Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
S.3/02625 MANCONI, ALBANO, AMATI, ANGIONI, BIGNAMI, BOCCHINO, CANTINI, CASSON, CHITI, CORSINI, D'ADDA, DALLA ZUANNA, DE PIN, DEL BARBA, DI MAGGIO, DIRINDIN, FASIOLO, Elena FERRARA, FILIPPI, FORNARO,...
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02625 presentata da LUIGI MANCONI
giovedì 25 febbraio 2016, seduta n.582
MANCONI, ALBANO, AMATI, ANGIONI, BIGNAMI, BOCCHINO, CANTINI, CASSON, CHITI, CORSINI, D'ADDA, DALLA ZUANNA, DE PIN, DEL BARBA, DI MAGGIO, DIRINDIN, FASIOLO, Elena FERRARA, FILIPPI, FORNARO, FRAVEZZI, GAMBARO, GATTI, Fausto Guilherme LONGO, GUERRA, LAI, LO MORO, MANASSERO, Mauro Maria MARINO, MIRABELLI, PAGLIARI, PANIZZA, PETRAGLIA, PEZZOPANE, PUPPATO, RICCHIUTI, ROMANO, SCALIA, STEFANO, VACCARI, DE PIETRO, IDEM, ORRU' - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:
il cittadino italiano Giulio Regeni è stato trovato privo di vita il 3 febbraio 2016 sul ciglio della strada che porta da Il Cairo ad Alessandria, in Egitto;
l'esame autoptico ha accertato che la morte è sopravvenuta dopo prolungate torture;
tali risultanze sono state riportate sui documenti trasmessi al nostro Governo dopo il primo esame del corpo;
l'autopsia eseguita a Roma dall'équipe di medici legali guidata dal professor Vittorio Fineschi ha purtroppo confermato che prima di perdere la vita il nostro connazionale è stato sottoposto a torture;
Giulio Regeni è scomparso il 25 gennaio 2016 e solo il 31 gennaio la notizia è stata resa nota dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
per diversi giorni le autorità egiziane hanno negato di conoscere quale fosse la sorte del giovane italiano; solo il 4 febbraio, il giorno successivo al ritrovamento, dopo forti insistenze da parte italiana, è stata data notizia dell'identificazione del corpo;
una squadra italiana di inquirenti, formata da 7 uomini di Polizia, Carabinieri e Interpol è giunta al Cairo il 5 febbraio;
tenuto conto che:
l'Egitto ha sottoscritto, tra gli altri, il patto internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite, la Convenzione ONU contro la tortura ed i trattamenti e le punizioni crudeli, inumane o degradanti, lo statuto della Corte penale internazionale;
i rapporti del 2014 e del 2015 di "Amnesty international" sull'Egitto mettono in evidenza episodi di arresti illegali e ricorso alla tortura, documentando violenze di ogni tipo;
in particolare il rapporto del 2014 ha registrato 1.400 morti per uso sproporzionato della forza da parte dei reparti di sicurezza egiziani, tanto che nell'agosto 2013 il Consiglio dell'Unione europea aveva decretato, tra i principali fautori vi era il Ministro degli affari esteri pro tempore Emma Bonino, la sospensione dell'esportazione verso l'Egitto di materiali utilizzabili ai fini di repressione interna;
tenuto conto, inoltre, che:
Giulio Regeni, originario di Fiumicello (Udine), come hanno testimoniato i genitori Claudio e Paola era un ragazzo curioso che amava viaggiare, sofisticato e di grande talento, serio e concentrato sul suo lavoro (come si legge nell'intervista a "la Repubblica" del 21 febbraio 2016);
i suoi amici hanno riferito di un giovane allegro e aperto, motivato nelle sue attività da una forte passione;
Giulio stava svolgendo un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di politica e studi internazionali della University of Cambridge e stava affrontando un viaggio di studi in Egitto,
si chiede di sapere:
quale sia lo stato delle indagini sulla vicenda della sparizione e della morte di Giulio Regeni;
se e in che modo le autorità egiziane abbiano collaborato al lavoro della squadra italiana di inquirenti inviata al Cairo;
quale sia il livello di collaborazione e coordinamento che la suddetta squadra ha potuto ottenere con gli inquirenti locali;
se sia stato chiesto alle Autorità giudiziarie e a quelle di polizia egiziane di poter accedere all'intera documentazione relativa alla morte del giovane ricercatore italiano;
quali determinazioni siano state adottate in ordine ai rapporti commerciali dell'Italia con l'Egitto, in particolare rispetto alle attività dell'Eni sul giacimento "supergiant Zohr", dal momento che non può esservi cooperazione economica senza il più rigoroso rispetto dei diritti fondamentali della persona e delle garanzie proprie di uno Stato di diritto;
quali ulteriori iniziative voglia adottare il Governo italiano perché sia fatta piena luce su questa drammatica vicenda;
quali iniziative voglia adottare, anche d'intesa con i partner dell'Unione europea, perché la condotta delle autorità egiziane sia conforme agli atti ed alle convenzioni poste a tutela dei diritti umani che l'Egitto ha sottoscritto.
(3-02625)