• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/07655    da qualche tempo circola con insistenza l'ipotesi che i Tornado italiani possano partecipare all'azione di bombardamento delle postazioni del Daesh in Iraq, questione che deve in ogni caso...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07655presentato daDI STEFANO Manliotesto diMercoledì 3 febbraio 2016, seduta n. 561

   MANLIO DI STEFANO, SIBILIA, SPADONI, SCAGLIUSI, GRANDE, DEL GROSSO e DI BATTISTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   da qualche tempo circola con insistenza l'ipotesi che i Tornado italiani possano partecipare all'azione di bombardamento delle postazioni del Daesh in Iraq, questione che deve in ogni caso essere discussa e approvata dal Parlamento; peraltro, i caccia italiani hanno già in altre occasioni effettuato bombardamenti nell'ambito di missioni internazionali; è già accaduto negli anni scorsi in Libia, in Afghanistan, in Kosovo, nel Golfo Persico;
   inoltre, da dichiarazioni stampa rilasciate dal Presidente del Consiglio Renzi e dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Gentiloni si apprende che il contingente attualmente presente a Erbil con la funzione di addestramento dei peshmerga sarà ulteriormente aumentato e che, contestualmente, oltre 450 militari dovrebbero essere dispiegati a difesa della diga di Mosul, atteso che è stato ufficialmente assegnato alla ditta Trevi un appalto di messa in sicurezza della stessa per 210 milioni di dollari;
   i Ministri direttamente coinvolti in un'eventuale decisione in tal senso (esteri e difesa) hanno ribadito che la situazione in Iraq è aperta; che è in atto una discussione tra gli alleati sul modo migliore per partecipare all'operazione e che eventuali nuove esigenze verranno valutate e passeranno al vaglio del Parlamento;
   tuttavia, l'articolo 11 della Costituzione nella sua prima parte recita il «ripudio della guerra» (passo che nel suo discorso d'insediamento è stato ricordato proprio dal Presidente Sergio Mattarella), e dunque serve un passaggio parlamentare per dare il via alla missione «offensiva»;
   ciò che, a parere degli interroganti, viene sottaciuto, o quantomeno sottovalutato, è che qualora i caccia italiani dovessero iniziare a bombardare in Iraq occorrerebbe di conseguenza elevare ulteriormente il livello di allerta nel nostro Paese contro il rischio di attentati terroristici;
   il ritardo con il quale, ormai abitualmente, viene varato il decreto-legge di rifinanziamento delle missioni internazionali sembrerebbe avvalorare l'ipotesi di un coinvolgimento dell'Italia in un questo teatro di guerra attraverso l'inserimento di contingenti militari nel contesto delle operazioni di «pace» che semestralmente vengono sottoposte all'attenzione del Parlamento –:
   se non reputi che questo sempre più intenso impegno militare italiano in Iraq, sostegno delle iniziative unilaterali degli Stati Uniti, possa riconfigurarsi come una nuova partecipazione all'occupazione del Paese, pregiudicando sia la sicurezza dei militari sia la paventata esposizione del nostro Paese ad attentati terroristici.
(5-07655)