• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/01392 il rapporto Cedap 2013 del Ministero della salute evidenzia una mortalità neonatale in Italia ai livelli minimi, tra le migliori in Europa, 2,72 per 1000 nati, con oltre 500.000 neonati...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01392presentato daBINETTI Paolatesto diMercoledì 6 novembre 2013, seduta n. 112

BINETTI, MONCHIERO e SBERNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il rapporto Cedap 2013 del Ministero della salute evidenzia una mortalità neonatale in Italia ai livelli minimi, tra le migliori in Europa, 2,72 per 1000 nati, con oltre 500.000 neonati all'anno. Tutto questo è merito dei progressi in neonatologia, e dell'aver preso atto che i piccoli pazienti hanno necessità e specificità in medicina;
così come messo in evidenza attraverso il messaggio che il Ministro interrogato, ha rivolto agli esperti riuniti a Firenze per il XIX Congresso della Sin, la Società italiana di neonatologia: «È necessario far sì che ad ogni parto venga garantito un livello essenziale ed appropriato di assistenza ostetrica e pediatrico/neonatologica, che venga implementata l'appropriatezza e la sicurezza nell'erogazione delle cure, garantita la presa in carico e la continuità assistenziale per la puerpera ed il neonato, con particolare responsabilità in caso di dimissioni di neonati che necessitano di cure più impegnative»;
tuttavia, la Sin, denuncia che nonostante il 60 per cento di neonati definiti sani, spesso il giudizio di normalità espresso alla nascita può essere ingannevole, pertanto la nuova sfida, secondo i neonatologi italiani, è la prevenzione delle malattie neonatali più diffuse: cardiopatie congenite, encefalopatie, la sepsi e l'ittero. Tutto ciò per non dimenticare la presenza di eventi sanitari negativi e la permanenza di differenze strutturali e tecnologiche tra le diverse aree regionali;
le anomalie che si verificano solo qualche giorno dopo la nascita dei neonati, che non hanno manifestato immediate malattie evidenti, secondo quanto spiegano gli esperti della Sin, è dovuto ad eventi legati alla transizione dalla vita intrauterina a quella extrauterina, che se considerati nella loro globalità, si realizzano in un esteso arco temporale. Ne deriva che eventuali disordini dell'adattamento hanno diversificati periodi di latenza prima di raggiungere l'espressività clinica;
si verifica spesso che il giudizio clinico di normalità che è possibile formulare alla nascita è, pertanto, necessariamente provvisorio e va confermato da successive osservazioni. In altri termini il neonato «apparentemente» sano alla nascita presenta, almeno teoricamente, tutta una serie di rischi potenziali di turbative del processo di adattamento alla vita extrauterina, che vanno sistematicamente esclusi mediante una procedura di follow-up clinico ben definita;
purtroppo accade che – secondo quanto evidenziato anche dal presidente della Società italiana di neonatologia – mandando a casa presto i neonati e non dopo quattro o cinque giorni come si faceva in passato non si possano identificare in modo adeguato anche le più comuni patologie;
alla luce delle mozioni discusse e approvate alla Camera, il 29 ottobre 2013, sulla celiachia è importante tener presente che, soprattutto per i bambini, la celiachia può comportare una serie di disturbi che interessano il processo della crescita, dello sviluppo delle capacità e che, comunque, possono indurre una sofferenza grave di tutto quello che è il sistema e l'apparato gastrointestinale, il sistema renale e tutta una serie di alterazioni che rendono più difficile la vita di questi bambini; tutto ciò si può prevenire attraverso uno screening precoce messo a punto secondo una metodica dell'Istituto di pediatria dell'università «La Sapienza», che è tutt'altro che invasiva; è una metodica molto semplice, che si fa sulla saliva dei bambini –:
se non ritenga opportuno promuovere screening neonatali obbligatori e sistematici, attuati con controlli ravvicinati per tutto il primo mese di vita, coinvolgendo il neonatologo ed il pediatria di famiglia attraverso idonee raccomandazioni, modalità e tempistiche, attuando politiche sanitarie e azioni atte a migliorate la qualità e l'appropriatezza dell'assistenza neonatale, così come dichiarato dal Ministro della salute rendendo pienamente operativo il programma nazionale sanitario. (5-01392)