• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.6/00178 esaminata la relazione sulla situazione delle bonifiche dei poli chimici: il "Quadrilatero del Nord" (Venezia-Porto Marghera, Mantova, Ferrara, Ravenna), approvata all'unanimità dalla Commissione...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00178 presentata da LAURA PUPPATO
giovedì 31 marzo 2016, seduta n.601

Il Senato,
esaminata la relazione sulla situazione delle bonifiche dei poli chimici: il "Quadrilatero del Nord" (Venezia-Porto Marghera, Mantova, Ferrara, Ravenna), approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati nella seduta del 9 febbraio 2016;
premesso che:
l'esame del complesso intreccio operativo, amministrativo, normativo in tema di bonifiche, che ai sensi della legge 7 gennaio 2014, n. 1, istitutiva della Commissione, rientra tra gli oggetti d'inchiesta, e la descrizione delle principali attività in corso in questo campo è utile a orientare le scelte del Parlamento e a portare a conoscenza i cittadini di quanto accade in un settore di fondamentale rilevanza economica, sociale, ambientale e per la salute;
la Commissione ha ritenuto di procedere a singoli approfondimenti in tema di bonifiche che consentano di evidenziare in tempi più rapidi e forme più snelle le criticità, ma anche le prassi positive nelle esperienze in corso;
a fronte dell'esigenza di rapidità a cui la presente relazione risponde, la Commissione ha compendiato la descrizione della situazione dei siti, ferma restando la prospettiva di successiva ulteriore acquisizione ed analisi, su questi ed altri siti da bonificare, di dati tecnici, economici e di valutazione di efficacia degli interventi;
l'eredità ambientale negativa della fase più spinta dell'industrializzazione del nostro Paese caratterizza quello che si definisce il Quadrilatero del Nord dell'industria chimica, formato dai poli di Venezia - Porto Marghera, Mantova, Ferrara, Ravenna;
in questi insediamenti, nel corso di molti decenni, si sono svolte attività industriali nei settori della chimica e della petrolchimica, venute progressivamente a cessare ovvero evolute in produzioni a minore impatto ambientale, lasciando siti contaminati, e come tali formalmente dichiarati, con conseguenti necessità di messa in sicurezza e bonifica che dovrebbero preludere al progressivo reinsediamento di nuove attività nei medesimi siti, caratterizzati da posizionamento strategico ed esistenza di adeguate infrastrutture;
i modelli con cui le necessità di messa in sicurezza e bonifica sono stati affrontati sono diversi tra loro, e l'inchiesta svolta dalla Commissione consente di evidenziarne aspetti positivi e negativi, criticità e opportunità, allo scopo istituzionale di individuare le forme di intervento che realizzino il necessario equilibrio tra i beni, costituzionalmente tutelati, dell'ambiente e dell'attività economica e che prevengano possibili fenomeni illeciti in campo ambientale ma anche nell'attività delle pubbliche amministrazioni;
la gestione dei siti industriali contaminati non ha ricevuto regole da una specifica direttiva dell'Unione europea; tuttavia, a livello comunitario si può cogliere una linea di tendenza che intende coniugare questo tema a quello del consumo di suolo, quindi a rimozione della contaminazione e recupero delle aree evitando di antropizzarne di nuove;
sul versante della parte sana e avveduta dell'imprenditoria chimica vi è una correlativa visione che coglie opportunità economiche nel possibile riuso di aree infrastrutturate e dedicabili a nuove iniziative imprenditoriali una volta bonificate;
la complessità delle procedure e la moltiplicazione dei soggetti in esse coinvolti sono concause del contenzioso in sede giurisdizionale amministrativa e dunque di obiettivi ritardi nel conseguimento di risultati utili;
