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Atto a cui si riferisce:
S.1/00173 premesso che: nelle acque superficiali delle province di Vicenza, Padova e Verona è stata riscontrata nei mesi scorsi una sensibile presenza di sostanze perfluoro-alchiliche; su...



Atto Senato

Mozione 1-00173 presentata da PIERANTONIO ZANETTIN
martedì 5 novembre 2013, seduta n.134

ZANETTIN, STEFANI, MARIN, BONFRISCO, SACCONI, DALLA TOR, ALBERTI CASELLATI, DE POLI, FILIPPIN, PICCOLI, CONTE, AIELLO, BELLOT, BRUNI, D'AMBROSIO LETTIERI, DE PETRIS, FAZZONE, LANGELLA, LIUZZI, PERRONE, RAZZI, RUVOLO, SCILIPOTI, VICECONTE, ZIZZA - Il Senato,

premesso che:

nelle acque superficiali delle province di Vicenza, Padova e Verona è stata riscontrata nei mesi scorsi una sensibile presenza di sostanze perfluoro-alchiliche;

su questa problematica, si è svolto un incontro in data 11 luglio 2013, a Roma, presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, cui hanno partecipato i tecnici regionali della sanità, dell'ambiente, dell'Arpav, dei Ministeri dell'ambiente e della salute, dell'Istituto superiore della sanità e dell'Istituto che ha condotto la ricerca sulla questione;

i tecnici veneti hanno illustrato le azioni e i provvedimenti presi a livello regionale, che sono stati giudicati dagli organismi centrali "tempestivi e idonei";

a tale tavolo è stato ribadito che "non sussiste alcun pericolo per la popolazione";

per la precisione sono 4 le aree geografiche coinvolte: il bacino dell'Adige e del suo affluente Alpone-Chiampo; l'area del vicentino a nord dell'autostrada costituita principalmente dalla Valdagno (Valdagno e Trissino) e la parte alta della valle del Chiampo; il bacino del Bacchiglione che include Schio, la Valdastico e la città di Vicenza; l'area a sud dell'autostrada racchiusa tra l'Adige e i colli Berici ed Euganei, dove è ubicato lo scarico di un collettore consortile;

questo collettore trasferisce i reflui depurati di 5 depuratori (Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e Lonigo, per un totale circa 2.300.000 abitanti) nel canale Fratta-Gorzone all'altezza di Cologna veneta, in prossimità della confluenza nel Fratta-Gorzone del canale irriguo Leb che garantisce il carico idraulico adeguato. Il canale Fratta-Gorzone attraversa quindi le province di Padova e Venezia, e confluisce nel fiume Brenta in località punta Gorzone a sud di Chioggia;

la situazione è monitorata a livello delle aziende Ulss coinvolte (5 ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 17 di Este, 20 di Verona e 21 di Legnago) ed ha un coordinamento regionale ed un supporto a livello centrale da parte dei Ministeri interessati e dell'Istituto superiore di sanità;

l'8 luglio il consiglio di bacino Valchiampo ha prontamente e sollecitamente riunito i sindaci per un incontro prettamente informativo, in attesa di comunicazioni da Regione e Ministero giunte nei giorni successivi e dal contenuto rassicurante;

tuttavia, nonostante il presidio, le conclusioni oggetto del comunicato di Regione e Ministeri della salute e dell'ambiente non tranquillizzano del tutto ed anzi lasciano ancora spazio a dubbi e contraddizioni;

in questa vicenda è stato obiettivamente riscontrato che la legislazione italiana non prevede un limite massimo nella concentrazione di tali sostanze nelle acque potabili, al contrario la legislazione tedesca prevede un limite di 100 nanogrammi litro (per esposizione a lungo periodo) e quella statunitense (notoriamente meno sensibile alle tematiche ambientali) un limite di 1.000 nanogrammi;

si è quindi un presenza di un'evidente lacuna legislativa nel nostro ordinamento;

considerato che:

va ricordato a tale proposito che, secondo quanto riportato dai media locali, nelle acque quella delle zone di Lonigo-Sarego-Brendola la concentrazione di PFOA (sostanze perfluoro-alchiliche) supererebbe i 1.500 nanogrammi per litro, e in un pozzo in zona industriale a Vicenza si sfiorerebbero i 2.000, concentrazioni che sono quindi molto al di sopra dei citati limiti;

si è parlato di un prossimo utilizzo di filtri ai carboni attivi, ma non è ancora noto quando essi saranno messi in opera, da quando inizieranno davvero a bonificare l'acqua, con quali costi e a carico di chi;

è per questo che la lacuna normativa del nostro ordinamento va al più presto colmata, adeguandosi alla legislazione vigente nei Paesi europei più sensibili alle tematiche ambientali,

impegna il Governo a valutare la possibilità di introdurre, con la massima urgenza, nel nostro ordinamento un limite massimo nella concentrazione di PFOA nelle acque potabili, così come accade nei Paesi europei a maggior sensibilità ambientale.

(1-00173)