• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/12650    in data 21 marzo 2016, la società Almaviva Contact, il maggior contact center italiano, che impiega complessivamente circa 8000 lavoratori, ha comunicato alle organizzazioni sindacali e...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12650presentato daSCOTTO Arturotesto diMartedì 29 marzo 2016, seduta n. 597

   SCOTTO, AIRAUDO, FRANCO BORDO, COSTANTINO, D'ATTORRE, DURANTI, DANIELE FARINA, FASSINA, FAVA, FERRARA, FOLINO, FRATOIANNI, CARLO GALLI, GIANCARLO GIORDANO, GREGORI, KRONBICHLER, MARCON, MARTELLI, MELILLA, NICCHI, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PELLEGRINO, PIRAS, PLACIDO, QUARANTA, RICCIATTI, SANNICANDRO, ZARATTI e ZACCAGNINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   in data 21 marzo 2016, la società Almaviva Contact, il maggior contact center italiano, che impiega complessivamente circa 8000 lavoratori, ha comunicato alle organizzazioni sindacali e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il piano di riorganizzazione aziendale che prevede una procedura di riduzione del personale per complessivi circa 3000 lavoratori;
   dal piano di riorganizzazione aziendale di Almaviva Contact sono coinvolti i lavoratori della sede di Roma, 920 lavoratori, di Napoli, 400 lavoratori e Palermo, 1670 lavoratori;
   il piano coinvolge il 6 per cento del personale attualmente in forza al gruppo a livello globale (50 mila persone, in sette Paesi) ed è, secondo quanto affermato dalla società Almaviva Contact, diretto al necessario obiettivo di garantire condizioni di equilibrio industriale e di avviare, nel medio periodo, un percorso di rilancio del posizionamento di mercato nel settore italiano;
   l'azienda Almaviva Contact ha reso noto che, tra il 2011 e il 2015, ha subito una contrazione dei ricavi del 33 per cento sul mercato italiano;
   l'azienda Almaviva Contact ha dichiarato che la responsabilità della contrazione dei ricavi è da addebitarsi alle gare al massimo ribasso che si svolgono nel settore delle Tlc, che hanno portato i costi dei servizi esternalizzati ai minimi e da qui l'abbattimento dei ricavi di chi quei servizi li vende alle grandi società delle telecomunicazioni;
   in particolare, l'azienda ha dichiarato che, alla base della dichiarazione di esubero, vi sono proprio i numeri relativi al «margine diretto di produzione», ovvero i ricavi meno il costo del lavoro, rapporto che, ad esempio, per la sede di Palermo certifica un dato del 9,6 per cento, a fronte di un obiettivo minimo, utile a tenere in equilibrio i conti pari almeno al 21 per cento;
   nel corso delle prossime settimane, sono previste riunioni tra Almaviva Contact con le organizzazioni sindacali per esaminare l'impatto sociale ed occupazionale della procedura;
   si apre così un gravissimo dramma sociale in realtà già fortemente compromesse dalla crisi economica degli ultimi anni, in quanto i licenziamenti previsti non possono essere assolutamente assorbiti dal tessuto industriale e produttivo del Lazio, della Campania e della Sicilia;
   l'intervento del Governo è indispensabile e deve essere immediato e improcrastinabile nel tempo in quanto vanno ricercate con il sindacato e la società Almaviva soluzioni adeguate per evitare i licenziamenti, attraverso l'apertura di un tavolo di crisi;
   seri dubbi sul piano di riorganizzazione sono stati avanzati dai sindacati in quanto i licenziamenti prospettati non sarebbero giustificati dalle perdite dell'azienda; così come hanno criticato aspramente anche la decisione di non accedere agli ammortizzatori sociali per il personale in esubero che viene lasciato senza alcun paracadute sociale;
   i sindacati hanno denunciato come da parte di Almaviva Contact si sia operato in modo che la distribuzione delle commesse abbia causato perdite in alcuni siti, ad esempio le sedi interessate dal piano di riorganizzazione aziendale e dai licenziamenti, e margini operativi positivi in altre sedi, che ora sono in attivo;
   il 9 marzo 2016 presso il Ministero dello sviluppo economico si è aperto un tavolo di settore sul call center incentrato sulle commissioni pubbliche di Enel e Poste italiane assegnate al massimo ribasso, una modalità che Enel e Poste italiane continuano a perseguire, assegnando attività in assenza del rispetto delle clausole sociali, questo nonostante siano stati approvati provvedimenti legislativi che garantiscono la continuità lavorativa del rapporto di lavoro nei cambi di appalto;
