• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01307    la Coldiretti ha lanciato un allarme segnalando l'aumento del 680 per cento delle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina, raggiungendo la cifra di circa 70 milioni di chili nel...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01307presentato daRUSSO Paolotesto diMartedì 8 marzo 2016, seduta n. 585

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
   la Coldiretti ha lanciato un allarme segnalando l'aumento del 680 per cento delle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina, raggiungendo la cifra di circa 70 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10 per cento della produzione italiana in pomodoro fresco equivalente;
   attraverso un ingente numero di navi sbarcano in Italia fusti con concentrato di pomodoro per oltre 200 chili di peso;
   il concentrato di pomodoro che arriva in Italia viene rilavorato e confezionato come se fosse un prodotto italiano, poiché nei contenitori è obbligatorio solo indicare il luogo di confezionamento e non quello di coltivazione del pomodoro;
   in Italia non sono ancora state ridefinite le condizioni contrattuali relative al 2016 relative alla produzione e alla raccolta del pomodoro, giacché insieme ad un contenimento delle superfici coltivate viene proposta anche una riduzione tra il 10 e il 15 per cento del prezzo pagato agli agricoltori;
   secondo la consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dal novembre 2014 al marzo 2015, dei 26.547 partecipanti, l'84 per cento ritiene che sia molto importante che l'etichetta riporti la provenienza della materia prima impiegata per la frutta e la verdura trasformata come i derivati del pomodoro;
   la Cina dopo aver superato l'Unione europea, rappresenta oggi il secondo bacino di produzione e coltivazione di pomodoro dopo gli Stati Uniti;
   anche nel 2015 la Cina ha conquistato il primato in termini di numero di notifiche ricevute dall'Unione europea, per prodotti irregolari, o meglio dire contaminati da un'ingente presenza di microtossine, additivi e coloranti al di fuori delle norme di legge;

il pomodoro è il condimento più acquistato dagli italiani e la sua industria genera nel nostro Paese un valore di produzione superiore ai 3,3 miliardi di euro, grazie all'impegno di 8 mila imprenditori agricoli e di 120 industrie di trasformazione in cui lavorano circa 10 mila persone;
   è necessario ribadire l'inadeguatezza del «segno distintivo nazionale», che promosso in pompa magna dal Governo italiano all'interno del mercato americano con un investimento di circa 120 milioni di euro, altro non serve che ad alimentare il fenomeno dell’italian transformer;
   la promozione di prodotti per i quali non si ha la certezza che siano contraddistinti da un reale «made in italy» rischia di contribuire ad un aumento esponenziale delle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina e quindi ad un conseguente incremento delle esportazioni di prodotto semplicemente trasformato ma privo di un reale valore d'italianità –:
   quali iniziative intenda intraprendere il ministro interrogato, al fine di adottare normative in materia di etichettatura che possano salvaguardare anche a livello comunitario, l'eccellenza e la qualità relativa alla produzione di pomodoro del nostro paese, con lo scopo di tutelare il « made in Italy» e contrastare «l’italian packaging», ovvero il procedimento che in virtù di una banale trasformazione, consegna per esempio al pomodoro cinese annacquato ed inscatolatoin Italia, il tanto ambito contrassegno di italianità.
(2-01307) «Russo, Longo, Sandra Savino, De Girolamo, Catanoso, Milanato, Riccardo Gallo, Sarro, Giacomoni, Rotondi, Petrenga, Castiello, Nizzi, Vella, Taglialatela, Galati, Biasotti, Luigi Cesaro, Latronico, Calabrò, Faenzi, Crimi, Romele, Chiarelli, Francesco Saverio Romano, Fabrizio Di Stefano, Polidori, Giammanco, Elvira Savino, Gullo».