Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/01382 nel documento di Aggiornamento del programma infrastrutture strategiche (PIS), a cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (XI Allegato infrastrutture, aggiornamento settembre...
Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01382presentato daDE ROSA Massimo Felicetesto diMercoledì 6 novembre 2013, seduta n. 112
DE ROSA, BUSTO, DAGA, MANNINO, SEGONI, TERZONI, TOFALO, ZOLEZZI e TRIPIEDI. —
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nel documento di Aggiornamento del programma infrastrutture strategiche (PIS), a cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (XI Allegato infrastrutture, aggiornamento settembre 2013), pubblicato in allegato al Documento di economia e finanza si afferma, a proposito delle nuove autostrade previste in project financing, che «bisogna alleggerire il bilancio dello Stato da contributi pubblici già stanziati o da stanziare per la realizzazione di nuove opere autostradali ponendo a carico del concessionario gli oneri finanziari relativi»;
le grandi opere autostradali della Lombardia, si basano su progetti concepiti senza una visione strategica, in totale latitanza di una programmazione della mobilità, semplicemente sulla scorta di aspettative finanziarie tanto ottimistiche da essere travolte dalla crisi che si è abbattuta su molti altri investimenti di natura speculativa, intrapresi senza adeguata considerazione dei rapporti tra costi e benefici;
tale incongruenza costituisce il principale «baco» dell'enorme blocco di investimenti (per complessivi 10 miliardi di euro) destinati alla terna BreBeMi-TEM-Pedemontana, opere di cui è ormai chiaro da tempo che gli effetti sulla mobilità regionale o non vi saranno affatto, come nel caso di BreBeMi, o, se vi saranno, serviranno una domanda di mobilità largamente insufficiente in rapporto a quanto ipotizzato per giustificare la copertura dell'investimento;
l'esortazione del Governo significa che la Tem non può contare sui 350 milioni previsti nel «Decreto del Fare» e che la recente richiesta formalizzata dal presidente della provincia di Milano, di un finanziamento statale straordinario di 590 milioni di euro (da aggiungere al miliardo già speso) per rendere appetibile la Pedemontana agli occhi di ipotetici investitori privati, è semplicemente irricevibile;
nel documento del Governo si afferma in modo chiaro che i concessionari devono puntare al «recupero di efficienza» da perseguire anche con l'integrazione di concessioni su più tratte della rete esistente, e che tale recupero deve consentire di operare il completamento tecnologico, strutturale e ambientale della rete in concessione d'esercizio;
l'indicazione del documento governativo, nell'affermare perentoriamente che i relativi oneri finanziari devono essere posti a carico del concessionario, esclude anche l'eventualità di aumenti tariffari sulla rete esistente «perché sarebbero intollerabili per l'economia del Paese», e pertanto non fornisce alcuna via di fuga;
la regione Lombardia è ormai sbilanciata nell'avviamento di cantieri autostradali sguarniti di garanzie finanziarie;
ci sono ancora molti margini d'azione e di limitazione del danno, per quanto riguarda larga parte dello sviluppo di TEM e Pedemontana, per rivisitare i progetti alla luce del nuovo quadro delle risorse, per evitare di aprire cantieri destinati a diventare eterni per mancanza di linfa finanziaria, per chiudere cantieri senza futuro, per evitare di assistere impotenti a inutili scempi di territorio e a evitabili sprechi di risorse ambientali ed economiche, e per dirottare risorse, le poche realmente disponibili, verso la risoluzione delle vere criticità e dei colli di bottiglia della rete regionale della mobilità –:
se il Governo intenda compiere passi in questa direzione, con adeguata determinazione e con la consapevolezza che ad essere in gioco è una parte assolutamente rilevante delle aspettative di sviluppo della regione Lombardia. (5-01382)