• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00158 premesso che: il Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio si svolge in un momento in cui le istituzioni europee devono fronteggiare gravi difficoltà: una crescita economica che...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00158 presentata da LUIGI ZANDA
mercoledì 17 febbraio 2016, seduta n.579

Il Senato,
premesso che:
il Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio si svolge in un momento in cui le istituzioni europee devono fronteggiare gravi difficoltà: una crescita economica che ancora stenta a ripartire, il tema dell'insicurezza dei cittadini europei e della coesione delle nostre società, la messa in discussione dei valori fondanti dell'Unione, come quello della solidarietà, dei suoi principi fondamentali, quale è quello della libera circolazione delle persone, e addirittura della sua integrità, a causa del referendum britannico sulla appartenenza all'UE;
di fronte a tale scenario l'Italia intende riproporsi come cardine di un progetto europeo rinnovato e rafforzato nel suo spirito originario, quello di un' "unione sempre più stretta" tra i popoli, e che per ritrovare slancio e prospettiva deve mettere in discussione le incertezze, l'incompletezza, le timidezze dell'Unione come la conosciamo;
si deve dare atto dell'impegno del Governo e del Parlamento italiano nel sostenere una politica fiscale più espansiva, una coerente implementazione del versante "crescita" di quel "Patto per la stabilità e la crescita" interpretato in senso eccessivamente rigorista negli ultimi anni e nel chiedere una adeguata considerazione degli sforzi finanziari sostenuti per l'accoglienza dei migranti, il tutto restando nel sentiero della disciplina di bilancio;
tali posizioni non devono essere lette come un braccio di ferro negoziale volto ad ottenere sconti e deroghe rispetto alle norme vigenti piuttosto come contributo a costruire un'Europa più forte, comprensibile ai cittadini e che imbocchi la strada giusta per opporsi e vincere i pericolosi venti populisti che la spazzano;
nello stesso spirito è preziosa per la salvaguardia stessa dell'anima e dell'identità culturale e politica del progetto europeo la pervicace difesa del principio di libera circolazione delle persone, dell'acquis di Schengen, dell'idea di un'Europa senza frontiere che può sopportare al più un temporaneo, parziale ed eccezionale irrigidimento dei controlli interni ma certo non il germe del ritorno alle vecchie barriere, ai confini tra gli Stati nazionali e a rinnegare la comune cittadinanza comunitaria ed europea;
è da sostenere, pertanto, l'impegno del Governo italiano nel proporre soluzioni e percorsi coraggiosi e innovativi sulla nuova architettura europea e della zona Euro, come fatto con l'apprezzato contributo italiano ("Completare e rafforzare l'Unione monetaria europea") alla cosiddetta "Relazione dei cinque Presidenti" e ancora con l'iniziativa politica della riunione dei Ministri degli esteri dei Paesi fondatori, tenutasi a Roma lo scorso 9 febbraio;
considerato che, sullo stato di implementazione delle decisioni relative alla risposta alla crisi migratoria:
occorre censurare il grave ritardo, l'incompletezza e l'inefficacia dell'Agenda europea sulla migrazione approvata dagli Stati membri ma rimasta sostanzialmente lettera morta quanto al rispetto delle quote di riallocazione dei richiedenti asilo (meno di 300 sui 160.000 previsti), alla solidarietà comunitaria sulla gestione dei rimpatri, al potenziamento di Frontex, alla definizione di una politica comune di asilo e al superamento del sistema Dublino, come testimoniato dalla recentissima comunicazione della Commissione sul tema che pure dà atto che l'unico miglioramento è stato nella percentuale di registrazione delle impronte digitali dei migranti, passata in Italia dal 36 per cento all'87 per cento, oltre all'ancora lenta ma costante istituzione di nuovi hotspot;
occorre altresì, richiamando integralmente le Risoluzioni già approvate dalla Camera dei deputati in data 14 ottobre 2015 (6-00166) e in data 16 dicembre 2015 (6-00183), esprimere fortissima preoccupazione verso una inclinazione a regredire verso risposte nazionali ed egoiste dei singoli Stati, pronti ad alzare muri e a rimettere frontiere che mettono in pericolo le libertà fondamentali sancite dai Trattati di Roma oltre a causare potenzialmente un danno economico di centinaia di miliardi ad economie europee già provate;
