• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02658 ENDRIZZI, CRIMI, MORRA - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che: in data 16 febbraio 2016 il Sottosegretario di Stato per la difesa, Domenico Rossi, ha risposto all'atto...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02658 presentata da GIOVANNI ENDRIZZI
martedì 8 marzo 2016, seduta n.587

ENDRIZZI, CRIMI, MORRA - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

in data 16 febbraio 2016 il Sottosegretario di Stato per la difesa, Domenico Rossi, ha risposto all'atto di sindacato ispettivo 3-02349 relativo all'attività di addestramento di milizie nel Corno d'Africa ad opera di militari italiani affermando che non verrebbe svolta, da parte di militari italiani, alcuna attività addestrativa nello Yemen e che non si hanno elementi relativamente all'episodio, citato nell'interrogazione, riguardante l'addestramento di combattenti da parte dell'Italia poi passati tra le fila dell'Isis;

desta sorpresa, a parere degli interroganti, il fatto che, a fronte di quanto dichiarato dal rappresentante del Governo, non vi sia stata alcuna smentita o iniziativa da parte del Governo stesso a seguito di quanto riportato dalla trasmissione televisiva "Report" andata in onda in data 15 novembre 2015 (e comunque sin dalla messa in onda dell'anteprima), i cui contenuti rimangono consultabili in rete. Si tratta, peraltro, di dati decisamente preoccupanti, che arrivano a configurare perfino casi di corruzione legati al traffico di armamenti;

la risposta fornita dal Governo a giudizio degli interroganti non consente, peraltro, di inquadrare il fenomeno in un contesto più ampio, ricollegando quanto accaduto, ad esempio, anche agli episodi verificatisi nel teatro siriano e riportati da fonti di stampa, con particolare riferimento a "Blitz quotidiano" del 4 febbraio 2016, dove si riassume un articolo pubblicato su "Libero" lo stesso giorno, in cui Franco Bechis scrive relativamente all'addestramento di miliziani siriani in 2 campi (uno al confine con la Giordania e l'altro al confine con la Turchia) in cui «Agenti segreti italiani hanno infatti dall'inizio del 2013 fornito informazioni militari, addestrato alla guerriglia e istruito sulle informazioni di intelligence in quel momento a disposizione decine di miliziani quasi tutti nativi siriani, e alcuni iracheni», e prosegue dicendo che «l'operazione è finita malissimo: praticamente tutti gli addestrati sono divenuti combattenti dell'Isis nei mesi successivi o sono stati arruolati da organizzazioni terroristiche locali»;

rivela inoltre che fra gli 86 dirigenti, capi reparto e responsabili di zona dell'AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) rimossi e spostati ad altro incarico nel «maxi-ribaltone firmato dal direttore (...), Alberto Manenti», ci sarebbe anche il responsabile della citata fallimentare operazione di intelligence,

si chiede di sapere:

se il Governo abbia inteso o intenda smentire pubblicamente e/o adottare le opportune iniziative a seguito di quanto riportato dalla trasmissione televisiva;

se corrispondano al vero gli ulteriori fatti riportati da "Libero";

quali siano gli elementi di valutazione che portano alla determinazione della scelta di realizzare programmi di addestramento a favore di forze militari o di polizia nell'ambito di Paesi terzi, con particolare riferimento a quelli in contesti geopolitici caratterizzati da forte instabilità;

se le attività di addestramento di combattenti si siano svolte a seguito di accordi multilaterali o sotto l'egida di organizzazioni internazionali o se, al contrario, si siano svolte sulla base di accordi bilaterali tra l'Italia e i suddetti Paesi.

(3-02658)