• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00153 premesso che: nella scorsa legislatura, il Governo ha proposto un riordino organico del settore aeroportuale, sia sotto il profilo infrastrutturale che per quanto concerne i servizi e...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00153presentato daTULLO Mariotesto diLunedì 4 novembre 2013, seduta n. 110

La IX Commissione,
premesso che:
nella scorsa legislatura, il Governo ha proposto un riordino organico del settore aeroportuale, sia sotto il profilo infrastrutturale che per quanto concerne i servizi e le relative gestioni;
l'atto di indirizzo per la definizione del piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale dello scorso 29 gennaio 2013 ha delineato una strategia di riordino basata sulla classificazione degli aeroporti di interesse nazionale e sul trasferimento alle regioni degli scali non di interesse nazionale;
tale scelta gerarchica non facilita il necessario approccio di sistema richiesto per il riordino organico del settore aeroportuale, che da un lato dovrebbe garantire il soddisfacimento delle esigenze di carattere industriale del comparto per la competitività del sistema nel suo complesso, mentre dall'altro lato dovrebbe tutelare e assicurare, a tutti i territori nazionali, la continuità territoriale, garantendo situazioni di effettiva parità tra i cittadini in relazione al diritto alla mobilità;
già nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano, svolta dalla Commissione trasporti nel 2010, è emersa, tra l'altro, la necessità di pervenire ad un riordino organico del settore aeroportuale che non solo disincentivi la parcellizzazione degli aeroporti e permetta di individuare quelli prioritari su cui concentrare le risorse, ma che individui anche profili di specializzazione (ad esempio trasporto merci o aviazione generale, traffico con Paesi vicini e altro) per gli aeroporti con bassa intensità di traffico, al fine di garantire agli stessi il raggiungimento di un equilibrio economico e gestionale, nell'ottica di una nuova prospettiva industriale in materia aeroportuale;
il sistema della viabilità e del trasporto passeggeri e merci della Calabria sconta un pesantissimo quadro di perduranti ritardi ed inefficienze nei lavori di ammodernamento e sviluppo della rete infrastrutturale di trasporto regionale, con intere porzioni di territorio, come la provincia di Crotone, in condizioni di vero e proprio isolamento geografico e di estrema difficoltà nell'assicurare mobilità alle persone e ai soggetti economici della regione ed in particolare di Crotone;
inoltre tale situazione si inserisce in un contesto, quello del Mezzogiorno d'Italia, già pesantemente penalizzato dalle politiche generali dei trasporti, che, in particolare, hanno previsto la messa in esercizio dei treni alta velocità Freccia Rossa nelle sole tratte del centro-nord e la cancellazione sulla tratta jonica di tutti i treni a lunga percorrenza, incrementando ulteriormente lo squilibrio degli standard di servizio con il Sud del Paese;
in tale prospettiva sembrerebbe che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti stia elaborando il Piano aeroporti con l'aiuto di un tavolo tecnico a cui partecipano i rappresentanti delle regioni, dell'ENAC e dello stesso Ministero con l'obiettivo di superare l'approccio basato sulle classificazioni del precedente Piano attraverso un sistema organizzato in bacini di traffico;
il sistema degli aeroporti in Calabria è, ad oggi, strutturato su tre scali: lo scalo di Lamezia Terme che riveste un ruolo strategico per il trasporto aereo dell'intera Calabria, l'aeroporto di Reggio Calabria e l'aeroporto di Crotone che ad oggi è bassa attività volatile;
tuttavia ciascuno dei suddetti scali presenta specifici aspetti di potenzialità e di funzionalità estremamente disuguali tra di loro, assolvendo a compiti diversi nell'ambito del sistema del trasporto aeroportuale del territorio; ad esempio è fuori dubbio che un valore fondamentale dell'aeroporto di Crotone è stato riconosciuto anche da parte dell'Unione europea e per la prima volta in considerazione di un aeroporto fuori dalle isole, la continuità territoriale in relazione all'assenza di adeguate reti stradali e di una rete ferroviaria che negli ultimi anni è andata addirittura peggiorando, rendendo oltremodo disagevole la possibilità per gli abitanti del territorio di spostarsi sia all'interno della regione che al di fuori di essa;
sarebbe auspicabile che la regione Calabria, per favorire un più efficace sistema di collegamento interno ed anche al fine di estendere il bacino di utenza dell'area di Crotone, si adoperasse per la costituzione di un sistema di metropolitana leggera sulla fascia jonica che collega Sibari con Catanzaro Lido;
la stessa Unione europea individua nella riduzione delle disparità regionali la condizione per la crescita e lo sviluppo dell'Unione intera e il poter contare su un'efficiente sistema infrastrutturale e di trasporto nel Sud Italia, nella Calabria ed in particolare a Crotone, rappresenta una priorità strategica fondamentale;
pertanto risulta di estrema importanza per i cittadini di quel territorio che il Piano degli aeroporti in preparazione attribuisca allo scalo di Crotone uno specifico ruolo, in rete con gli altri aeroporti del medesimo bacino di traffico in una suddivisione dei compiti che realizzi per detto aeroporto una programmazione di bacino in cui siano soddisfatte sia le esigenze di carattere industriale del sistema sia l'attuazione del principio di continuità territoriale e di parità di trattamento rispetto agli altri territori nazionali, che hanno accesso ad un sistema di mobilità rispondente alle esigenze della vita moderna;
non si può, inoltre, non tenere conto delle eventuali ricadute sociali che la soppressione dell'aeroporto di Crotone ha determinato, in quanto unico punto di trasporto, che attualmente serve un ampio bacino di utenza proveniente dalla intera fascia jonica ricompresa tra Sellia Marina e Sibari. Ciò comporta inoltre l'aggravarsi dello scarso sviluppo e competitività dell'area già penalizzata da un'insufficiente accessibilità ai poli di interesse turistico e alle aree interne, determinati dagli eccessivi tempi di viaggio e da un'inefficienza dei sistemi di trasporto, soprattutto in chiave di interscambio, che determinano una perdita di competitività delle imprese ed in generale dell'intera economia del territorio, anche in termini di attrattività turistica e commerciale,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative per non tagliare le risorse previste dalla legge n. 448 del 28 dicembre 2001 – articolo 52, comma 35;
ad avviare la procedura prevista dall'articolo 14 del contratto di programma Stato-ENAV per procedere alla variazione della tipologia del servizio di navigazione aerea presso l'aeroporto di Crotone;
ad inserire l'aeroporto di Crotone nell'ambito di un sistema organizzato in bacini di traffico in cui detto aeroporto possa assolvere, in rete con l'aeroporto di Lamezia Terme e quello di Reggio Calabria, a funzioni specifiche connesse alle esigenze agroindustriali di rilancio del settore e di pianificazione dell'offerta aeroportuale, riconoscendo il valore di questo aeroporto, così come già avviene in maniera consolidata per le rotte sociali di Lampedusa e di Pantelleria, nella realizzazione della continuità territoriale per il territorio crotonese già gravato da enormi deficit infrastrutturali sia viari, – la strada statale 106, unica arteria della costa jonica denominata la strada della morte, è particolarmente pericolosa pur essendo a lenta percorrenza – che ferroviari, causa di ritardo di sviluppo e di un isolamento pesante a cui occorre porre rimedio con urgenza.
(7-00153) «Tullo, Biasotti, Oliverio, Dorina Bianchi, Stumpo, Bruno Bossio».