• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/05181 MANASSERO, GATTI, GUERRA, FORNARO, Stefano ESPOSITO, D'ADDA, SPILABOTTE, PEZZOPANE, PEGORER, ZANONI, ALBANO, AMATI, BORIOLI, DIRINDIN, FILIPPI, GOTOR, IDEM, LAI, LO MORO, PAGLIARI,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05181 presentata da PATRIZIA MANASSERO
martedì 2 febbraio 2016, seduta n.569

MANASSERO, GATTI, GUERRA, FORNARO, Stefano ESPOSITO, D'ADDA, SPILABOTTE, PEZZOPANE, PEGORER, ZANONI, ALBANO, AMATI, BORIOLI, DIRINDIN, FILIPPI, GOTOR, IDEM, LAI, LO MORO, PAGLIARI, RICCHIUTI, RUTA, SOLLO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

i voucher (buoni lavoro) sono stati introdotti, nell'ordinamento italiano, dalla legge delega n. 30 del 2003 (art. 4, comma 1, lettera d)) per regolamentare la retribuzione delle prestazioni occasionali di lavoro di tipo accessorio, poi disciplinate dal decreto legislativo n. 276 del 2003 (artt. 70-73);

un voucher del valore di 10 euro corrisponde al pagamento di un'ora di lavoro e di questi 7,50 euro vanno al lavoratore, 1,30 euro alla gestione separata dell'Inps, 70 centesimi sono destinati all'Inail per l'assicurazione anti-infortuni e il resto compensa la gestione del servizio;

il sistema dei "buoni" è stato introdotto nel 2003 con l'intento di favorire l'emersione del lavoro nero e consentire il pagamento per lavori occasionali e discontinui (come il giardinaggio, l'assistenza domestica, le ripetizioni private), per prestazioni di lavoro accessorie, cioè non regolamentati con i classici contratti;

tuttavia, l'intento iniziale è stato disatteso prima dalla legge n. 191 del 2009 (legge finanziaria per il 2010) e quindi dal decreto legislativo n. 81 del 2015, che hanno introdotto significative modifiche in ordine al campo di applicazione del lavoro accessorio, che di fatto è stato esteso a tutte le categorie lavorative;

da un rapporto dell'INPS, risulta che dall'8 agosto 2008, data della loro introduzione, fino al 30 giugno 2015, i "buoni" del lavoro, utilizzati per la retribuzione delle prestazioni di lavoro accessorio, sono stati 212,1 milioni;

dallo stesso rapporto INPS emerge, inoltre, che la vendita dei voucher è progressivamente aumentata nel tempo, con un tasso medio di crescita del 70 per cento dal 2012 al 2014 e del 75 per cento nel primo semestre del 2015, rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. In costante aumento è anche il numero dei lavoratori retribuiti con i buoni lavoro, che nel 2014 ha superato il milione (1.016.703);

la tipologia di attività per cui è stato acquistato il maggior numero di voucher è il commercio (18 per cento) seguita dai servizi (13,7 per cento) e dal turismo (13 per cento). Il ricorso ai buoni lavoro è concentrato nel nord del Paese, e in particolare nel nord-est, che con 82 milioni di voucher venduti incide per il 38,7 per cento. La Lombardia, con 37,5 milioni, è la regione in cui sono stati venduti più buoni lavoro, seguita dal Veneto (29,9 milioni) e dall'Emilia-Romagna (26,3 milioni);

i vincoli sull'uso dei voucher sono minimi: il datore di lavoro può elargire al massimo 2.000 euro in voucher per ogni lavoratore, il lavoratore può guadagnare in voucher non più di 7.000 euro all'anno. Il datore di lavoro non ha comunque limiti sul numero di persone da pagare con i voucher; ciò fa sì che questi potrebbe anche cambiarne uno al giorno e utilizzarne 300 all'anno;

considerato che:

come si evince anche da alcune inchieste giornalistiche (si vedano un articolo de "la Repubblica", del 20 gennaio 2016, e un servizio della trasmissione "Report", puntata "Nero a metà", del 22 novembre 2015), il sistema dei voucher non aiuterebbe a contrastare il lavoro nero ma, al contrario lo proteggerebbe e lo alimenterebbe, nascondendo di fatto, dietro un singolo voucher, intere giornate di impiego non regolamentate ("è diventato così flessibile che sembra quasi legittimare il lavoro nero. Con pochi centesimi copro 8 ore di lavoro pagando l'assicurazione per una. Arriva un controllo? Pronti c'è il voucher; succede un incidente? Proprio in quel momento stava lavorando con il voucher. Poi vatti a rivalere. Nel 2014 le denunce di infortuni coperte dai voucher sono stati 1399, nel 2015 si stima anche di più. Mica saranno tutti truffatori è evidente che ci auguriamo che siano tutti onesti. Però l'Inail ha ragionato sul fatto che potrebbe liquidare degli infortuni senza che ci sia stata l'adeguata copertura?");

il direttore della Centrale rischi Inail, intervistato dalla redazione di "Report", avrebbe dichiarato che ad oggi non è stata effettuata una ricognizione specifica su entrate ed uscite relative all'erogazione dei voucher;

secondo i rilievi della Uil, i voucher producono 70 milioni di euro di elusione fiscale ogni anno: gli oltre 46.000 lavoratori pagati con essi genererebbero un mancato gettito dell'Irpef, l'imposta sul reddito, pari a 57,8 milioni di euro e un mancato gettito dell'Irap, imposta sulle attività produttive, di 12,2 milioni;

considerato, inoltre, che:

i buoni lavoro spesso rappresentano non un lavoro accessorio, ma l'unico mezzo di sostentamento di lavoratori svantaggiati che, a seguito di tale cortocircuito normativo, non hanno diritti, non maturano il trattamento di fine rapporto, non maturano ferie, non hanno diritto alle indennità di malattia e di maternità, né agli assegni familiari; in compenso si offre a datori di lavoro senza scrupoli lo strumento per truffare l'Inail; infatti, sempre più spesso, la maggior parte degli incidenti al lavoro si verificano "casualmente" il primo giorno di lavoro;

uno dei maggiori problemi legato ai voucher è quello relativo ai controlli. Sul punto, nel medesimo servizio giornalistico, il presidente dell'Inps ha affermato: "L'attività ispettiva è limitata. Noi possiamo intervenire unicamente per controllare che venga rispettato, in virtù di circolari ministeriali. Noi possiamo intervenire soltanto per controllare che venga rispettato il limite. Voi sapete che ci sono due limiti. Il limite massimo che è stato elevato a 7.000 euro per il singolo lavoratore. E poi del singolo committente a 2.000 euro. Noi possiamo intervenire per controllare che questo venga rispettato. Non possiamo entrare nel merito della prestazione lavorativa", mentre l'Agenzia unica ispettiva del lavoro, prevista dal "Jobs Act" (decreto-legge n. 34 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 78 del 2014) dovrà occuparsi, con ispettori precari, di sicurezza, infortuni, contribuzione e rispetto delle norme contrattuali,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario ed urgente prevedere un monitoraggio sugli eventi infortunistici denunciati, in relazione all'utilizzo dei buoni lavoro, e valutare l'effettivo stato delle perdite economiche conseguenti per le casse dello Stato;

se non ritengano necessario riconsiderare le modalità di utilizzo dello strumento del voucher, restringendo gli ambiti di applicazione e le tipologie di lavoratori ed applicando un sistema di controllo mirato ed efficace, che tuteli, davvero, i lavoratori, la libera concorrenza e contrasti l'evasione fiscale.

(4-05181)