   il Governo, inoltre, deve farsi garante sul rispetto delle norme di legge sulla delocalizzazione delle attività di call center, legge entrata in vigore da quattro anni ma, di fatto, mai applicata, che consentirebbe di fermare la fuga di imprese verso Paesi con un basso costo del lavoro, riuscendo così anche a riportare in Italia attività importanti e contribuire a stabilizzare i livelli occupazionali;
   intervenendo sulla questione Almaviva, la viceministra allo sviluppo economico Teresa Bellanova, ha espresso, a nome del Governo, la preoccupazione per quanto sta avvenendo, chiedendo alla azienda di interrompere le procedure di licenziamento. Nella stessa nota ha evidenziato la volontà del Governo di intervenire sul settore con misure capaci di frenare il fenomeno delle delocalizzazioni delle attività;
   tale dichiarazione stride con la risposta fornita dal Ministero dello sviluppo economico all'interrogazione n. 5-07538 svolta in X commissione, attività produttive, commercio e turismo, presentata in data 28 gennaio 2016 dai deputati Ricciatti, Palazzotto, Ferrara e Duranti, in merito all'applicazione dell'articolo 24-bis del decreto-legge 22 giugno 2012 n. 83, recante «Misure a sostegno della tutela dei dati personali della sicurezza nazionale della concorrenza e dell'occupazione nelle attività svolte da call center» e riguardante in particolar modo il sistema di controllo e sanzioni per le aziende che svolgono attività in Paesi esteri;
   in tale occasione, il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato di aver svolto i controlli previsti rilevando numerose infrazioni, ma di non avere proceduto alla parte sanzionatoria riconoscendo quanto previsto dal citato articolo 24-bis applicabile ai soli Paesi extra Unione europea;
   tale decisione ha di fatto privato la norma pensata come deterrente all'attività di delocalizzazione di ogni effetto concreto;
   appare necessario che il tavolo avviato il 9 marzo 2016, presso il Ministero dello sviluppo economico si occupi anche della vicenda Almaviva e più in generale si rivolga all'intero comparto dei costumer care;
   prioritariamente il Governo deve assumere iniziative, per gli interroganti, per garantire gli ammortizzatori sociali che consentano una gestione efficiente delle crisi occupazionali in atto, in particolare quella derivante dal piano di riorganizzazione della società Almaviva Contact poiché in assenza di risposte ed impegni precisi si prospettano migliaia di licenziamenti che si concretizzeranno nei prossimi mesi, soprattutto nelle città che soffrono una maggiore tensione occupazionale –:
   se il piano di riorganizzazione aziendale della società Almaviva Contact, che prevede una procedura di riduzione del personale per complessivi circa 3000 lavoratori, sia effettivamente derivante da una contrazione dei ricavi del 33 per cento sul mercato italiano, da addebitarsi ale gare al massimo ribasso alle quali committenti pubbliche continuano a riferirsi per l'assegnazione di gare per servizi di customer care;
   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo affinché commissioni pubbliche di servizi di customer care siano assegnate attraverso gare che escludano il massimo ribasso e prevedano espressamente la presenza di clausole sociali a garanzia dei livelli occupazionali;
   se il Governo non ritenga necessario avviare iniziative efficaci, anche promuovendo modifiche alla normativa vigente, per la parte di propria competenza, affinché siano rafforzati gli strumenti per disincentivare la delocalizzazione delle attività di call center, di cui all'articolo 24-bis del decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012;
   se non ritenga necessario che il tavolo avviato il 9 marzo 2016, presso il Ministero dello sviluppo economico abbia come oggetto anche il piano riorganizzazione della società Almaviva Contact e più in generale affronti tutte le questioni e le criticità dell'intero comparto dei costumer care;
   se non intenda assumere iniziative per garantire gli ammortizzatori sociali per il personale in esubero della società Almaviva Contact;
   se non ritenga, in ogni caso, di attivare un tavolo di crisi che veda la partecipazione dei sindacati dei lavoratori e della società Almaviva al fine di individuare soluzioni adeguate per evitare i licenziamenti. (4-12650)