• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
S.7/00041 considerato che: - la prossima riunione del Consiglio Europeo, prevista per il dicembre 2013, avrà a oggetto le possibili iniziative per il rilancio del processo di integrazione...



Atto Senato

Risoluzione in Commissione 7-00041 presentata da VALERIA FEDELI
martedì 19 novembre 2013, seduta n.013

Le Commissioni Affari esteri, Difesa e Politiche dell'Unione europea, a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 50, comma 2 del regolamento, dell'affare assegnato sulle linee programmatiche e di indirizzo italiane in vista del prossimo Consiglio europeo sulla Difesa che avrà luogo nel mese di dicembre 2013,
considerato che:
- la prossima riunione del Consiglio Europeo, prevista per il dicembre 2013, avrà a oggetto le possibili iniziative per il rilancio del processo di integrazione delle politiche di difesa;
- le decisioni adottate dal Consiglio Europeo di dicembre dovranno essere implementate nel corso del 2014, e dunque l'Italia, nel suo semestre di presidenza, avrà la responsabilità di verificare l'andamento di tale implementazione;
- l'integrazione delle politiche di difesa, nella cornice della Politica estera e di sicurezza comune, al pari della realizzazione di un vero governo comune dell'economia, è un passaggio decisivo nella costruzione di una compiuta Europa politica;
- un ambizioso e impegnativo programma di convergenza e di integrazione, nella direzione di una Difesa comune europea e in armonia con la parallela evoluzione strategica della NATO, è necessario e urgente per rafforzare l'autonomia e la soggettività politica dell'Unione europea e il suo ruolo, al fianco dei suoi alleati storici, a cominciare dagli Stati Uniti d'America, a favore della sicurezza e della stabilità internazionale, al fine di preservare la pace, prevenire i conflitti, rafforzare la sicurezza internazionale, garantire la sicurezza dei cittadini europei, tutelare i propri interessi e valori fondamentali, contribuendo, nel contempo, ad attuare un multilateralismo efficace a sostegno del diritto internazionale e a rafforzare il rispetto dei diritti umani e dei valori democratici in tutto il mondo;
- le principali opportunità per la pace e lo sviluppo e i principali rischi per la stabilità e la sicurezza dell'Europa si presentano oggi sul versante del Mediterraneo, che deve pertanto assumere una inedita centralità nella Politica estera e di difesa comune europea, con il varo, tra l'altro, entro il 2014, di una strategia europea di sicurezza marittima;
- il rafforzamento della concorrenzialità del settore industriale della difesa, tramite lo sviluppo di una base comune produttiva e tecnologica, è essenziale per la crescita economica e la competitività dell'Unione, come indicato anche dalla strategia "Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva";
- lo svolgimento, presso le Commissioni Affari esteri, Difesa e Politiche dell'Unione europea del Senato, dell'affare assegnato sulle linee programmatiche e di indirizzo italiane in vista del prossimo Consiglio europeo sulla Difesa, ha consentito, di evidenziare, tra l'altro:
a) la necessità per l'Unione europea di dotarsi di uno strumento di difesa comune integrato, sostenibile ed efficace, al fine di coniugare le necessità di risanamento dei bilanci nazionali imposte dalla crisi economica con l'altrettanto stringente necessità di consolidare il ruolo geo-strategico dell'Unione stessa;
b) che anche in ambito NATO si pone da tempo il problema di un riequilibrio tra l'impegno finanziario, tecnologico e politico degli Stati Uniti d'America e quello dei paesi europei;
c) che il problema della perdita di capacità militari in ambito Unione europea, determinato dalla contrazione dei bilanci della difesa, è ulteriormente aggravato dalla persistente frammentazione dei mercati europei, che conduce ad un'inutile sovrapposizione di capacità, organizzazioni e spese;
considerato inoltre che:
- la posizione italiana, in merito al prossimo Consiglio europeo, è stata decisamente orientata, sin dalla scorsa legislatura, a sottolineare con forza la necessità di una maggiore integrazione europea nell'ambito della difesa, come si evince, tra l'altro, dal documento "More Europe" elaborato nel corso del 2012, congiuntamente dai dicasteri degli Affari esteri e della Difesa;
- come ripetutamente ricordato anche dal Consiglio Supremo di Difesa, sono innegabili i vantaggi che la dimensione europea può portare al sistema di difesa in termini operativi, capacitivi ed economici in un momento in cui alcuni dei più importanti Paesi dell'Unione europea sono alle prese con significativi processi di revisione strategica della politica di difesa anche in termini di riorganizzazione dei propri apparati militari e di valorizzazione dei rispettivi comparti industriali;
- la necessità di pervenire alla costituzione di un'efficace dimensione europea per la difesa è divenuta ancora più pressante anche a seguito dei recenti, drammatici, avvenimenti dell'area del Mediterraneo, e in particolare del Nord Africa, che hanno evidenziato ulteriormente la necessità di capacità militari credibili, e quanto più coordinate possibili, oltre che di una strategia europea per la gestione dei flussi migratori;
- per il raggiungimento di una effettiva ed efficace dimensione europea della Difesa si rende necessario individuare le capacità specifiche di ciascun Paese da promuovere e valorizzare al fine costruire uno strumento militare europeo meno costoso per i singoli Paesi ma, allo stesso tempo, completo ed efficace. Ciò anche al fine di scongiurare che l'assenza di qualsivoglia coordinamento tra i singoli Paesi nell'effettuazione delle necessarie riduzioni di bilancio imposte dalla crisi economica dia luogo, nei fatti, ad una pluralità di strumenti militari nazionali eccessivamente ridotti ed inadeguati a garantire la sicurezza -interna ed esterna- del territorio dell'Unione europea;
