• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/02086    a tutt'oggi ci sono ancora circa 108 famiglie italiane che stanno aspettando di poter accogliere in Italia i loro figli adottivi (140 circa) bloccati nella Repubblica democratica del Congo...



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02086presentato daLATRONICO Cosimotesto diMartedì 8 marzo 2016, seduta n. 585

   LATRONICO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   a tutt'oggi ci sono ancora circa 108 famiglie italiane che stanno aspettando di poter accogliere in Italia i loro figli adottivi (140 circa) bloccati nella Repubblica democratica del Congo da oltre 900 giorni, a causa del fermo delle adozioni ad opera delle autorità congolesi avvenuto nel settembre 2013 per le irregolarità compiute nelle procedure da parte di altri Paesi stranieri;
   nella Repubblica africana il blocco è scattato nel settembre 2013, sospesi più di 1300 dossier internazionali già conclusi con altrettante sentenze positive di adozione. Uno stop dovuto alla decisione delle autorità congolesi di modificare la legge interna in senso restrittivo per rendere più trasparenti le pratiche nell'interesse dei minori abbandonati ed evitare che i bambini possano essere vittima di traffici illeciti o addirittura venduti dalle famiglie adottive;
   il protrarsi del blocco dei permessi d'uscita determina per decine di famiglie un'insostenibile situazione di incertezza che si rivela sempre più insopportabile per la vita privata e familiare degli interessati e dei bambini che risultano essere le principali vittime di questa situazione;
   le famiglie italiane sono esasperate perché mentre i diplomatici degli altri Paesi in qualche modo si stanno attivando, sul fronte italiano sembrerebbe tutto fermo e comunque non ci sarebbe comunicazione alcuna con i genitori italiani che ottengono sommari aggiornamenti, e sono lasciati nel limbo dell'attesa da anni senza nessuna informazione su ciò che la commissione adozioni internazionali stia facendo in concreto;
   a febbraio sono atterrati a Fiumicino, via Bruxelles, 10 bimbi congolesi che hanno lasciato per sempre la miseria degli orfanotrofi di Kinshasa, come quelli arrivati un anno e mezzo fa su volo di Stato insieme al Ministro Maria Elena Boschi. I piccoli passeggeri facevano parte di un gruppo di 69 orfani ai quali, fin dal 2 novembre 2015, le autorità congolesi avevano concesso il nullaosta a lasciare il Paese, ma quelli diretti in Italia, sono rimasti in orfanotrofio 73 giorni in più, con grande sofferenza dei genitori italiani rispetto alle coppie di Canada, Olanda, Canada, Francia e Belgio;
   in questi giorni, sembra che le autorità della Repubblica Democratica del Congo abbiano deciso di far partire 159 bambini con una comunicazione del 19 febbraio 2016, la maggior parte dei quali adottati da coppie americane. Almeno 8 di questi bambini risulta che siano adottati da coppie italiane e dovrebbero riuscire a lasciare il Congo, ma nessuno è ancora in grado di precisare la tempistica del rientro;
   con successive comunicazioni di fine febbraio la Francia ha ricevuto una lista di 26 bambini pronti ad arrivare in volo verso Parigi e lo stesso Dipartimento americano comunicava un'altra lista con 80 bambini pronti ad arrivare negli Usa. Il 1o marzo 2016 un ulteriore annuncio dell'ex Ministro Mulumba annunciava lo sblocco di altri 188 dossier, nominando fra gli Stati coinvolti gli USA, la Francia e l'Italia, con il paese transalpino pronto a pubblicare i propri dati ufficiali, mentre ad avviso dell'interrogante le famiglie italiane interessate, delle quali è sconosciuto anche il numero, sono state avvisate per mezzo di una mail senza nessuna spiegazione;
   nulla è dato sapere della missione nella Repubblica democratica del Congo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in merito alle evoluzioni nei rapporti con la Repubblica democratica del Congo stessa, di cui gli altri paesi dibattono tranquillamente con i loro cittadini sui social network informandoli di tutti gli sforzi e gli incontri che vengono compiuti per definire la dolorosa situazione;
   i genitori italiani non si sentono tutelati come cittadini per il rifiuto da parte delle Istituzioni Italiane a non renderli partecipi di ciò che sta accadendo in Repubblica democratica del Congo e di ciò che li coinvolge in maniera diretta e lamentano da tempo la difficoltà di ricevere, da parte della commissione per le adozioni internazionali (Cai), aggiornamenti puntuali circa gli eventuali sviluppi della situazione od ogni altra comunicazione se non nella forma di diffida dal prendere iniziative personali;
   su tale dolorosa vicenda l'interrogante, il 25 settembre 2015, ha presentato un'interrogazione a risposta orale (3-01726) nella speranza che il Governo si attivasse con celerità per addivenire al più presto alla soluzione del problema;
   da più parti vengono denunciate gravi anomalie nella gestione della commissione per le adozioni internazionali che compromettono il delicato ruolo politico di coordinamento, supervisione e monitoraggio delle procedure di adozione internazionale;
   le principali criticità sono legate per l'interrogante ad una burocrazia inefficiente e alla mancanza di trasparenza che si riflettono direttamente sui tempi per la conclusione del procedimento adottivo all'estero, sui rallentamenti e blocchi subiti dalle famiglie adottive in attesa di completare il percorso adottivo di bambini provenienti dalla Repubblica democratica del Congo, sui costi delle adozioni insostenibili per molte famiglie;
   non è accettabile questa condizione di stasi e paralisi di operatività della commissione per le adozioni internazionali visto che come l'articolo 1, comma 411, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016) è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un autonomo fondo per le adozioni internazionali, dotato di 15 milioni di euro annui, a decorrere dal 2016 proprio al fine di sostenere le politiche in materia di adozioni internazionali e di assicurare il funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali –:
   se il Governo non intenda attivarsi per comunicare alle 108 famiglie italiane ancora in attesa quale sia la situazione ad oggi circa l’iter di adozione che riguarda i loro bambini;
   quale strategia intenda attuare al fine di individuare un'adeguata soluzione all’impasse che condiziona la gestione delle adozioni internazionali in Congo;
   se il Governo non ritenga con urgenza di dover chiarire le ragioni di tale situazione e se non ritenga necessario approfondire il lavoro svolto dalla Commissione adozioni internazionali se questa stia attuando tutte le iniziative di sua competenza nel migliore dei modi.
(3-02086)