se, da un lato, la propensione delle aziende coinvolte nei processi di bonifica a impugnare davanti al giudice amministrativo i provvedimenti delle pubbliche amministrazioni (ma anche quelli usciti dalle conferenze dei servizi) è spesso percepita come tecnica dilatoria, intesa a evitare gli investimenti necessari in base alle prescrizioni impartite, dalla parte privata, per contro, il contenzioso amministrativo è talora descritto come forma di tutela resa necessaria da prescrizioni ritenute inattuabili, ovvero non ragionevoli, o anche soltanto derivanti da inadeguatezze tecniche dei tavoli o da conduzione tecnico-giuridica inadeguata delle conferenze e dei rapporti tra le parti;
il tema delle bonifiche in siti storicamente destinati a produzioni chimiche e petrolchimiche si lega a quello delle strategie industriali complessive in questi settori;
la continuità nella presenza di aziende interessate all'evoluzione dei siti, destinata a concludersi con la piena restituzione a legittimi usi produttivi, è garanzia di continuità di interlocuzione pubblico-privato che a questo risultato deve tendere; al contrario, la circolazione di posizioni soggettive private o, peggio, il fallimento delle aziende insediate, genera possibili contenziosi, interruzioni o abbandono di attività di bonifica; tema che rinvia a quello della prestazione di garanzie finanziarie per le bonifiche, rispetto alle quali gli strumenti normativi e la loro concreta applicazione devono tendere a un vincolo di effettiva destinazione di scopo; senza che eventuali passaggi di proprietà o procedure concorsuali finiscano col far venire meno l'adempimento degli obblighi;
di qui discende la preoccupazione della Commissione che un possibile ridimensionamento della presenza di ENI nel settore chimico possa avere riflessi sui siti e sulle vicende oggetto della relazione;
al contrario, la continuità della presenza imprenditoriale pubblica mediante scelte decise e chiare in tal senso del Ministero dell'economia e delle finanze quale soggetto di controllo di ENI S.p.A. in forza della partecipazione detenuta sia direttamente che indirettamente tramite Cassa depositi e prestiti S.p.A., assume rilevanza per quanto concerne gli investimenti per gli interventi di bonifica nei siti oggetto della relazione della Commissione, garantendone l'attrattività per nuove attività produttive, anche di settore;
gli aspetti critici che la Commissione ha tipicamente rilevato nella vicenda di Venezia - Porto Marghera, e che più ampiamente sono riportati nella relazione ad essi dedicata e pure presentata al Parlamento, rifluiscono negativamente proprio sulle prospettive di reindustrializzazione dell'area;
la rilevata incongruità della parcellizzazione delle competenze nell'esecuzione delle opere di marginamento e rifacimento delle sponde delle macroisole lagunari, suddivisa tra il Provveditorato, la Regione Veneto e l'Autorità portuale, pur essendo gli oneri economici a carico del Ministero dell'ambiente, ha portato al mancato completamento delle opere indispensabili e all'indebolimento delle strutture già realizzate;
il mancato completamento dei marginamenti e del sistema di depurazione delle acque di falda rischia di far disperdere gli oneri sinora sostenuti con risorse pubbliche, e di vanificare i progetti di reindustrializzazione poiché la bonifica costituisce il presupposto ineludibile dell'insediamento di nuove attività produttive e dello sviluppo di quelle esistenti;
la situazione del SIN Laghi di Mantova e Polo chimico appare più composita; la relativa lentezza nello sviluppo delle attività in diverse aree interne al sito sembra derivare dalla pluralità di soggetti privati e di progetti e dalla pluralità di interventi di soggetti pubblici con ruoli asimmetrici: situazione che ha in passato prodotto difficoltà nell'organizzare un'interlocuzione efficace con i soggetti privati coinvolti e un contenzioso giudiziario generato anche dall'assenza di un orientamento finalistico degli interlocutori;
