• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03513-A/006    premesso che:     la riforma Gelmini, legge n. 240 del 2010 ha introdotto il costo standard per studente in corso, un nuovo metodo per quantificare i contributi dei...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03513-A/006presentato daPES Caterinatesto diMercoledì 10 febbraio 2016, seduta n. 566

   La Camera,
   premesso che:
    la riforma Gelmini, legge n. 240 del 2010 ha introdotto il costo standard per studente in corso, un nuovo metodo per quantificare i contributi dei finanziamenti da erogare alle Università statali, calcolato in base ai costi che gli atenei sostengono per i diversi corsi di studio, spese del personale docente, degli amministrativi, dei servizi didattici, strumentali e organizzativi e il numero degli studenti iscritti in corso;
    il costo standard, introdotto per superare la spesa storica di ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario alle Università, è stato utilizzato per la prima volta nel 2014 per ripartire il 20 per cento delle risorse della quota base agli Atenei, nel 2015 si è passati al 40 per cento, nei 2018 si raggiungerà il 100 per cento;
    il nuovo metodo per l'erogazione dei contributi statali alle Università, che si configura sulla ripartizione dei fondi in base al «merito» di avere un numero maggiore di studenti in corso, penalizza fortemente gli Atenei del Mezzogiorno, soprattutto quelli della Sardegna, già sofferenti per il gap dell'insularità, che finora hanno avuto una riduzione di finanziamenti di oltre un quinto, rispetto alle risorse statali degli anni precedenti;
    gli effetti negativi del costo standard, si riversano maggiormente sugli studenti che, oltre alle condizioni geografiche-insulari e alle carenze infrastrutturali, ha problemi economici, poiché appartenente a famiglie meno abbienti ed è costretto a studiare e lavorare per terminare gli studi universitari e, quindi, il numero dei fuori corso al primo e secondo anno è quasi fisiologico; le scarse risorse incidono molto anche sulla disponibilità delle borse di studio e tra gli idonei a riceverle, uno su quattro non la ottiene per mancanza di fondi;
    negli Atenei dell'isola, molto rilevante è anche il fenomeno degli abbandoni, una quota significativa di iscritti lascia gli studi definitivamente dopo il primo anno, tanti accedono all'università con un bagaglio di competenze relativamente limitato; in queste realtà è necessario destinare più risorse per incrementare le competenze in entrata degli immatricolati, favorire i servizi di tutorato, o possibili interventi di recupero e, se necessario, dare maggiori finanziamenti per migliorarli nel tempo;
    spesso, negli Atenei della Sardegna il ritardo degli studenti per completare gli studi, è dovuto anche alle differenti prospettive di impiego sul mercato del lavoro, molto più favorevoli in alcuni ambiti territoriali, ad esempio, al nord, ove ci si sente più motivati alla conclusione in tempi rapidi del diploma universitario;
    nelle regioni meno sviluppate del Paese la percentuale dei laureati con genitori laureati è molto inferiore alla media nazionale, che a sua volta è molto più bassa di quella dei Paesi dell'OCSE, è importante incentivare la formazione universitaria, che rappresenta il motore di crescita sociale, una possibilità in più per chi proviene da condizioni economiche e sociali più modeste, per modificare la propria posizione sociale, per consentire, dunque, agli studenti, meno abbienti, di avere nell'università e dall'università gli strumenti per costruire un mondo migliore, di crescita sia a livello individuale che collettivo;
    alla luce delle criticità esposte e considerando che anche il CUN, Consiglio Universitario Nazionale, nell'adunanza del 2014 relativa al parere sul F.F.O., aveva espresso forti perplessità sul costo standard e dichiarato: «Ribadisce che il quadro di costante e progressiva riduzione del complesso delle risorse finanziarie e umane condurrà il sistema universitario italiano ad una crisi irreversibile, in conseguenza della quale gli Atenei e le comunità accademiche non saranno più in condizione di assolvere i propri compiti istituzionali, di procedere alla formazione delle giovani generazioni, di promuovere la ricerca scientifica e di contribuire al contempo allo sviluppo e alla diffusione della cultura, valore costituzionalmente elevato a principio fondamentale della nostra Repubblica»;
    esprime forti riserve circa l'assenza di informazioni sul metodo del «costo standard unitario di formazione per studente in corso» quale parametro per l'attribuzione di parte del FFO, circostanza che non consente un pieno esercizio dell'attività consultiva di competenza e ritiene pertanto di dover sospendere ogni giudizio di merito,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di rivedere i parametri per l'assegnazione dei fondi ordinari da devolvere alle Università Italiane, con particolare riguardo a quelle situate sulle isole maggiori, in specifici e disagiati contesti economici, territoriali e infrastrutturali, in particolare della Sardegna, per incentivare lo sviluppo formativo delle giovani generazioni che intendono intraprendere studi universitari, per contrastare il fenomeno del calo delle iscrizioni, nonché per sostenere le attività degli Atenei del Mezzogiorno;
   a valutare l'opportunità di reperire risorse aggiuntive a sostegno delle Università della Sardegna, per evitare l'inevitabile soppressione di alcuni corsi di laurea, con conseguente riduzione dei docenti, riduzione dell'attività di ricerca e degli studenti in corso.
9/3513-A/6. Pes, Francesco Sanna, Cani, Giovanna Sanna, Marrocu, Marco Meloni, Mura, Pinna, Scanu.