- un impulso fondamentale all'accelerazione del processo di integrazione europea dovrà necessariamente provenire, anche tramite lo strumento della cooperazione strutturata permanente e le altre forme di cooperazione previste dal Trattato da quei Paesi dell'Unione (tra cui anche l'Italia), che dispongono di adeguate capacità militari, industriali e tecnologiche;
- appare necessario, anche in vista del rinnovo della carica, un rafforzamento del ruolo dell'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, valorizzando in particolare il suo ruolo di vice presidente della Commissione europea, consolidando in tal modo il coordinamento tra questa e il Servizio europeo di azione esterna, anche al fine di contribuire al superamento delle divergenze nelle politiche estere dei singoli Stati rispetto alle crisi internazionali;
- il prossimo avvio del Programma quadro europeo "Horizon 2020" per la ricerca e l'innovazione, finalizzerà risorse consistenti per la crescita tecnologica, l'eccellenza scientifica e la leadership industriale dell'Unione Europea;
- viste, da ultimo, anche la comunicazione della Commissione europea sul rafforzamento della difesa e sicurezza comuni del 24 luglio 2013, nonché le conclusioni della Conferenza interparlamentare sulla Politica estera e di sicurezza comune e sulla Politica di sicurezza e difesa comune, tenutasi a Vilnius dal 4 al 6 settembre 2013;
impegna il Governo, in seno al predetto Consiglio europeo di dicembre a:
assumere in prima persona l'obiettivo di una chiara strategia di integrazione e di convergenza delle politiche e degli investimenti in materia di sicurezza e difesa, e di miglioramento della complementarità e interoperabilità delle forze armate europee, anche promuovendo l'attivazione degli strumenti che consentono il rafforzamento della cooperazione tra Stati membri dotati di maggiori capacità, e anche al fine di ribadire che l'Italia intende svolgere un ruolo di primo piano nel settore della difesa e della sicurezza europea, con particolare riguardo al Mediterraneo, dove la collaborazione, nell'ambito dell'Unione europea, deve essere concepita ed implementata, oltre che nel settore militare, anche e soprattutto nel settore civile e dell'aiuto umanitario, con l'obiettivo di promuovere e realizzare un'area di pace e stabilità politica;
promuovere l'adozione di una tabella di marcia dotata di chiare scadenze per il raggiungimento di alcuni obiettivi chiave;
contribuire ad una ridefinizione delle priorità, nel senso di:
a) rilanciare le strategie mirate a rafforzare le capacità dell'Unione europea nella pianificazione e realizzazione delle operazioni a carattere civile e/o militare, sulla base delle esperienze già acquisite;
b) dare maggiore spazio ai temi della sicurezza cooperativa e dello sviluppo delle misure di prevenzione dei conflitti, adottando un approccio integrato non limitato alle fasi post conflitto.
c) favorire l'implementazione e lo sviluppo di programmi comuni e/o europei, anche co-finanziati dalla stessa Unione europea, con particolare riguardo alle tecnologie dual use, anche sulla base delle capacità delle realtà industriali con un rilevante patrimonio industriale, produttivo e occupazionale, che rappresentano il nostro Paese su scala mondiale in settori strategici e a forte componente innovativa;
d) aumentare le capacità europee, nell'ambito del contrasto al terrorismo (comprese le nuove forme di cyber terrorismo, e più in generale di cyber warfare), alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, ai traffici illeciti, con particolare riferimento all'area del Mediterraneo, dei Balcani e del Medio Oriente, adoperandosi attivamente per combattere il fenomeno della pirateria nel Corno d'Africa e nell'Oceano indiano;
e) agevolare strette ed efficienti cooperazioni multilaterali europee per nuovi sistemi, che possono essere progettati e prodotti direttamente per una gestione comune, fra più Paesi membri, avvalendosi anche dell'Agenzia europea per la Difesa, estendendo il coordinamento tra i diversi Paesi anche alla fase dell'eventuale vendita a paesi terzi;
f) sostenere la Commissione europea nel suo intento di elaborare delle guidelines sulle energie rinnovabili e l'efficienza energetica nel settore della difesa;
g) promuovere un maggior collegamento funzionale tra la ricerca e la tecnologia industriale e le capacità operative della sicurezza e della difesa, sostenendo, inoltre, le piccole e medie imprese, anche tramite lo sviluppo di strumenti per la partnership di cluster di imprese, in grado di favorire i collegamenti con altri cluster, creando così le condizioni per il rafforzamento della dorsale tecnologica europea e delle filiere industriali comunitarie, anche per quanto riguarda l'approvvigionamento delle materie prime;
h) promuovere la definizione di una sede operativa permanente di pianificazione delle attività militari e civili nell'ambito di un rafforzato Servizio europeo di azione esterna (SEAE);
i) favorire una più forte valorizzazione dell'Agenzia europea per la Difesa tramite la previsione di maggiori stanziamenti di bilancio e di maggiori ed efficaci sinergie con i fondi strutturali della politica di coesione e con i prestiti della Banca europea per gli investimenti;
l) sostenere l'introduzione di regole più stringenti in materia di commercio delle armi;
m) stabilire le necessarie forme di coordinamento in sede NATO, anche al fine di evitare inutili e costose duplicazioni, anche in vista del vertice del settembre 2014;
n) promuovere l'elaborazione di un Libro bianco sulla difesa europea.
(7-00041)
FEDELI