• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02675 GIROTTO, NUGNES, MORONESE, CASTALDI, DONNO, SERRA, BERTOROTTA, BUCCARELLA, CAPPELLETTI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e delle politiche...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02675 presentata da GIANNI PIETRO GIROTTO
martedì 15 marzo 2016, seduta n.592

GIROTTO, NUGNES, MORONESE, CASTALDI, DONNO, SERRA, BERTOROTTA, BUCCARELLA, CAPPELLETTI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:

gli esiti della ricerca condotta da Ispra (Istituto superiore per la. protezione e la ricerca ambientale), su committenza dell'ENI, per verificare la contaminazione ambientale in campioni di cozze raccolti intorno a 19 piattaforme offshore localizzate nel mare Adriatico e di proprietà dello stesso ENI, documentano la presenza nei mitili analizzati di metalli pesanti (mercurio, cadmio, piombo e arsenico), benzene e altri idrocarburi policiclici aromatici;

in base a quanto si evince dal sito di ENI, da più di 20 anni le cozze presenti sulle piattaforme vengono regolarmente raccolte da alcune cooperative romagnole di pescatori e successivamente commercializzate. Questi mitili coprirebbero il 5 per cento della produzione annuale della regione Emilia-Romagna. Solo nel 2014 sarebbero stati immessi sul mercato italiano 7.000 quintali di cozze "da piattaforma", considerate prodotto di punta e fiore all'occhiello dallo stesso Comune di Ravenna che ha organizzato, nel settembre 2014, un importante evento dal titolo "La cozza di Marina di Ravenna in festa", in cui, oltre a dibattiti per la valorizzazione e promozione dei mitili locali, sono state effettuate visite guidate alle piattaforme a bordo di imbarcazioni con la presenza di rappresentanti istituzionali e dirigenti dell'ENI;

all'allarmante quadro ambientale, descritto nel rapporto "Trivelle fuorilegge" elaborato da Greenpeace, si aggiunge quindi un ulteriore elemento di preoccupazione, evidenziato anche da Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna antinquinamento della stessa associazione, il quale afferma che "Molte delle sostanze rinvenute da Ispra nelle cozze raccolte presso le piattaforme di ENI sono note per essere cancerogene (...) sostanze come il cadmio e il benzene sono inserite nel gruppo 1 dello IARC (l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro delle Nazioni Unite), ovvero tra le sostanze il cui effetto cancerogeno sull'uomo è certo", come pubblicato su "la Repubblica" il 10 marzo 2016;

l'ENI dichiara che "a salvaguardia di quest'area marina (quella in cui sono raccolte le cozze) vengono effettuati monitoraggi periodici da parte delle Capitanerie di Porto, delle Arpa competenti, di Ispra e Cnr-Ismar",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei gravi fatti descritti;

se non ritengano necessario, nell'ambito delle rispettive competenze, intraprendere ogni utile iniziativa, affinché i dati raccolti nei monitoraggi siano tempestivamente resi noti dalle autorità competenti, nonché per accertare che i controlli e le analisi di rischio per la commercializzazione delle cozze siano stati effettuati secondo quanto previsto dalla normativa vigente;

quali iniziative di competenza intendano intraprendere per tutelare la salute e la sicurezza alimentare dei consumatori italiani fugando ogni dubbio circa la grave contaminazione dei mitili in commercio.

(3-02675)