• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/12463    la mattina del 6 luglio 2014 veniva trovato il corpo senza vita del caporale Antonio Drago presso la caserma dei Lancieri di Montebello in Roma nella quale prestava...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12463presentato daRIZZO Gianlucatesto diGiovedì 10 marzo 2016, seduta n. 587

   RIZZO, GRILLO e MARZANA. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   la mattina del 6 luglio 2014 veniva trovato il corpo senza vita del caporale Antonio Drago presso la caserma dei Lancieri di Montebello in Roma nella quale prestava servizio;
   due programmi televisivi hanno ripreso le testimonianze della madre del Caporale Drago, la signora Rosaria Intranuovo e dell'avvocato difensore Alessio Cugini su diversi aspetti di questo caso di cronaca;
   da tali testimonianze emerge in particolare che:
    a) fin dai primissimi istanti successivi al ritrovamento del corpo, il personale interno alla caserma ha sostenuto fortemente l'ipotesi di suicidio collegandola all'asserita crisi sentimentale che lo stesso stava attraversando con la fidanzata;
    b) dalle testimonianze dei commilitoni (neppure tutti quelli presenti e con modalità tali da lasciare seri dubbi in merito allo svolgimento delle stesse secondo le prescrizioni di legge e verbalizzate alla medesima ora, nonché in termini perfettamente coincidenti) emergerebbe un forte stato di depressione ed esasperazione del caporale che avrebbe trovato esito nel presunto folle gesto;
   l'avvocato Cugini e la signora Intranuovo hanno denunciato, nelle trasmissioni televisive già citate, alcune discrepanze oggettive tra la versione riportata «ufficialmente» dal personale interno alla caserma e i dati riscontrati sul corpo del giovane (come per le risultanze medico-legali); infatti, secondo la loro tesi, si riscontrano alcuni comportamenti imprevisti da parte delle istituzioni militari, che hanno definito, appena poche ore dopo ciò che accade tra il 5 e il 6 luglio 2014, suicidio per causa d'amore;
   altri aspetti lasciano perplessi la madre e l'avvocato del caporale Drago e riguardano in primo luogo il mancato rispetto delle procedure riferibili al reperimento, secondo legge, delle prove all'interno dei luoghi in cui il caporale avrebbe trascorso le ultime ore della sua vita e, primo fra tutti, il suo armadietto personale;
   in una dichiarazione riportata dal quotidiano « Il Manifesto» (http://ilmanifesto.info/antonino-drago-il-caso-non-e-chiuso/) la signora Intranuovo afferma: «Ci hanno detto che si era buttato dalla finestra. La dottoressa Siciliano che per prima ha visto il corpo ha parlato di «precipitazione e folle gesto». Ma noi avevamo già dei dubbi per cui abbiamo chiesto che all'autopsia partecipasse anche un medico di parte civile. L'esame è stato compiuto al Gemelli dal dottor Senati, nominato dal pm Galanti, e il dottor Bartoloni, per la parte civile. Nelle 12 pagine finali hanno scritto che Tony è morto per la caduta e che sulla schiena aveva dei graffi vecchi di 3 o 4 giorni. Aveva anche una ferita alla testa». Ma l'autopsia non ha detto tutto, mancanze su cui la famiglia punta il dito: «Non è stato mai condotto un esame tossicologico, né prelievi di tessuti o epidermide. Non viene indicata nemmeno l'ora della morte e ai nostri legali è mai stato permesso di visitare la caserma solo un mese dopo, il 6 agosto. Quando ci sono riusciti, erano scortati da dieci militari. Tre mesi dopo la scomparsa del figlio, Rosaria Intranuovo è entrata in quella caserma. Ha visitato il bagno dalla cui finestra si sarebbe lanciato suo figlio. Secondo la versione ufficiale il giovane sarebbe salito su una sedia per potersi buttare. Per la madre invece «il corpo è stato trovato a 5 metri di distanza dall'edificio. Come ha fatto ad arrivare così lontano saltando da una sedia ? Doveva prendere la rincorsa per spingersi così in avanti. E il suo corpo, mi hanno ripetuto due suoi commilitoni, era troppo «perfetto», composto, con le mani a protezione del viso e le infradito ancora ai piedi»;
   nell'articolo si legge ancora: «poi ci sono quei segni sulla schiena, graffi e lividi, e il tatuaggio che si era fatto a memoria del terremoto de L'Aquila sfregiato con un taglio. Il dottor Giuseppe Iuvara, esperto consultato dalla trasmissione «Chi l'ha visto», ha affermato nell'intervista: «Gli interrogativi sono molti. La posizione del corpo, con le braccia a protezione del torace come fanno i paracadutisti, e non aperte come un aspirante suicida; l'assenza dell'esame tossicologico, sempre compiuto in caso di suicidio; il mancato rilevamento della temperatura corporea, il parametro più attendibile per determinare l'ora della morte. Dalla descrizione sullo stato del corpo si può dedurre che sia morto dalle 8 alle 6 ore prima del ritrovamento, ovvero intorno alle 1 di notte». Eppure i militari in stanza con Tony hanno dichiarato di averlo visto nella camerata fino alle 6 del mattino»;
   nell'articolo è inoltre rilevato che sempre secondo il dottor Iuvara «la cui analisi concorda con quella di altri cinque medici legali consultati dalla parte civile», «sulla testa sono state trovate due ferite. Ma non sono fratture «a mappamondo», tipiche di una caduta. Sono due buchi prodotti da un oggetto dalla forma definita. Inoltre è stata riscontrata una frattura della sesta vertebra toracica che si verifica quando si cade all'indietro e non in avanti. Le abrasioni sulla schiena ? Risalgono ad almeno tre giorni prima»;
   «Le incongruenze sono troppe – ha spiegato la signora Rosaria Intranuovo –. Le testimonianze dei commilitoni, le manchevolezze dell'esercito. Questo caso non può essere chiuso. In quella caserma è successo qualcosa: uno scherzo finito in tragedia, nonnismo. Non lo sappiamo, ma siamo sicuri che Tony non si sia ucciso. Qualche tempo prima si era lamentato dell'atmosfera che regnava in caserma, diceva di voler essere trasferito. Ora chiediamo alla Procura di indagare: i nostri legali Cugini, Uricchio e De Paolis hanno presentato un rapporto di 26 pagine. Vogliamo sapere cosa è successo il 6 luglio del 2014» –:
   quali iniziative siano state avviate dal Ministro interrogato per contribuire a fare chiarezza sulla vicenda e per accertare, per quanto di competenza, eventuali responsabilità dei vertici e del personale della caserma Sabatini;
   se sia stata avanzata alla famiglia del caporale Drago una proposta d'indennizzo economico per comporre la vertenza insorta tra le parti ed, in caso di risposta affermativa, a quanto ammonterebbe.
(4-12463)