in previsione di un numero di laureati in medicina insufficiente a coprire i fabbisogni del SSN, fenomeno noto da tempo, il MIUR ha sollecitato negli ultimi anni le Facoltà di medicina ad aumentare il numero dei posti a disposizione per questi corsi di laurea, passati per questo dal numero complessivo di 7.547 per l'anno accademico 2008/2009 ad un totale di 10.173 posti per l'anno accademico 2012/2013;
l'approvazione dell'emendamento 20.16, proposto dal relatore all'attuale decreto, con il quale si dispone per l'anno accademico in corso l'immatricolazione in sovrannumero degli studenti che sarebbero risultati vincitori nel concorso per l'ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, se fosse stato mantenuto il bonus della maturità, permette di stimare per quest'anno un numero di nuovi ingressi che supererà le 11.000 unità;
di fronte all'aumento del numero degli studenti che ogni anno si iscrivono al corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia e all'invecchiamento della popolazione dei medici specialisti, assistiamo tuttavia alla paradossale diminuzione dei contratti per la formazione specialistica banditi annualmente dal Ministero (contro i 5000 contratti per l'anno accademico 2007/2008, sono invece solo 4500 i posti finanziati dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013 n. 333 per l'anno accademico 2012/2013, con previsione di ulteriore riduzione per il prossimo anno);
lo stesso paradossale fenomeno si riscontra per i corsi di formazione specialistica in medicina generale, organizzati dalle regioni, per i quali nel triennio 2012/2015 erano previste 981 borse totali, mentre per il triennio 2013/2016 ne saranno previste solamente 924;
si tratta di un numero gravemente inferiore alle necessità del Servizio sanitario nazionale, dato che per il corrente anno il fabbisogno di nuovi specialisti espressi dalle regioni italiane eccede le 8600 unità;
in assenza di titolo di specializzazione e nell'impossibilità ad accedere ai ruoli di SSN, ai giovani neo laureati non resta altra prospettiva che quella dell'emigrazione o quella dell'esercizio privato dell'attività professionale, il più di frequente nei settori delle cosiddette medicine alternative,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di istituire un Osservatorio nazionale con lo scopo di monitorare ogni dato utile per un'analisi attenta delle previsioni di fabbisogno sanitario nei prossimi anni, unitamente a una rivalutazione del fabbisogno di specialisti nelle diverse discipline, anche in relazione al mutamento dei dati epidemiologici, alle innovazioni tecnico-scientifiche e organizzative, e ai flussi pensionistici per le diverse discipline nei ruoli del SSN;
di programmare gli accessi in modo da ridurre progressivamente, nell'arco di non più di un quinquennio, il gap esistente fra gli ingressi nelle facoltà di medicina e il conseguente numero di laureati e le possibilità di ingresso nelle scuole di specializzazione e nei corsi di formazione in medicina generale, con lo scopo di prevenire fughe all'estero - causa di sperpero di importanti risorse finanziarie, investite dal nostro Paese nell'impegno didattico per la formazione dei nuovi medici – e di evitare ai neo-laureati condizioni avvilenti di disadattamento o di impieghi dequalificanti.
9/1574-A/34. Gigli, Calabrò.