• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02724 MUSSINI, BATTISTA, COMPAGNA, CORSINI, DALLA TOR, DE CRISTOFARO, FATTORINI, MINZOLINI, PEGORER, RAZZI, CHITI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02724 presentata da MARIA MUSSINI
giovedì 31 marzo 2016, seduta n.601

MUSSINI, BATTISTA, COMPAGNA, CORSINI, DALLA TOR, DE CRISTOFARO, FATTORINI, MINZOLINI, PEGORER, RAZZI, CHITI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:

il Ministero riconosce e fa proprio il principio secondo il quale la cultura è un elemento essenziale dell'identità italiana nel mondo e rappresenta un patrimonio materiale e immateriale, cui attingere per affrontare le sfide della contemporaneità, che dunque per questa ragione la promozione culturale ricopre un ruolo essenziale della politica estera e che suo strumento sono principalmente la diffusione e promozione della lingua italiana, come eredità del passato e ponte verso il futuro, e il sostegno della ricerca scientifica, un settore in cui si può vantare un'eccellenza riconosciuta a livello mondiale, in relazione soprattutto al sistema educativo e formativo e alle radici profonde stesse dell'impostazione metodologica degli atenei e della specializzazione dei centri di ricerca italiani;

la rete costituita oggi da 83 istituti italiani di cultura (ICC) è il principale strumento operativo per assolvere alla funzione di promozione della lingua italiana, di organizzazione di eventi culturali, di rafforzamento della cooperazione scientifica, artistica e letteraria (sostenendo lo scambio dei ricercatori, i rapporti con le università, le traduzioni da e in lingua italiana, la conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico, librario e documentale) e, non ultimo, di facilitazione dello scambio interculturale nello spirito dei principi democratici repubblicani;

la riforma della rete degli IIC, con la legge n. 401 del 1990, ha teso a rendere organica la politica culturale verso l'estero e contemporaneamente a sviluppare specificità legate ai singoli territori, in cui si vuole promuovere l'Italia e che, proprio per il raggiungimento di questo obiettivo, ha definito stato giuridico e ruolo specifico per il personale degli IIC, dipendente dalla Direzione generale per la promozione del sistema Paese;

la medesima legge ha dato agli IIC autonomia operativa, al fine di consentire loro, non solo la promozione di iniziative per le comunità italiane all'estero, ma anche per la loro valorizzazione e integrazione nel tessuto culturale economico e sociale del Paese ospitante, nonché per esercitare il ruolo di collegamento con istituzioni, enti, personalità del mondo culturale e scientifico del luogo, con cui intrattenere relazioni stabili, anche nella forma dei comitati di collaborazione culturale;

la medesima legge prevede che il Ministro in carica possa conferire la funzione di direttore, entro il limite massimo di 10 unità, a persone di elevata competenza e prestigio culturale;

tali nomine, per l'alta discrezionalità cui sono soggette, sono state spesso oggetto di contestazioni e denunce, che hanno nel passato ipotizzato assegnazioni clientelari, dovute a potenziali interconnessioni tra politici o personale dell'amministrazione dello Stato e nominati (stretti collaboratori, soci in affari e parenti);

lo stesso FILP (Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche) del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale focalizzava la denuncia sulla palese incompetenza di alcuni designati e sulla totale mancanza di verifica della bontà dell'operato di queste direzioni da parte del Ministero stesso, con ripercussioni sfavorevoli nei circoli culturali dei Paesi di accoglimento interessati, fino ad arrivare a casi di richiesta da parte del Paese ospitante di sostituzione per palese incompatibilità ambientale;

considerato che a quanto risulta agli interroganti:

il Ministero si appresta a nominare, con questo requisito di chiara fama, il direttore dell'Istituto di cultura italiana a Istanbul, come da avviso pubblicato sul sito del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

