• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/08371    la legge 7 agosto 20.15, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, all'articolo 10, prevede una delega legislativa per la riforma dell'organizzazione, delle...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08371presentato daRICCIATTI Laratesto diLunedì 11 aprile 2016, seduta n. 605

   RICCIATTI, FERRARA, AIRAUDO, FRANCO BORDO, COSTANTINO, D'ATTORRE, DURANTI, DANIELE FARINA, FASSINA, FAVA, FOLINO, FRATOIANNI, CARLO GALLI, GIANCARLO GIORDANO, GREGORI, KRONBICHLER, MARCON, MARTELLI, MELILLA, NICCHI, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PELLEGRINO, PIRAS, PLACIDO, QUARANTA, SANNICANDRO, SCOTTO, ZACCAGNINI e ZARATTI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   la legge 7 agosto 20.15, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, all'articolo 10, prevede una delega legislativa per la riforma dell'organizzazione, delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, anche mediante la modifica e il riordino delle disposizioni legislative che attualmente regolano la materia;
   dalla riorganizzazione deriverebbe un taglio delle sedi delle camere di commercio e la riduzione a un massimo di 60 sedi delle citate camere; il taglio delle sedi potrebbe produrre una riduzione del personale del 15 per cento, che potrebbe salire al 25 per cento, del personale una volta che saranno finiti gli accorpamenti;
   in sostanza potrebbero subire la mobilità circa tremila dipendenti, che senza un percorso di ricollocamento rischiano di restare senza lavoro;
   una eventuale ricollocazione dei lavoratori delle camere di commercio nell'ambito della pubblica amministrazione, appare problematico tenuto ma è un tema che va affrontato in una sede adeguata e con la partecipazione di tutti i soggetti interessati;
   il previsto ridimensionamento del sistema delle camere di commercio rischia di trasformarsi in un aggravio dei costi per lo Stato, infatti a fronte di un budget annuo da circa un miliardo di euro, circa 800 milioni arrivano sotto forma di contributi delle imprese italiane; la riforma prevede un taglio dei contributi del 40 per cento per quest'anno e del 50 per cento dal 2017. In questo modo rischia di crollare l'intero sistema, atteso che il 46% dei ricavi serve a pagare stipendi e a gestire gli uffici;
   le riduzioni di personale che deriverebbero dal taglio delle camere di commercio si sommerebbero alle riduzioni di personale già messe in atto negli ultimi anni che hanno visto una riduzione del personale del 12 per cento rispetto al 2003, mentre nello stesso periodo si è registrata una riduzione di personale nella pubblica amministrazione del 6 per cento;
   è del tutto evidente che diventa prioritario salvaguardare i posti di lavoro messi in pericolo dal taglio delle sedi delle camere di commercio e questo non può avvenire se non attraverso un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico che veda la partecipazione di Unioncamere e sindacati dei lavoratori, finalizzato ad evitare che migliaia di lavoratori perdano il posto di lavoro e al contempo disperdendo un patrimonio di professionalità ed efficienza necessario nel contrasto della crisi –:
   se non ritenga necessario ed improcrastinabile avviare in tempi brevi un tavolo, che veda la partecipazione di Unioncamere e dei sindacati dei lavoratori, finalizzato alla definizione di un percorso di ricollocazione dei lavoratori interessati dalla riforma dell'organizzazione, delle funzioni e del finanziamento, delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, che eviti per tremila lavoratori, che rappresentano uno straordinario patrimonio di professionalità, il rischio della messa in mobilità e della perdita del posto di lavoro. (5-08371)