• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02722 CRIMI, ENDRIZZI, MORRA, MARTON, SANTANGELO, AIROLA, GIARRUSSO, CAPPELLETTI, DONNO, MORONESE, SCIBONA, GAETTI, BULGARELLI, BUCCARELLA, SERRA, TAVERNA, PAGLINI, PUGLIA - Al Ministro...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02722 presentata da VITO CLAUDIO CRIMI
giovedì 31 marzo 2016, seduta n.601

CRIMI, ENDRIZZI, MORRA, MARTON, SANTANGELO, AIROLA, GIARRUSSO, CAPPELLETTI, DONNO, MORONESE, SCIBONA, GAETTI, BULGARELLI, BUCCARELLA, SERRA, TAVERNA, PAGLINI, PUGLIA - Al Ministro dell'interno - Premesso che a quanto risulta agli interroganti:

in data 26 giugno 2014, come riportato da "il Fatto Quotidiano" del 16 marzo 2016, il procuratore capo di Verona, Mario Giulio Schinaia, avrebbe rimosso l'ufficiale di polizia Margherita Taufer dal suo incarico di responsabile della Polizia giudiziaria presso la procura di Verona. In seguito, l'allora questore di Verona Danilo Gagliardi avrebbe provveduto a trasferire d'ufficio la dottoressa Taufer presso la Polizia di frontiera aerea (Polaria), ove risulta attualmente impiegata in veste di sostituto commissario, con delega a pratiche amministrative. La dottoressa Taufer avrebbe successivamente presentato ricorso contro tale trasferimento, il quale risulta ancora pendente;

in data 14 marzo 2016 il Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Veneto (sezione I) avrebbe annullato, con sentenza n. 00278/2016 Reg. Prov. Coll. N. 00174/2015 Reg. Ric., il citato provvedimento di trasferimento, rilevando "macroscopiche carenze e illogicità";

considerato che:

nell'articolo citato, il giornalista Andrea Tornago ha rilevato che la dottoressa Taufer, in qualità di responsabile della Polizia giudiziaria, "ha condotto negli ultimi dodici anni le più importanti indagini sulla corruzione a Verona";

la vicenda che ha recentemente coinvolto la dottoressa Taufer, in seguito alla quale si è provveduto al suo trasferimento, sarebbe legata, in particolar modo, alle ultime indagini da ella condotte (autorizzate dal pubblico ministero veronese Beatrice Zanotti) nei confronti di Vito Giacino, esponente politico di Forza Italia ed ex vicesindaco nell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Flavio Tosi, e della moglie Alessandra Lodi. L'inchiesta è poi sfociata nell'arresto di Giacino, condannato nel dicembre 2014 per un giro di tangenti nel campo dell'edilizia;

nel giugno 2014 si sarebbe registrato un duro scontro fra i pubblici ministeri e gli avvocati veronesi durante l'inchiesta su Giacino. Come riporta il quotidiano, dai "brogliacci" delle intercettazioni (gli appunti di servizio degli investigatori) sull'ex vicesindaco e la moglie "erano emersi dei colloqui intercettati tra difensori e indagati, e alcuni epiteti poco lusinghieri usati dagli agenti per indicare le persone sottoposte ad ascolto telefonico"; non appena venuti in possesso degli appunti, "i difensori del politico e la camera penale veronese avevano iniziato una clamorosa protesta che ha portato all'astensione prolungata dalle udienze"; alla vicenda verrà poi dato ampio risalto nella cronaca locale dei quotidiani veronesi;

in una lettera inviata al Ministro dell'interno in data 25 luglio 2014, l'ex questore Gagliardi lamenterebbe l'"enorme scalpore" destato a Verona dalla citata vicenda, ritenendo che la Polizia abbia subito "un rilevante danno per l'immagine"; 13 articoli di giornale relativi al duro scontro sulle intercettazioni saranno successivamente allegati dall'ex questore Gagliardi alla lettera di trasferimento della dottoressa Taufer;

nel gennaio 2015 la Commissione di disciplina della Corte d'Appello di Venezia ha assolto i poliziotti accusati di aver impiegato epiteti poco lusinghieri per indicare le persone intercettate nell'ambito dell'inchiesta su Giacino, rilevando che, stando a quanto riportato dal citato articolo de "il Fatto Quotidiano", "i comportamenti degli investigatori coordinati dal sostituto commissario Taufer non erano illeciti";

durante una testimonianza resa in aula all'avvocato dell'imprenditore Alessandro Leardini, accusatore di Giacino, la dottoressa Taufer ha raccontato "di essere stata "oggetto di una campagna di stampa organizzata", di cui si sarebbe convinta a partire da un'intercettazione emersa nei mesi successivi al suo trasferimento. Nella telefonata, il cui contenuto è stato riportato in aula, una giornalista avrebbe spiegato a un indagato di aver fatto il "lavoro sporco" contro l'ufficiale di pg che non doveva più lavorare in Procura";