sottolineato che le Conclusioni dell'Ecofin del 12 febbraio evidenziano l'importanza di conseguire rapidi progressi nella lotta contro il finanziamento del terrorismo, mediante azioni da attuare nel pieno rispetto dei Trattati;
valutato che, per rilanciare la competitività, occorre favorire una riduzione della sovraregolamentazione UE, come nel caso del Piano per l'acciaio, e il completamento del mercato unico, con particolare riferimento al mercato dell'energia e al mercato digitale;
considerato che, in merito al referendum britannico, va giudicata positivamente sia la disponibilità di tutti a trovare un accordo utile a scongiurare l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, sia il ruolo svolto dal Governo italiano per facilitare questa soluzione, occorre tuttavia sforzarsi maggiormente per trovare un equilibrio più solido tra la necessità di contenere tensioni centrifughe e quella di mantenere un'identità dell'Unione europea forte, definita e significativa sul piano politico, culturale e ideale, evitando accomodamenti che si rivelerebbero inefficaci nel lungo periodo,
impegna il Governo:
a continuare nell'azione di stimolo per una maggiore e più rapida traduzione in realtà degli impegni assunti con l'Agenda europea sulla migrazione, in particolare relativi alla concreta solidarietà con i Paesi più esposti, anche alleviando il peso finanziario della gestione emergenziale secondo le regole vigenti, a insistere per un nuovo sistema comune di gestione dei flussi, per una implementazione delle procedure di riallocazione dei migranti, adoperandosi con forza per preservare lo acquis di Schengen, una delle conquiste più significative del processo di integrazione, e contrastare ogni tentativo di ridurne la portata sul piano dei principi e della estensione geografica;
a promuovere l'adozione a livello europeo di misure per il contrasto del finanziamento del terrorismo, in particolare per quanto riguarda il settore delle valute virtuali, l'accesso alle informazioni sui conti bancari e sui conti di pagamento, gli strumenti prepagati, i movimenti illeciti di denaro;
a favorire, nell'ambito del negoziato con il Regno Unito, soluzioni di compromesso che mantengano la coerenza complessiva e le ambizioni di fondo del progetto europeo, valorizzando opportunamente i margini di flessibilità presenti nei Trattati e in particolare:
a) per gli aspetti relativi all'Unione economica e monetaria, ad assicurare soluzioni che salvaguardino gli interessi degli Stati non membri dell'Eurozona senza precludere la possibilità di procedere sulla strada di una maggiore integrazione all'interno della UEM, nell'ottica di pervenire ad un rapido completamento dell'Unione bancaria e a significativi progressi sul fronte di un'autentica Unione fiscale;
b) sul capitolo negoziale relativo al rispetto della sovranità, ad assicurarsi che l'espressione "Unione sempre stretta fra i popoli europei" mantenga il suo valore politico per consentire di promuovere forme di integrazione più stretta, con vocazione federale, fra gli Stati membri dell'Unione che lo desiderano, assecondando richieste di un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali solo a condizione di non introdurre nuove forme di veto o di freno inopportuno ai processi decisionali europei;
c) sul tema della libera circolazione e dell'accesso ai benefici sociali, ad insistere perché i meccanismi di salvaguardia in caso di afflusso di un numero eccessivo di lavoratori comunitari siano non replicabili in altri Stati membri, effettivamente eccezionali, temporanei e non rechino pregiudizio alle quattro libertà fondamentali dei Trattati;
a rilanciare il dibattito più generale sul futuro dell'Europa, valorizzando appieno le potenziali convergenze con i Paesi di analoga sensibilità, anche sulla scorta della riunione dei Paesi fondatori dello scorso 9 febbraio a Roma e adottando, in coordinamento con gli Stati membri che fanno parte dell'attuale trio di Presidenze (olandese, slovacca e maltese), le necessarie iniziative, sia sul piano politico che su quello della informazione, affinché il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma venga adeguatamente valorizzato, assicurando altresì uno stretto coordinamento fra le amministrazioni più direttamente interessate e una puntuale informazione del Parlamento secondo le modalità stabilite dalla legge n. 234 del 2012.
(6-00158)
ZANDA, SCHIFANI, ZELLER.