• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01273    nel 1992 fu siglato un protocollo di intesa tra il Ministro per gli interventi delle arre urbane, il Ministro della difesa, il Ministero per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, il...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01273presentato daLABRIOLA Vincenzatesto diMartedì 16 febbraio 2016, seduta n. 570

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della difesa – per sapere – premesso che:
   nel 1992 fu siglato un protocollo di intesa tra il Ministro per gli interventi delle arre urbane, il Ministro della difesa, il Ministero per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, il presidente della regione Puglia, il presidente della provincia di Taranto e il sindaco di Taranto per la delocalizzazione delle installazioni militari navali sul Mar Piccolo ed il recupero e la valorizzazione degli immobili dismessi;
   i soggetti firmatari, con tale protocollo, convennero che «Costituiscono obiettivi primari per l'area di Taranto la delocalizzazione delle installazioni militari navali sul mar Piccolo ed il recupero e la valorizzazione degli immobili e degli spazi così dismessi, al fine di consentire un uso da parte della collettività aderente a nuovi modelli di sviluppo della Città stessa, riferiti alla sistemazione viaria, alla promozione di nuove imprenditorialità a vocazione turistica, ad una accresciuta rete di servizi e di verde pubblico»;
   inoltre, fu rilevato che le finalità di pubblico interesse, elencate nel protocollo, fossero «coerenti con i progetti strategici di cui alla delibera CIPE 12 maggio 1988, recante l'aggiornamento del programma triennale di sviluppo del Mezzogiorno per il triennio 1988-1990 e con gli obiettivi primari dell'intervento straordinario di cui alla legge 1o marzo 1988 n. 64»;
   per il perseguimento di tali obiettivi fu prevista la costituzione di un apposito comitato per l'area di Taranto;
   con la mozione sul Mezzogiorno la n.  1-00766,  accolta nella seduta del 14 aprile, si impegnava, in particolare, l'Esecutivo «a valutare l'opportunità di favorire intese, anche fra le diverse amministrazioni pubbliche, per mettere al servizio del territorio le strutture presenti e attualmente adibite a compiti istituzionali, sviluppandone le potenzialità al fine di promuovere il recupero e la riqualificazione sociale dei centri urbani, in particolare quelli soggetti ad un pesante degrado, con particolare riferimento all'uso per tale scopo dell'Arsenale Marittimo di Taranto»;
   il Tavolo per Taranto, istituito dal decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, recante «Disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto», convertito, con modificazioni, dalla legge 4 marzo 2015, n. 20, si è riunito lo scorso autunno nella prefettura del capoluogo ionico sotto il coordinamento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti per delineare la strategia di riqualificazione e di sviluppo del territorio;
   l'incontro tenuto si è soffermato sull'esame dello schema di contratto istituzionale di sviluppo e sulla verifica del cronoprogramma che dovrà portare a breve all'approvazione da parte del Cipe dei progetti che riguarderebbero, in particolare, il recupero della città vecchia, il porto, la bonifica dell'area esterna all'Ilva e il rilancio dell'Arsenale della Marina militare. Il Contratto di sviluppo fa parte integrante del cosiddetto masterplan per il Sud;
   il contratto, da quanto pubblicato dalla stampa, avrebbe un valore di circa 800 milioni, di cui in particolare 390 milioni per il sistema portuale, 207 milioni per il completamento dell'ospedale, 91 milioni per le bonifiche, 89 milioni per l'edilizia abitativa e la riqualificazione del quartiere Tamburi e del centro storico, 30 milioni per altre infrastrutture. Si sarebbe anche concordato, per quanto riguarda l'Arsenale, di prevedere, a fianco dell'utilizzo di una parte dell'area per sviluppo turistico e culturale, la valorizzazione della produttività del sito per la manutenzione e lo sviluppo della cantieristica;
   secondo lo schema definitivo relativo alla riforma portuale, varato dal Governo il 21 gennaio 2016, le autorità portuali nazionali sono state ridotte da 24 a 15, prevedendo per la Puglia le sedi di Bari e Taranto. Poiché in un primo momento si era parlato di solo 14 autorità portuali si è fortemente temuto la scelta della sede di Bari a scapito di Taranto, destando forti preoccupazioni per le sorti del porto;
   infatti, per rilancio del porto di Taranto si sta lavorando da molto tempo; in particolare, come si legge nella relazione annuale 2014 l'autorità portuale di Taranto ha svolto nel 2013 le attività connesse all'accordo (Memorandum of Understanding – MoU) siglato il 19 aprile 2012, con la PORInt, Port of Rotterdam International;
   il rapporto riporta che «Nel mese di maggio 2014, AP ha partecipato ad un incontro con i vertici del Porto di Rotterdam per discutere di eventuali collaborazioni tra i due porti e per valutare le possibilità di estendere il MoU già siglato con lo scalo olandese. In aggiunta, grazie al supporto fornito dai PORInt nelle precedenti annualità, l'AP di Taranto ha ulteriormente rafforzato i rapporti con l'operatore olandese The Greenery B.V. Nel corso del 2014, infatti, l'Ente ha messo in atto una serie di azioni finalizzate all'organizzazione di una missione istituzionale a Rotterdam durante la quale individuare nuove possibilità di collaborazione e collegamenti anche nell'ambito di iniziative comunitarie a titolarità dell'AP di Taranto. A tal fine, l'AP si è resa promotrice di una nuova visita presso gli stabilimenti della The Greenery B.V., da realizzare nel mese di gennaio 2015, quale azione di interesse per l'implementazione delle attività previste dai progetto TEN-T di cui è titolare»;
   tale apertura a Rotterdam rappresenta sicuramente una grande opportunità per il futuro del porto di Taranto e per l'intera comunità, soprattutto nell'ottica di una espansione nel Mediterraneo ed oltre;
   lo scorso agosto, nell'ambito del riordino del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con l'attuazione della riforma museale, è stata nominata, dal Ministro, la nuova direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto (MArTa), Eva Degl'Innocenti, 39 anni, che, laureata in conservazione dei beni  culturali a Pisa, scuola di specializzazione di archeologia e dottorato di ricerca europeo presso l'università di Siena in Storia, archeologia e archivi del Medioevo, per più di un decennio si è occupata di scavi archeologici tra Italia e Tunisia, è stata, inoltre, ricercatrice e project manager del Museo Nazionale del Medio Evo di Parigi e dal 2013 è stata direttrice del servizio dei beni culturali e del museo/centro d'interpretazione «Coriosolis» della Comunità dei Comuni Plancoet Plélan in Bretagna;
   tale nomina aveva fatto ben sperare per un rilancio del MArTA, istituito nel 1887 e con sede dell'ex Convento di San Pasquale di Baylon, edificato nel XVIII secolo, che ospita numerose collezioni greche-romane ed apule tra cui gli antichi Ori che hanno reso famoso il Museo in tutto il mondo;
   con la successiva riforma delle soprintendenze, messa a punto dallo stesso Ministero, in Puglia la sede per la soprintendenza unica è stata assegnata a Lecce e non a Taranto, «scippando» la città di un ente culturale di grande rilievo in ambito archeologico –:
   quali iniziative, alla luce di quanto espresso in premessa, intenda assumere il Governo per sostenere tutti i progetti in itinere già programmati o in via di definizione a favore della città e dell'area di Taranto, per il rilancio ambientale, sociale, economico, infrastrutturale e, in particolare, culturale, soprattutto a seguito dell'istituzione della soprintendenza archeologica unica pugliese.
(2-01273) «Labriola, Pisicchio».