i metodi proposti per Mantova dalle varie aziende, ad eccezione dei casi in cui si parli di rimozione dei terreni, assumono caratteristiche di messa in sicurezza e non di completa bonifica; mancano la redazione di piani di emergenza di tutto il sito SIN, un piano economico complessivo, un piano occupazionale; la mancata trasmissione da parte di ARPA di dati aggiornati, pur già acquisiti dall'agenzia, fa sì che la relazione della Commissione su questo punto non possa considerarsi conclusiva;
i siti di Ferrara e Ravenna, che prevedendo accordi di programma tra le imprese interessate e le istituzioni locali, hanno consentito di gestire le bonifiche nelle aree dei petrolchimici in tempi ragionevoli e con maggiore efficacia rispetto ad altri casi sottoposti alla Commissione; a ciò ha contribuito, oltre all'integrale gestione delle bonifiche a livello locale, anche la minore estensione delle aree inquinate e il prosieguo delle attività industriali nei due siti;
in particolare l'individuazione di un interlocutore unico in grado di rappresentare le esigenze delle aziende sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vita amministrativo ha ridotto i tempi di realizzazione della caratterizzazione e della messa in sicurezza dei siti;
la riduzione del numero e della distanza dal territorio degli interlocutori pubblici e la prospettiva di riuso dei siti per attività produttive a minor impatto ambientale possono concorrere a interventi più efficaci e a prevenire la commissione di illeciti;
caratteristica positiva degli interlocutori risulta essere l'omogeneità, garantita per i pubblici dalla presenza di un interlocutore "capofila" e per i privati dalla conciliazione di posizioni in forma consortile, che ben potrebbero essere incentivate fiscalmente o in altro modo;
forme variamente introdotte di semplificazione e autocertificazione devono indurre, correlativamente, a implementare il sistema dei controlli e la loro efficacia; in tal senso un contributo essenziale potrà essere dato dall'approvazione del disegno di legge n. 1458 di riforma della agenzie ambientali ("Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale");
la recente evoluzione normativa, che da un lato, grazie al nuovo articolo 306-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 disciplina le transazioni tra soggetti pubblici e privati e dall'altro, in forza del nuovo articolo 452-terdecies del codice penale sanziona penalmente l'omessa bonifica, se accompagnata da una presenza efficace, incisiva e giuridicamente sostenuta degli attori pubblici - in primo luogo il Ministero dell'ambiente - è suscettibile di attrarre in area negoziale i comportamenti virtuosi, di far gestire adeguatamente i procedimenti amministrativi prevenendo il contenzioso, di relegare a margine le condotte dilatorie o omissive di cui valutare puntualmente e sin da ora l'eventuale rilevanza penale ai sensi della legge 22 maggio 2105, n. 68, la cui applicazione potrà costituire concreto stimolo a procedere speditamente con le bonifiche;
per la prosecuzione utile ed efficace delle attività di bonifica si richiede dunque non solo la destinazione di risorse economiche ma anche un ruolo attivo della parte pubblica - e in primo luogo del Ministero dell'ambiente - nel perseguire non una logica meramente "procedurale" ma una logica "di risultato", dimostrando la capacità di coniugare, nell'interlocuzione con gli enti territoriali e i soggetti privati, elevate competenze tecniche e giuridiche e capacità di visione strategica condivisa;
sarà sempre più importante il coinvolgimento dei cittadini e dei loro enti esponenziali; la presenza efficace ed incisiva del Ministero dell'ambiente non può prescindere dall'impegno di risorse economiche per la bonifica dei siti inquinati; l'esclusione dai saldi contabilizzati ai fini del rispetto dei vincoli di finanza pubblica delle risorse destinate agli enti locali per le bonifiche potrà costituire un sostegno concreto,
la fa propria e impegna il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, le Regioni e gli enti territoriali interessati.
(6-00178)
PUPPATO, PAGNONCELLI, NUGNES, DI BIAGIO, MARINELLO, DE PETRIS, ORELLANA, COMPAGNONE, AUGELLO, PEPE, ARRIGONI.