• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.6/00203    udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla riunione del Consiglio europeo del 18-19 febbraio 2016,    premesso che:     la Gran Bretagna...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00203presentato daRAMPELLI Fabiotesto diMercoledì 17 febbraio 2016, seduta n. 571

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla riunione del Consiglio europeo del 18-19 febbraio 2016,
   premesso che:
    la Gran Bretagna ha intenzione di indire un referendum sulla sua permanenza o uscita dall'Unione europea;
    il Primo Ministro del Regno Unito David Cameron ha elaborato quattro punti principali propedeutici al referendum sulla permanenza britannica nell'Unione europea sui quali il Consiglio europeo deve pronunciarsi nella prossima riunione attraverso un piano di mediazione che dia reciproca soddisfazione;
    all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo ci sono temi relativi alla maggiore competitività, la governance economica, la sovranità, le prestazioni di sicurezza sociale e la libera circolazione;
    a causa delle fallimentari politiche migratorie, il Trattato di Schengen, pilastro fondamentale dell'Unione europea, è stato sospeso da alcuni Stati che hanno reintrodotto i controlli alle frontiere interne tra i quali la Danimarca, la Francia, la Germania, l'Austria, la Norvegia e la Svezia;
    la possibile sospensione delle regole di Schengen rappresenterebbe un grave fallimento dell'Europa;
    resta tuttavia la pesante inadempienza da parte dell'Unione europea relativa a un'equa distribuzione degli arrivi e a tutelare i Paesi più esposti e che hanno molti tratti di costa, come l'Italia o la Grecia;
    la fiducia dei cittadini italiani nei confronti delle istituzioni europee è in continua e grave diminuzione a causa di molteplici fattori quali: il peso eccessivo della burocrazia europea, la supremazia del principio della stabilità rispetto allo sviluppo che ha costretto i governi italiani a pesanti tagli sullo stato sociale e sui comuni non adeguatamente compensate da altrettanti tagli sul fabbisogno statale, la pesante penalizzazione dell'economia italiana e dei suoi settori produttivi, la mancata valorizzazione e tutela del made in Italy; un processo legislativo sovranazionale in contrasto con l'interesse nazionale italiano; mancanza di adeguate politiche migratorie ispirate al principio di equità e sostenibilità,

impegna il Governo:

   a sostenere nel prossimo Consiglio europeo in ogni sede di confronto dell'Unione, la richiesta di revisione dei «sistema di Dublino», al fine di garantire nelle politiche dell'Unione relative ai controlli alle frontiere, all'asilo e all'immigrazione una equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario, come previsto dall'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
   a promuovere, nell'ambito della prossima riunione del Consiglio europeo, una riforma del diritto d'asilo che consenta di accedere al welfare solo agli stranieri che risiedono nel Paese da almeno 5 anni;
   ad assumere iniziative per tenere conto, nella distribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo, dei parametri economici del Paese ospitante per evitare l'esplosione di conflitti sociali; a intervenire sulle politiche di ricongiungimenti familiari;
   sul fronte dell'attività di contrasto all'immigrazione clandestina e al terrorismo in ambito nazionale ed internazionale, a garantire alle nostre forze dell'ordine e di sicurezza tutti gli equipaggiamenti e le strumentazioni a tal fine necessari;
   a promuovere e sostenere ogni iniziativa volta al potenziamento delle frontiere esterne dell'Unione, nonché all'adozione di misure rispetto all'immigrazione che siano condivise dalla totalità degli Stati membri, nel quadro di una strategia unitaria;
   a sollecitare la rapida conclusione degli accordi di riammissione con i Paesi di provenienza dei migranti al fine di rendere più agevoli le procedure di rimpatrio di coloro che non hanno diritto a misure di protezione, e ad applicare le stesse in ambito nazionale, a tal fine, ove necessario, anche rifinanziando l'apposito capitolo di spesa;
   sul fronte della strategia economica a sollecitare l'introduzione di strumenti normativi che valorizzino e promuovano la tutela e la supremazia dell'interesse nazionale permettendo ai singoli Paesi di bloccare norme decise dal Parlamento europeo;
   a introdurre in ambito europeo politiche di contrasto alla contraffazione del made in Italy, allo scopo di tutelare la filiera produttiva nazionale in tutti i settori a partire dall'agricoltura, all'enogastronomia, alla pesca, al tessile, al manifatturiero, alla chimica, alla siderurgia;
   a rafforzare il principio di sussidiarietà promuovendo la democrazia partecipativa orizzontale per fare in modo che le decisioni strategiche economiche e di sicurezza intraprese dalle istituzioni europee siano avvalorate dalle decisioni dei singoli cittadini dei Paesi dell'Eurozona;
   sul fronte della politica bancaria e al fine di garantire la tutela dei consumatori, ad assumere iniziative per sospendere l'introduzione in Italia del bail in;
   a rivendicare la sovranità economica nazionale rispetto alle decisioni della Banca centrale europea;
   a promuovere un processo di trasparenza della Banca centrale europea e di condivisione democratica attraverso cui i cittadini europei possano partecipare in forma associata alle decisioni prese unilateralmente dalla Banca centrale europea;
   sul fronte della politica economica a promuovere in ambito europeo la revisione del fiscal compact;
   con riferimento agli obiettivi posti per il completamento dell'Unione economica e monetaria a promuovere l'inserimento di misure di flessibilità in ambito economico volte a consentire ai Paesi che attraversino deficit economici di rilievo di garantire la ripartenza delle proprie economie.
(6-00203) «Rampelli, Cirielli, La Russa, Petrenga, Taglialatela, Maietta, Totaro, Giorgia Meloni, Nastri».