questa figura, vista la particolare situazione politica della Turchia nel quadro geopolitico attuale e in relazione al processo di ingresso del Paese nell'Unione europea, potrebbe ricoprire un ruolo fondamentale, non solo per l'ordinaria attività di promozione culturale, ma anche attraverso la facilitazione del confronto e del dialogo che la cooperazione culturale e scientifica può operare tra Paesi diversi;

i rapporti tra Italia e Turchia hanno radici molto antiche: i 2 Paesi sono profondamente legati nella storia, in uno scambio che si manifesta non solo nell'arte, nell'architettura e nella decorazione, ma anche per antichi rapporti commerciali, resi possibili e fiorenti anche grazie alla tolleranza religiosa operata da molti secoli dal potere ottomano;

anche oggi, in una situazione politica gravissima, la laicità della Repubblica di Turchia a maggioranza islamica è un elemento facilitatore anche per il dialogo interreligioso, che diventa vieppiù necessario in un'area geografica soggetta alla radicalizzazione e alla conseguente violenza perpetrata;

proprio in virtù dei difficili equilibri politici attuali, risulta evidente come la scelta per l'IIC di Istanbul, unanimemente riconosciuta come capitale culturale turca, incida sui rapporti fra Italia e Turchia e che tale scelta, in relazione ai compiti che la legge affida alla funzione di direttore (tra cui mantenere i rapporti con le istituzioni e le personalità culturali del Paese ospitante), debba quanto mai oggi ispirarsi a principi di competenza specifica e consolidata conoscenza della lingua e della cultura turca, oltre che ovviamente a quelli di riconosciuto elevato prestigio culturale dimostrato dalla produzione scientifica, e notorietà per meriti acquisiti nel panorama culturale e nel mondo accademico italiano come prevede la normativa richiamata in premessa;

in un contesto così complesso non basta certamente che il soggetto sia individuato per relazioni personali efficaci a determinare un prestigio personale, ma deve piuttosto essere accreditato come super partes, capace di intrattenere relazioni con tutte le sfaccettature che arricchiscono, ma anche complicano la realtà socioeconomica in cui dovrà operare, accreditato per solida formazione culturale e conoscenza delle istituzioni di Ankara, non solo per la parte più occidentalizzata, ma anche per quella cultura profondamente turca e anche mussulmana con cui oggi il dialogo deve essere più che mai proficuo;

l'IIC di Istanbul necessita di una figura capace di potenziare il ricco indotto prodotto negli anni dall'attività di promozione della lingua e della cultura italiana, in sinergia con il liceo italiano I.M.I. di Istanbul, che, si ricorda, è una delle sole 8 scuole statali che il nostro Paese vanta su suolo straniero, fondato nel 1888 e frequentato soprattutto dai figli di uno strato ricco del ceto produttivo della società istanbula;

non essendoci ad oggi IIC nei Paesi turcofoni centroasiatici, con i quali l'Italia intrattiene ottime relazioni diplomatiche e presso alcuni dei quali ha solo un presidio culturale nelle attività di lettorato universitario, quello di Istanbul si configura come un avamposto per la promozione del nostro Paese in un'area geografica, che si caratterizza per un enorme potenziale e potrebbe diventare un trampolino di lancio anche verso questi Paesi;

la reale attenzione per tutte queste caratteristiche nella procedura per la prossima nomina del direttore dell'Istituto italiano di cultura di Istanbul sarà sicuramente una garanzia della bontà dell'operato che tale figura potrà svolgere nel Paese di destinazione, con conseguenti ritorni positivi anche in ambiti non strettamente legati alla cultura,

si chiede di sapere quali azioni di verifica e controllo di propria competenza il Ministro in indirizzo voglia attivare, affinché siano accertati i requisiti descritti e non debbano ripetersi casi di nomine inadeguate, a partire dalle prossime scadenze e soprattutto per ciò che riguarda la delicata situazione della nomina che coinvolge la Turchia.

(3-02724)