• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00515 LUCHERINI - Ai Ministri degli affari esteri e per gli affari europei - Premesso che: in Libia dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi, avvenuta definitivamente il 23 ottobre 2011,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00515 presentata da CARLO LUCHERINI
mercoledì 27 novembre 2013, seduta n.142

LUCHERINI - Ai Ministri degli affari esteri e per gli affari europei - Premesso che:

in Libia dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi, avvenuta definitivamente il 23 ottobre 2011, non si sono ancora registrati significativi progressi sia in termini politico-istituzionali che in termini di sicurezza interna;

i violenti e sanguinosi scontri del 15 novembre 2013, nei pressi del quartiere Gharghur, a sud-ovest della capitale Tripoli, che hanno mietuto oltre 40 vittime e oltre 400 feriti, hanno di nuovo dimostrato l'incapacità, l'impreparazione e lo scarso equipaggiamento delle forze di polizia e dell'esercito libici nel garantire standard minimi di sicurezza sia nelle maggiori città come Tripoli e Bengasi che in termini di controllo dei confini;

in Libia, differentemente dagli altri Paesi della "Primavera araba", si è insediato un Governo legittimamente eletto e un Parlamento, frutto di un processo elettorale per lo più regolare, in cui la maggioranza non è composta di formazioni politiche dichiaratamente islamiste, le istituzioni politiche stentano ad esercitare efficacemente la propria autorità. I sequestri lampo del primo ministro Zeidan, nell'ottobre 2013, e qualche settimana successiva, quello del vicecapo dei servizi segreti libici, Moustafa Nouh, sembrano rappresentare le premesse di una dissoluzione della già fragile compagine statale;

il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 114 del 2013, recante "Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione" (AC 1670) in sede di esame alla Camera dei deputati prevede con riferimento alla Libia uno stanziamento di oltre 5 milioni di euro. Di questi, oltre 2,5 milioni sono dedicati alla missione EUBAM, sotto gli auspici della UE, il cui mandato riguarda il sostegno alle autorità libiche non soltanto per una gestione più integrata delle frontiere ma anche per supportare le autorità a promuovere il processo di transizione democratica, a ripristinare la sicurezza e a contrastare il traffico di armi; mentre circa 3 milioni di euro vengono destinati al Governo libico per l'addestramento della Guardia costiera, in esecuzione degli accordi di cooperazione tra il Governo italiano e quello libico per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina;

il progetto "Rebuilding Libya's investigative capability" (RELINC), finanziato dall'Unione europea per 2,2 milioni di euro, è iniziato il 1° settembre 2012 ed ha una durata di 18 mesi, intende, avvalendosi della collaborazione dell'Interpol, costruire e potenziare la capacità investigativa libica al fine di condurre più efficacemente la lotta alla criminalità e al terrorismo internazionale. Inoltre, tra gli elementi chiave del progetto vengono ricompresi la realizzazione di un'unità di analisi anticrimine, il rafforzamento dell'ufficio centrale dell'Interpol di Tripoli, la realizzazione di una banca dati centrale per la polizia e l'addestramento delle forze di polizia libiche alla cooperazione con gli omologhi esteri;

l'Unione europea, secondo quanto si apprende dal quotidiano on line "Libya Herald", avrebbe in animo di stanziare risorse per 10 milioni di euro al fine di realizzare un più ambizioso progetto incentrato sulla riforma del comparto della sicurezza nonché sulla realizzazione dello Stato di diritto. Tale ambizioso progetto sempre secondo la stessa fonte sarebbe dovuto partire agli inizi del 2013;

considerato che:

le autorità libiche, nonostante abbiano compiuto importanti sforzi, non sono ancora riuscite ad includere le numerose e ben equipaggiate milizie irregolari, e destabilizzanti, nell'ambito di un programma di smobilitazione ed integrazione nelle forze armate;

l'esistenza di scorte di armi e munizioni risalenti al regime di Gheddafi, non poste in sicurezza, e la proliferazione di armi convenzionali pongono una seria minaccia alla stabilità e alla sicurezza della Libia, ma anche dei Paesi vicini. Effetti destabilizzanti si sono registrati e si continuano a registrare in diversi Paesi della regione del Sahel, in particolare in Mali dove milizie e organizzazioni terroristiche legate ad Al Qaeda controllano di fatto il nord del Paese;

