• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/12317    Pasquale Cinelli, militare del reggimento paracadutisti Tuscania, fiore all'occhiello dell'esercito italiano, è l'ennesima vittima dell'uranio impoverito, come riconosciuto anche dal...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12317presentato daCIRIELLI Edmondotesto diMercoledì 2 marzo 2016, seduta n. 581

   CIRIELLI. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   Pasquale Cinelli, militare del reggimento paracadutisti Tuscania, fiore all'occhiello dell'esercito italiano, è l'ennesima vittima dell'uranio impoverito, come riconosciuto anche dal tribunale di Firenze;
   a ucciderlo è stato, infatti, un terribile tumore, provocato dalla contaminazione con l'uranio impoverito durante numerose missioni internazionali: Somalia, Libano, Bosnia Herzegovina, Albania negli anni 80 e 90;
   solo nel gennaio 2016, dopo quindici anni di battaglie dolorose nelle aule di tribunale, nonché di ingenti spese legali, i giudici hanno condannato lo Stato a risarcire la famiglia del militare con ottocentomila euro;
   nel corso di questi lunghi anni, la moglie di Cinelli ha sempre sostenuto che: «la battaglia per mio marito e mia figlia che è rimasta senza padre da bambina è perché gli sia riconosciuta una giustizia giusta. E perché i militari non siano considerati numeri, quando vanno in missione di pace devono essere tutelati dallo Stato. Invece è ancora un crescendo di questi casi: sono migliaia i militari morti. Negli ultimi venti giorni altri quattro giovani dell'aeronautica, anche loro erano stati nei Balcani»;
   la sentenza del 12 gennaio 2016, che avrebbe potuto costituire un'occasione per ribadire come i militari debbano essere tutelati dallo Stato, rischia, però, di non avere alcun valore perché l'Avvocatura dello Stato poche settimane dopo la sentenza di primo grado ha presentato ricorso in appello;
   sono comprensibili l'amarezza e la rabbia della moglie: «quei soldi non rappresentano una vincita fortunata, ma sono un atto di giustizia nei confronti di mio marito. È stato un pugno nello stomaco sapere che la sentenza è stata impugnata dall'Avvocatura dello Stato. Mio marito è stato un servitore dello Stato. Il giorno dell'addio il feretro era avvolto nel Tricolore. Non è il simbolo dello Stato ? Eppure ora sono arrabbiata ed amareggiata. Quel denaro non ha per noi un valore economico, ma rappresenta senso di giustizia, un atto dovuto per il significato della vita di un servitore dello Stato. Il mio avvocato, Angelo Fiore Tartaglia, mi ha spiegato che sarebbe potuto accadere. Io speravo che non succedesse»;
   a parere dell'interrogante, si è di fronte a una vicenda paradossale perché lo Stato dovrebbe tutelare coloro che servono la Nazione e sostenere le famiglie colpite da queste tragedie, che, oltre al lutto, sono costrette ad affrontare anni di lotta nelle aule di Tribunale e ingenti spese legali;
   con la morte del maresciallo della Folgore Mario Mele, deceduto pochi giorni fa, le vittime dell'uranio impoverito sono diventate 328, mentre ad oggi i militari malati di cancro sarebbero circa 3.800;
   tutti i militari hanno un passato in comune, anche se non condiviso, scandito da anni di servizio trascorsi in missione all'estero alla fine degli anni Novanta, in quei territori dei Balcani e del Medio Oriente devastati dalle guerre;
   sono già più di trenta le sentenze a carico del Ministero della difesa, la maggior parte definitive, che danno ragione a militari ammalati o ai loro familiari –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per fare chiarezza su quanto accaduto ai familiari di Pasquale Cinelli, nonché quali urgenti iniziative intenda assumere in materia di prevenzione delle patologie tumorali connesse all'esposizione all'uranio impoverito dei nostri militari. (4-12317)