• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/07894    il Codacons (associazione di difesa dei consumatori e dell'ambiente istituita nel 1986), dopo la relazione della Corte dei Conti sull’«Italia degli sprechi», ha rilanciato nei giorni...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07894presentato daDAGA Federicatesto diMercoledì 24 febbraio 2016, seduta n. 576

   DAGA, MANNINO, BUSTO, DE ROSA, MICILLO, TERZONI, ZOLEZZI e VIGNAROLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   il Codacons (associazione di difesa dei consumatori e dell'ambiente istituita nel 1986), dopo la relazione della Corte dei Conti sull’«Italia degli sprechi», ha rilanciato nei giorni scorsi, attraverso fonti stampa, i preoccupanti dati sulle opere incompiute nel nostro Paese, pubblicati nel mese di ottobre 2015 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
   dagli elenchi dell'anagrafe del «sistema informativo monitoraggio opere incompiute» del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (il sistema di monitoraggio creato dal Governo nel 2011 con il decreto «SalvaItalia», ma divenuto operativo nel 2013), si rileva che in Italia le opere pubbliche incompiute nel 2013 sono state ben 692 e nel 2014 sono aumentate diventando addirittura 868 opere;
   secondo i calcoli elaborati dal Codacons il costo totale di ponti, strade, dighe e infrastrutture di interesse nazionale, iniziate e mai portate a termine, ammonterebbe a ben 4 miliardi di euro (in media 166 euro a famiglia), e per portarle a compimento servirebbero altri 1,4 miliardi di euro;
   il presidente dell'associazione dei consumatori Carlo Rienzi ha pubblicamente dichiarato che «i miliardi finora spesi per tali infrastrutture irrealizzate, avrebbero potuto abbattere la pressione fiscale per tutti i cittadini ed impedire la nascita di tasse come l'Imu o la Tasi, con benefici immensi per la collettività e l'economia nazionale»;
   il fenomeno delle opere incompiute, è un problema che coinvolge trasversalmente tutta l'Italia dal Nord al Sud, accumunando sia regioni moderne come la Lombardia, il Veneto, la Toscana, sia aree meno sviluppate del Mezzogiorno (a dimostrazione che gli sprechi non hanno colore politico o differenze territoriali). In assoluto la regione con il maggior numero di opere incompiute è la Sicilia con 215 cattedrali nel deserto «certificate»; come per altre regioni del Sud, anche la Sicilia ha subito l'influenza negativa di voler avviare opere pubbliche senza un reale criterio, spinta da una corsa esasperata ai fondi dell'Unione europea, che in realtà ha generato nella gran parte dei casi un incremento incontrollato di opere inutili, riavviate e poi abbandonate;
   secondo il Codacons, il «record assoluto dello spreco» spetta senza dubbio, alla Città dello sport di Tor Vergata a Roma, costata finora ai cittadini oltre 607 milioni di euro. Ciò che resta del progetto è lo scheletro della Vela di Calatrava, un vero e proprio «mostro» urbano che danneggia la città e i residenti della zona. L'indagine prende in considerazione non solo grandi appalti, ma anche piccole opere, come ponti mai utilizzati, dighe progettate negli anni ’60 e lasciate in stato di abbandono, strade che non portano in nessun posto, teatri pronti e mai aperti, infrastrutture lasciate a metà, a causa di costi lievitati, o ancora cantieri inaugurati come opere di «interesse nazionale» e mai conclusi. Questi mostruosi fantasmi urbani, oltre ad aver causato spreco scellerato di denaro pubblico, hanno anche danneggiano irrimediabilmente l'ambiente e il paesaggio degradando la qualità di vita della comunità. In una realtà così articolata e complessa tipicamente italiana, le diverse procure sono impegnate in inchieste per tangenti e corruzione, mentre la Corte dei Conti ogni anno lancia l'allarmi sempre più preoccupanti;
   il presidente dei costruttori dell'Anca, Carlo De Albertis, ha pubblicamente dichiarato che la responsabilità non sono da addurre solo alla crisi, ma anche alla burocrazia e alla corruzione e inoltre afferma che «Nella legislazione in materia c’è poca attenzione al progetto, si fanno le gare armassimo ribasso lasciando il campo aperto alle varianti incontrollate, in questi anni abbiamo perso il 25 per cento delle aziende e quelle sopravvissute hanno fatto i conti con le difficoltà di pagamento delle amministrazioni» –:
   se il Governo non intenda, alla luce dell'enorme spreco di denaro pubblico derivante da pianificazione e programmazione inadeguate degli interventi infrastrutturali, promuovere sin da ora una cabina di regia che abbia il compito di valutare, per ogni singola opera incompiuta, la reale esigenza del suo completamento, unita ad un'analisi costi benefici, e, in caso di valutazione positiva, procedure alla predisposizione di un cronoprogramma finalizzato alla sua realizzazione e quantificare il costo complessivo dell'ultimazione di tutte le opere incompiute, assumendo iniziative per sospendere, fino alla chiusura del cronoprogramma, l'avvio di nuovi interventi infrastrutturali che non siano ritenuti davvero indispensabili, che non abbiano adeguate garanzie sul piano progettuale e finanziario e che, altrimenti, rischiano di andarsi ad aggiungere al già lungo elenco di opere incompiute, il cui unico effetto sarebbe quello di consumare altro prezioso suolo. (5-07894)