la tragedia di Lampedusa, occorsa il 3 ottobre 2013 in cui hanno perso la vita circa 400 esseri umani, tra uomini donne e bambini, ha forti legami con la Libia. La scarsa capacità delle autorità libiche di controllare i propri confini incrementa le dimensioni delle migrazioni irregolari creando i presupposti per i traffici di esseri umani. Inoltre, il mancato controllo dei propri confini, da parte del Governo libico, può essere sfruttato da gruppi jihadisti di ispirazione qaedista i quali hanno tra i propri bersagli principali obiettivi occidentali: cittadini, rappresentanze diplomatiche e consolari;

l'incapacità delle autorità libiche di controllare tutti i depositi di armi chimiche presenti sull'intero territorio libico generano forti preoccupazioni circa la possibilità che altri depositi rimasti sconosciuti al Governo libico siano controllati dalle numerose organizzazioni terroristiche presenti in Libia,

si chiede di sapere:

nonostante l'importante contributo del Governo italiano pari ad oltre 2,5 milioni di euro, relativamente agli stanziamenti dedicati allo "State building", di cui in premessa, se e quali azioni il Ministro degli affari esteri intenda intraprendere per sostenere con maggior forza il processo costituzionale, in vista delle prossime elezioni dell'Assemblea costituente, al fine di garantire un processo elettorale inclusivo delle minoranze e delle donne, di tutte le componenti della società civile nonché di tutti gli attori politici libici, per il compimento delle legittime aspirazioni democratiche del popolo libico;

se lo stesso Ministro sia già in grado di fornire indicazioni più precise circa le risorse destinate alla Libia, di cui al Capo II, articolo 5, comma 1, del "decreto Missioni", decreto-legge n. 114 del 2013, relative al finanziamento diretto ad iniziative di cooperazione volte al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e il sostegno alla ricostruzione civile. In considerazione del fatto che allo stato attuale il decreto-legge prevede autorizzazioni di spesa, complessivamente intese, per la cooperazione allo sviluppo pari a 23,6 milioni di euro;

se, ed in quali modalità, si intenda realizzare la fornitura di expertise per il processo di costruzione di un efficiente apparato statale in Libia;

relativamente alla questione dell'immigrazione, quali siano gli orientamenti che i Ministri in indirizzo intendono sostenere in sede di Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2013 affinché al tema dell'immigrazione, al quale sono strettamente connessi i temi dei diritti umani dei migranti, del controllo delle frontiere della sponda meridionale del Mediterraneo e del terrorismo islamico, si propongano soluzioni europee, tenuto conto del fatto che l'Italia con l'operazione, unilaterale, "Mare nostrum" pur avendo dimostrato di sapersi assumere la propria responsabilità, ottenendo anche risultati soddisfacenti, non può essere lasciata sola nella gestione delle frontiere;

con riferimento al progetto RELINC, se siano stati realizzati dei progressi e se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno sostenere nelle sedi europee più appropriate un'eventuale integrazione della dote stanziata per il finanziamento del progetto, viste le non ancora soddisfacenti capacità investigative e di polizia delle strutture di sicurezza libiche;

se risponda al vero quanto apparso sul quotidiano on line libico in data 18 ottobre 2012, circa l'esistenza di un progetto finanziato dall'Unione europea e destinato a riformare il settore della sicurezza e lo Stato di diritto libici;

se e quali misure intendano adottare per assicurare cure mediche e sostegno sanitario in loco, o se necessario in Italia, in considerazione della grave situazione degli ospedali e delle strutture sanitarie libici, nei confronti di uomini, donne e bambini rimasti feriti dai recenti e continui violenti scontri;

quali azioni il Ministro degli affari esteri intenda sostenere al fine di proteggere i cittadini italiani presenti in Libia, e quali iniziative intenda porre in essere per favorire il loro rientro in Italia.

(3-00515)