• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/12548    su « Il Quotidiano del Sud» del 10 marzo 2016 si legge, in un articolo di Adriano Mollo pubblicato alla pagina 16: «La rete ospedaliera, varata con il Decreto commissariale no 30...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12548presentato daNESCI Dalilatesto diMercoledì 16 marzo 2016, seduta n. 591

   NESCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   su « Il Quotidiano del Sud» del 10 marzo 2016 si legge, in un articolo di Adriano Mollo pubblicato alla pagina 16: «La rete ospedaliera, varata con il Decreto commissariale no 30 pochi giorni fa è stata cambiata l'altro ieri pomeriggio a seguito delle proteste e segnalazioni degli operatori e parlamentari. Scura prova a mettere toppa che non copre i buchi. L'Annunziata di Cosenza aveva perso l'unità operativa complessa di chirurgia d'urgenza ed è stata ripristinata e in aggiunta sono state inserite altre 7 strutture semplici, in particolare a Crotone dove era scomparsa la Nefrologia»;
   il giornalista Mollo precisa, nell'articolo succitato, che «il nuovo allegato con le correzioni è stato inviato ai ministeri in vista del tavolo di monitoraggio del mese prossimo, ma ancora non è stato rettificato sul portale istituzionale della Regione»;
   «nonostante le rettifiche – aggiunge Mollo – le proteste non accennano a placarsi, dopo Trebisacce e Praia a Mare, anche i sindaci di Tropea e Soverato stanno affilando le armi per presentare ricorsi al Tar contro la riorganizzazione della rete»;
   «in sofferenza – viene precisato – c’è soprattutto l'area centrale della Calabria con uno sbilanciamento dell'offerta nella città di Catanzaro che penalizza le periferie, a partire dall'ospedale di Lamezia. E anche su Vibo, provincia che ha la più bassa spesa pro-capite sanitaria, le cose non vanno per il verso giusto. E a scendere in campo contro il duo Scura e Urbani sono soprattutto i sindacati dei dirigenti medici che contestano, numeri alla mano, le tesi del commissario sui troppi primari che ci sono in Calabria»;
   nello stesso articolo, si riporta che «per il segretario della Cisl Medici Nino Accorinti, ancora una volta i Commissari governativi decretano la riorganizzazione ospedaliera in violazione di regole e competenze "sbandierando il rispetto degli standard nazionali di cui al DM n. 70/2015 e la soppressione dei "primariati", salvo poi mantenere doppioni a direzione universitaria e strutture ospedaliere senza alcun valido presupposto e criterio"»;
   «la riorganizzazione della rete – prosegue l'articolo – è stata fatta con un'analisi del fabbisogno epidemiologico vecchio di 4 anni»;
   inoltre, riassume Mollo, «i dati riportati non tengono conto dell'impatto sulla popolazione dei tagli ai servizi in vaste aree della Calabria. Molti ospedali non svolgono molti servizi e la domanda non trova più risposte sul territorio. A conferma di ciò basta vedere cosa sta accadendo in questi giorni all'Ospedale di Cosenza, che sta scoppiando per mancanza di posti letto. Solo ieri sono arrivate 19 ambulanze dalla provincia di Cosenza, di Reggio, di Vibo e Catanzaro. Stesso fenomeno si registra al Dipartimento Materno infantile dell'Annunziata, il direttore Gianfranco Scarpelli ha scritto una lettera alla direzione generale per bloccare i ricoveri in Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dove il personale è costretto a turni massacranti per l'alto numero di ricoveri da fuori provincia. In questo reparto il tasso di utilizzo dei posti letto supera stabilmente il 130 per cento»;
   «di fronte a questi problemi – conclude il servizio giornalistico summenzionato – la struttura commissariale non ha messo in campo alcuna strategia per riorganizzare il servizio pubblico, riportare efficienza e affidare i reparti nelle mani di primari con obiettivi chiari. Inefficienze che si scaricano sul privato costretto a dare risposte, in molti casi, oltre i tetti di spesa fissati»;
   a parere dell'interrogante la riportata cronaca del decreto corretto in extremis, senza alcun riscontro delle modificazioni sul sito della regione Calabria, è di estrema gravità – anche tenendo conto di continui omissioni, contraddizioni e sconfinamenti della struttura commissariale (si veda al riguardo la vicenda dell'integrazione tra il policlinico universitario e l'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro o dell'autorizzazione del «Marrelli Hospital»; si consideri in proposito la lunga storia della mancata riattivazione degli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce, per cui ci sono sentenze definitive che obbligano alla riapertura; si badi, ancora, all'episodio del riconoscimento del centro regionale di riferimento all'unità operativa di endocrinochirurgia dell'azienda ospedaliero-universitaria «Mater Domini» di Catanzaro; si richiami, ad adiuvandum, la revoca della procedura di verifica dei requisiti della cardiochirurgia della medesima azienda od il decreto di assegnazione dei budget alle strutture private e le recenti modifiche apportate, per l'interrogante rivelative della mancanza ab origine di criteri predefiniti) – e conferma un'approssimativa e pericolosa gestione della sanità da parte dei delegati del governo, ingegner Massimo Scura e dottor Andrea Urbani, peraltro ad avviso dell'interrogante nominati con procedure di dubbia legittimità come la medesima argomentò nell'interpellanza urgente n. 2-01172 svolta il 27 novembre 2015;
   per l'interrogante, la riferita vicenda del decreto corretto in extremis, inoltre, autorizza a pensare per l'interrogante a una gestione personalistica e privatistica Cella sanità a parte dei commissari del Governo, la quale, ove sganciata dalla verifica puntuale sui bisogni e da ogni valutazione tecnico-organizzativa, si ridurrebbe a un fatto di rapporti diretti con sindaci e altri rappresentanti, col pericolo di informarsi a un «clientelismo politico» ammantato burocraticamente e istituzionalmente;
   il quadro impietoso offerto dal citato servizio giornalistico – corroborato dalle ricostruzioni dell'interrogante, articolate nei propri numerosissimi atti di sindacato ispettivo sulla gestione della sanità calabrese, spesso associati «d'ufficio» a esposti alla procura della Repubblica e alla Corte dei conti – va compendiato con la vicenda narrata nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-12409, che l'interrogante ha presentato, l'8 marzo 2016, da cui emergerebbe che il commissario Scura non conosce affatto la differenza tra autorizzazione e accreditamento in materia sanitaria, il che sarebbe una carenza incompatibile con l'incarico assegnato ai sensi dell'articolo 1, comma 569, della legge n. 190 del 2014, che prevede che il commissario per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale debba «possedere un curriculum che evidenzi qualificate e comprovate professionalità ed esperienza di gestione sanitaria» –:
   se alla luce di quanto esposto in premessa il Governo non ritenga, di dover revocare nell'immediato, all'ingegner Massimo Scura e al dottor Andrea Urbani, gli incarichi di commissario e subcommissario per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Calabria e se non ritenga improrogabile assumere iniziative per la restituzione alla regione dell'intera competenza sulla sanità, per la regolare prosecuzione del medesimo piano di rientro. (4-12548)