• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/11769    nel 2001, l'allora Ministero delle attività produttive ha richiesto all'Autorità per l'energia elettrica e il gas di riservare una quota della capacità disponibile sulle linee di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11769presentato daBALDASSARRE Marcotesto diVenerdì 22 gennaio 2016, seduta n. 553

   BALDASSARRE, ARTINI, SEGONI, BECHIS, TURCO, CIVATI, PASTORINO, BRIGNONE, ANDREA MAESTRI e MATARRELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   nel 2001, l'allora Ministero delle attività produttive ha richiesto all'Autorità per l'energia elettrica e il gas di riservare una quota della capacità disponibile sulle linee di interconnessione dell'Italia con l'estero, nella misura massima di 50 megawatt, per lo Stato della Città del Vaticano, ai sensi di quanto previsto dal decreto «Bersani» n. 79 del 1999 e dai successivi accordi assunti dallo Stato italiano;
   l'anno precedente richiesta analoga era avvenuta per la Repubblica di San Marino, per la quale è stato disposto che, per il periodo 2002-2010, venisse riservata una quota di capacità di trasporto sull'interconnessione pari a 54 megawatt;
   dagli inizi degli anni 2000, gli Stati sopra citati indicano di anno in anno la società di fornitura di energia elettrica. Per la Repubblica di San Marino la società scelta è Enel, mentre per lo Stato del Vaticano è Acea;
   Acea acquista energia elettrica dalla Francia ad un costo inferiore rispetto a quella prodotta in Italia, grazie alla capacità di trasporto internazionale messa a disposizione dall'impianto normativo, e vende poi allo Stato del Vaticano secondo il prezzo di mercato italiano, usufruendo del rimborso per tale capacità di importazione, ossia si tratta del rimborso dei costi di trasporto, stornati da Terna, che vengono — solo in questi due casi — rimborsati e scaricati poi sulle bollette degli italiani;
   dunque, Acea guadagna dalla differenza tra i prezzi di vendita allo Stato della Città del Vaticano, ovvero i prezzi di vendita di un normale cliente italiano, e i prezzi di acquisto dal mercato francese (molto più bassi), visto che la componente relativa alla capacità di trasporto viene totalmente stornata da Terna, che poi la «spalma» sulle bollette elettriche dei cittadini italiani;
   tutto questo potrebbe essere spiegato da un'impalcatura normativa che garantisce a questi soggetti margini elevatissimi a fronte di un rischio di impresa praticamente nullo;
   tuttavia, oltre ai sostanziosi margini guadagnati vendendo allo Stato della Città del Vaticano, la società capitolina ha scelto di crearsi un extra-margine ad avviso degli interroganti non rispettando i decreti ministeriali che specificano che il rimborso della capacità di importo deve essere effettuato solo per la quota parte di energia consumata dallo Stato del Vaticano. Questo significa che se il Vaticano consumasse solo il 40 per cento della capacità assegnatagli, come effettivamente risulta, il rimborso dovrebbe riguardare solo quel 40 per cento di capacità di trasporto. Invece Acea, con l'aiuto del suo distributore Acea Distribuzione, detentore dei dati di consumo effettivi del Vaticano, a quanto risulta agli interroganti, non mette a disposizione di Terna i dati di consumo che annualmente servono a rinnovare la fornitura del Vaticano;
   Terna, quindi, non è in grado di effettuare le verifiche dei reali consumi, così come sarebbe imposto dai decreti ministeriali, e in tal modo Acea Distribuzione fa risultare l'intero slot di capacità come rimborsabile dal sistema italiano, compreso quindi il 60 per cento di energia importata e non consumata. Questo avviene a danno dei consumatori italiani che si ritrovano a dover pagare nelle loro bollette questo extra-profitto «abusivo», pari, ad esempio, a 5 milioni 488.000 euro per il solo 2013;
   l'energia non fornita al Vaticano — e rimborsata attraverso le bollette dei cittadini — rimane nella disponibilità di Acea, che la rivende ai clienti finali;
   il Governo Renzi nel 2015 ha ridotto del 10 per cento la capacità assegnata al Vaticano e rimborsabile per Acea, ma non ha voluto indagare ulteriormente e più in dettaglio sulla questione, a discapito dei costi inseriti nelle bollette dei cittadini;
   San Marino ha invece circa 32 mila abitanti con un consumo annuo del 60 per cento dell'elettricità (270 mila megawattora su circa 470 mila), alla quale avrebbe diritto grazie alla riserva garantita dallo Stato italiano. Tutto questo vanta un diritto decennale, ribadito da un accordo con l'Italia del 2011, e che in teoria potrebbero andare avanti fino al 2020 –:
   se il Ministro interrogato non ritenga necessario procedere ad un'indagine ministeriale dettagliata rispetto ai fatti descritti in premessa;
   se il Ministro interrogato non reputi urgente permettere a Terna di effettuare le verifiche dei reali consumi dello Stato della Città del Vaticano e dello Stato di San Marino, come già imposto dai decreti ministeriali, garantendo maggiore trasparenza ed equità sull'energia importata e consumata dai due Stati. (4-11769)