• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/12118    l'attività di promozione, valorizzazione, gestione e salvaguardia dell'immenso patrimonio artistico italiano è purtroppo nuovamente protagonista nella cronaca della pagine culturali...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12118presentato daSPADONI Maria Ederatesto diMercoledì 17 febbraio 2016, seduta n. 571

   SPADONI, MASSIMILIANO BERNINI, DALL'OSSO, SARTI, DELL'ORCO e FERRARESI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   l'attività di promozione, valorizzazione, gestione e salvaguardia dell'immenso patrimonio artistico italiano è purtroppo nuovamente protagonista nella cronaca della pagine culturali delle varie testate giornalistiche, con il segno rovesciato in negativo;
   dalla «Gazzetta di Reggio» del 18 gennaio 2016 si apprende che: «Fino al 31 dicembre 2015 luogo dove — come ama affermare lo storico tedesco Stefan Weinfurter – “è nato Io Stato laico”, il Castello di Canossa, era gestito dalla Provincia di Reggio Emilia. Con la riforma – targata Delrio, l'ente ha perso la competenza turistica sul sito e, dal 1o gennaio, il castello sarebbe dovuto passare interamente nelle mani del custode. Non solo l'ingresso sarebbe diventato gratuito – proseguendo la cattiva abitudine degli italiani di non dare un valore, anche economico, alla bellezza culturale del loro Paese – ma sarebbe dipeso dai turni lavorativi di un unico uomo»;
   dal quotidiano si apprende dunque che il Castello di Canossa, come detto luogo storico e culturale di elevato pregio, rischia la chiusura a seguito dei pesanti tagli alla cultura ed oggi anche gravato dal rischio erosione; spiega infatti il sindaco di Canossa, Luca Bolondi che dal primo gennaio 2016, con la chiusura delle province, è cessata anche la collaborazione con la cooperativa «Archeosistemi», che da circa 6 anni ha in gestione la struttura e l'organizzazione del sito;
   pertanto l'antico maniero di Canossa, sull'Appennino reggiano, divenuto celebre in tutta Europa per l'umiliazione che subì l'imperatore Enrico IV, costretto a scendere a patti con Papa Gregorio VII grazie all'intermediazione della contessa Matilde di Canossa, dopo essere stato scomunicato dal pontefice, sembrerebbe a rischio di chiusura;
   a quanto consta agli interroganti, una «spada di Damocle» ancora più pesante pende però sul capo dell'antica fortezza; infatti, con la continua erosione che insiste sull'argilloso terreno appenninico, tra frane e smottamenti, calanchi stanno avanzando e si avvicinano inesorabilmente al castello;
   negli ultimi anni, spiega il Sindaco: «[...] la situazione è peggiorata molto, l'erosione è arrivata fino al parcheggio. È necessario e urgente un intervento, perché la struttura intera potrebbe essere in pericolo o rimanere isolata. [...] Il paradosso», commenta amaramente il primo cittadino «è che ora stiamo combattendo per mantenere un servizio di gestione del polo, ma tutto questo sarà vano, se non ci sarà un'opera di messa in sicurezza dell'area» (Il Fatto Quotidiano, 20 gennaio 2016);
   il sito culturale del quale si discute è un'area che attrae ogni anno circa 20 mila turisti da tutta Europa, un piccolo ma importante contributo per una realtà locale che conta 3.800 abitanti, che però da sola non può farsi carico di un investimento così importante;
   d'altro canto perdere il sito culturale sarebbe un danno enorme, non solo per il piccolo comune reggiano ma anche per l'intero Paese; così l'anno dopo le celebrazioni per il nono centenario della morte della contessa Matilde di Canossa, il suo celebre maniero, più che un tesoro, rischia di diventare un pesante macigno e, in ginocchio, come Enrico IV, presto potrebbe finire l'intero comune di Canossa, con conseguente danno d'immagine per il nostro Paese –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda intervenire, per quanto di competenza e con tutti gli strumenti che ritenga utili, al fine di evitare la perdita definitiva di un sito storico-culturale di tale pregio, scongiurando la chiusura al pubblico dalla quale potrebbe derivare un danno di immagine per il nostro Paese ed un nocumento in termini economici (4-12118)