• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/05248 CONSIGLIO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che: il 17 settembre 2015 la Commissione europea ha adottato una proposta di atto normativo...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05248 presentata da NUNZIANTE CONSIGLIO
martedì 9 febbraio 2016, seduta n.574

CONSIGLIO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:

il 17 settembre 2015 la Commissione europea ha adottato una proposta di atto normativo (COM(2015)460 final) che autorizza un accesso temporaneo supplementare, nel mercato dell'Unione europea, dell'olio di oliva tunisino al fine di sostenere la ripresa economica della Tunisia a seguito dei recenti attacchi terroristici;

la misura prevede di mettere a disposizione, dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, un contingente tariffario senza dazio unilaterale di ulteriori 35.000 tonnellate all'anno, che si attiverà al termine del precedente, per le esportazioni tunisine di olio di oliva nell'Unione europea in aggiunta alle 56.700 tonnellate previste dall'accordo di associazione tra UE e Tunisia;

l'esame da parte del Parlamento europeo della proposta di regolamento è previsto per la fine del mese di febbraio 2016;

la misura proposta dalla Commissione europea, per portare solidarietà alla Tunisia, in grave crisi economica, ha sollevato forti preoccupazioni nei produttori del comparto olivicolo italiano. Appare chiaro che il maggior quantitativo di olio di oliva tunisino, che affluirà nel mercato europeo, porterà seri danni alle produzioni di olio di oliva soprattutto italiane;

infatti, dopo le mancate produzioni degli ultimi anni, ossia dal 2013 al 2015, dovute alle avversità atmosferiche, nonché alla fitopatologia della Xylella fastidiosa (che hanno causato una perdita di quota di mercato di circa il 40 per cento annuo di volumi di olio di oliva) esiste la concreta possibilità che il nuovo contingente di 35.000 tonnellate di olio di oliva tunisino senza dazio (che rappresenta un decimo della produzione italiana che si attesa a circa 330.000 tonnellate) soppianti le esportazioni di olio italiano, imponendosi irreparabilmente sul mercato europeo a danno delle nostre produzioni;

altro rischio, non di poca importanza, è quello che l'olio tunisino possa essere falsamente etichettato come olio di origine comunitaria se non addirittura di origine italiana, come comprovato anche dai recenti sequestri effettuati di olio extra vergine di oliva proveniente dal nord Africa commercializzato come olio made in Italy;

incrementare la quota di olio tunisino a dazio nullo nell'area UE potrebbe rivelarsi un grave errore, perché amplierebbe ulteriormente il rischio di contraffazione del prodotto made in Italy e di frode dei consumatori, problemi con i quali il comparto primario già sta facendo i conti da molto tempo;

l'interrogante si rende conto delle ragioni di solidarietà, sia politica che economica, che hanno spinto l'Unione europea ad adottare questa misura, ma non può dimenticare coloro che faranno le spese di questa strategia, ossia gli olivicoltori italiani, produttori che già si trovano a dover fare i conti con la crisi del mercato olivicolo e non possono essere in grado di sopportare le eventuali conseguenze negative di questa scelta europea,

si chiede di sapere:

quali misure di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare affinché l'olio tunisino, ammesso all'importazione senza dazio, sia controllato con misure rigide di tracciabilità e commercializzazione che impediscano l'eventualità che sia etichettato come made in Italy;

quali iniziative intenda assumere, nelle opportune sedi europee, per tutelare gli interessi del settore olivicolo e oleario nazionale in merito alla proposta di regolamento sull'introduzione di misure commerciali autonome di emergenza a favore della Repubblica tunisina.

(4-05248)