considerato inoltre che:

in data 8 marzo 2016, nel corso di un'udienza (riportata dalla cronista giudiziaria Fabiana Marcolini sul quotidiano "L'Arena" e poi ripresa dal giornalista Tornago nel citato articolo de "il Fatto Quotidiano") la dottoressa Taufer avrebbe ricordato quanto accaduto in occasione delle indagini su Giacino, riferendo che "dopo la perquisizione a casa di Giacino nell'ottobre 2013 il questore asserì che segnavo straordinari quando ero in ferie e mi fece la deplorazione"; secondo "il Fatto Quotidiano", sarebbe questo "il primo di una lunga serie di procedimenti disciplinari nei confronti dell'investigatrice, poi annullati dal Tar (un ricorso è ancora pendente)";

stando alle rivelazioni del giornale, nella sentenza emessa dal TAR del Veneto i giudici amministrativi avrebbero riscontrato che "la poliziotta era effettivamente al lavoro "dalle ore 5 o 6 del mattino fino alle 7 di sera" e, in ogni caso, il suo impiego in Procura non poteva "essere oggetto di valutazioni o di rilievo da parte del questore"";

l'articolo de "il Fatto Quotidiano" riporta inoltre che, durante la testimonianza resa in aula al processo Leardini e precedentemente citata, la dottoressa Taufer avrebbe spiegato che l'ex questore Gagliardi l'avrebbe definita "un ingranaggio impazzito per le troppe indagini" a cui si dedicava; la dottoressa Taufer, riferendosi al giorno dell'arresto del vicesindaco Giacino, avvenuto in data 17 febbraio 2014, ha poi raccontato: "Il questore Gagliardi scese alla squadra mobile e non mi guardò nemmeno in faccia. Poi seppi che era venuto per salutare Giacino";

considerato ulteriormente che a quanto risulta agli interroganti:

la dottoressa Taufer sarebbe venuta a conoscenza della sua rimozione dagli uffici investigativi della Procura, solo in seguito alla pubblicazione di detta notizia sulla stampa locale;

la sua rimozione, secondo quanto riportato da "il Fatto Quotidiano", ha poi generato "uno scontro senza precedenti tra il procuratore Schinaia e i suoi sostituti, che il giorno seguente firmano all'unanimità una lettera di "non condivisione" con il capo dell'ufficio: il trasferimento dell'investigatrice, scrivono i pubblici ministeri di Verona, "andrà a rendere monca l'attività degli inquirenti in materia di reati contro la pubblica amministrazione"";

considerato infine che, come riportato da "il Fatto Quotidiano", oltre all'inchiesta sull'ex vicesindaco di Verona Giacino, Taufer negli anni avrebbe "gestito indagini delicate e portato alla sbarra diversi colleghi, come i poliziotti accusati di aver ridotto in fin di vita nel 2005 a Verona il tifoso del Brescia Paolo Scaroni. E ufficiali anche di alto grado indagati per reati di corruzione e di truffa. Nel chiedere il suo trasferimento alla polizia di frontiera, il questore Gagliardi fa riferimento proprio alle tensioni presenti con i colleghi per via dell'"atteggiamento sprezzante estrinsecatosi, in particolare, nello svolgimento delle attività delegate nei confronti dei dipendenti e di alcuni uffici di questa Questura"",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda intraprendere iniziative di competenza finalizzate a chiarire gli accadimenti descritti;

quali iniziative intenda assumere, per quanto attiene alle proprie facoltà ispettive e alle proprie competenze, al fine di pervenire al reintegro dell'ufficiale Taufer nell'incarico precedentemente ricoperto;

se non ritenga opportuno adoperarsi al fine di verificare la legittimità degli atti che hanno concorso all'allontanamento dell'ufficiale Taufer dalla Polizia giudiziaria in forza alla Procura di Verona, nonché di valutare le eventuali misure da assumere laddove dovessero emergere responsabilità in proposito;

se non consideri sia opportuno intervenire, e con quali modalità, al fine di contrastare il protrarsi di un sistema corruttivo e clientelare, che, a giudizio degli interroganti, emergerebbe dalla vicenda esposta, e di tutelare la dignità umana e professionale della dottoressa Margherita Taufer, la quale sarebbe stata ingiustificatamente penalizzata dalla vicenda che l'ha vista protagonista, pur avendo svolto in maniera regolare ed ineccepibile il proprio lavoro.

(3-02722)