Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/12877 il castello di Miramare, sito turistico di primo piano per la città di Trieste e meta tra le più visitate del Friuli Venezia Giulia, già dimora di Massimiliano d'Asburgo, è circondato...
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-12877presentato daPRODANI Aristesto diLunedì 18 aprile 2016, seduta n. 608
PRODANI e MUCCI. —
Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo
. — Per sapere – premesso che:
il castello di Miramare, sito turistico di primo piano per la città di Trieste e meta tra le più visitate del Friuli Venezia Giulia, già dimora di Massimiliano d'Asburgo, è circondato da un parco storico di 22 ettari da anni in uno stato di abbandono e degrado;
il castello ed il parco, essendo beni di interesse pubblico, sono soggetti al regime di tutela dei beni culturali ai sensi degli articoli 10, 11 e 12 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il «Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137», in consegna al polo museale del Friuli Venezia Giulia;
le preoccupanti condizioni dei giardini sono, da qualche anno, costantemente oggetto di attenzione da parte dei cittadini attraverso i social network, oltre che dagli organi di informazione. Nel mese di agosto 2015, una mostra intitolata «Il Parco di Miramare e le condizioni di degrado», organizzata dalla sede di Trieste di Italia Nostra e dall'Associazione Orticola del Friuli Venezia Giulia e curata dall'ingegner Stefania Musco, con un'accurata ricerca storica, ha evidenziato lo stato del parco;
a seguito della suddetta mostra e grazie all'interessamento di Italia Nostra, una troupe del TG1 ha realizzato un servizio televisivo sullo stato di reale abbandono ed incuria in cui versano il « parterre» e l'intero parco di Miramare: degrado evidente malgrado i lavori di recupero realizzati dalla soprintendenza;
dagli articoli de Il Piccolo del 23 agosto 2015 e del 9 ottobre 2015, le commissioni consiliari (terza e quarta) del comune di Trieste hanno, già dal 2014 ed in diverse occasioni, cercato un dialogo con la soprintendenza, in particolare con il dottor Caburlotto, direttore del polo museale del Friuli Venezia Giulia, senza raggiungere l'obiettivo. Questo stato conflittuale tra organi amministrativi ha avuto uno strascico di polemiche, comparse anche sui mezzi di informazione;
il dottor Caburlotto, in un'intervista pubblicata da Il Piccolo del 30 ottobre 2015, afferma che: «Posso parlare della situazione del Parco, degli elementi di criticità, dei progetti in cantiere e di quelli di futura realizzazione, ma non mi muoverò mai per parlare del preteso degrado, semplicemente perché un degrado di Miramare non esiste»;
in merito ai rapporti con il consiglio comunale, il quotidiano riporta che «sull'invito disatteso da oltre otto mesi della commissione comunale che si è persino recata a Miramare per incontrare Caburlotto, questi avrebbe dichiarato: «Io posso essere chiamato al ministero per un'audizione, ma non ho alcun obbligo di presentarmi su richiesta di un Consiglio comunale, se non come atto di cortesia istituzionale»»;
appare, dunque, evidente, per gli interroganti, la necessità di un intervento del Ministro interrogato affinché possa promuovere una ripresa, con la dovuta regolarità, dei rapporti degli organi periferici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le istituzioni territoriali, anche alla luce di quanto previsto dalla legge 23 giugno 2014, n. 89;
nell'ambito delle diverse iniziative riguardanti il Parco Miramare, in data 10 aprile 2016, si è tenuta l'iniziativa «Miramare chiama, Trieste risponde», promossa da alcuni gruppi di social network locali. L'iniziativa, preannunciata con una mail alla direzione del polo museale, ha visto la partecipazione di moltissime persone che, con il loro gesto, hanno voluto contribuire, con spirito pacifico e costruttivo, alla rinascita del parco, portando, in regalo, come simbolo, una pianta di begonia: trecentosessanta piante di begonia sono state depositate nei pressi della fontana principale del parterre all'interno del Parco di Miramare in un'atmosfera festosa;
in data 11 aprile 2016, le versioni on line de Il Piccolo e di TriestePrima hanno pubblicato delle fotografie nelle quali si denunciava la «sparizione delle numerose begonie dal luogo dove erano state deposte», scatenando la reazione indignata degli utenti;
nel pomeriggio dell'11 aprile 2016, dopo numerose chiamate senza esito, il primo firmatario del presente atto ha inviato una e-mail al dottor Luca Caburlotto, con la quale si richiedevano dei chiarimenti e, soprattutto, se avesse predisposto la piantumazione delle citate begonie in un'area adatta. Alla e-mail inviata non è pervenuta alcuna risposta;
in data 12 aprile 2016, sul quotidiano Il Piccolo, sono riportate le dichiarazioni di una cittadina, sbigottita per la rimozione delle begonie e in merito alla conversazione avuta da questa con il dottor Caburlotto: «Mi ha detto che chi ha portato quelle piante può tornare a riprendersele. Mi ha anche detto che non sono piante decorose, che non sono belle per Miramare» e in ultimo «ha aggiunto che avrebbe potuto denunciare i triestini che domenica hanno sistemato le begonie perché hanno oltrepassato una cordicella che delimitava un'area riservata a cantiere. E infine ha precisato che, se nessuno andrà a riprendersele, le farà buttare via»;
dal medesimo articolo si apprende che, in serata, dalla direzione del polo museale, sono arrivate alcune precisazioni: «Ringraziamo i concittadini per il pensiero, ma abbiamo dovuto rimuovere le piantine per ragioni di sicurezza» e «le begonie, peraltro non compatibili con il piano di valorizzazione del parco, che vedrà a brevissimo la piantumazione di migliaia di piante, sono ora custodite nella nostra area lavori a disposizione dei triestini che volessero riprendersele»;
in data 12 aprile 2016 dal quotidiano Trieste Prima si evince come «alcune begonie portate domenica dai triestini sono state piantate nell'area antistante il castello. Delle altre al momento non si ha notizia», ossia non si conosce l'esito delle restanti begonie, portate dai cittadini triestini in dono al Parco Miramare e rimosse dai vertici del polo museale;
da Il Piccolo del 13 aprile 2016, dopo l'ondata di polemiche, è giunto, da parte della direzione un invito agli organizzatori dell'iniziativa, a partecipare ad una visita guidata del parco, seguita da una precisazione con la quale «si comunica innanzitutto che i fiori depositati domenica sono stati prontamente ricoverati e custoditi in luogo idoneo all'interno del parco. La loro rimozione è stata necessaria in quanto invadenti il percorso principale di visita, al punto che, anche nel breve periodo della permanenza, dello scrivente alcune persone hanno rischiato di inciampare. Inoltre, le piante erano in numero tale da non consentirne una efficace messa a dimora nel parterre appena restaurato, e non conoscendosene la provenienza e lo stato fitosanitario, si incorreva nel grave pericolo che infettassero i 770 metri lineari di bosso appena piantumato. Sono stati quindi individuati luoghi alternativi per mettere sollecitamente a dimora le piantine offerte»;
«a parere degli interroganti, nonostante il cambio di atteggiamento, se il direttore del polo museale del Friuli Venezia Giulia avesse da subito accolto in maniera positiva l'iniziativa «Miramare chiama, Trieste risponde» avrebbe certamente evitato la logica reazione negativa da parte dell'opinione pubblica e le ulteriori critiche, giunte copiose, sulla gestione del parco;
il 19 gennaio 2016, il Ministro Franceschini, nel corso di una riunione congiunta delle Commissioni cultura di Camera e Senato, ha esposto il progetto di completamento della riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, secondo il quale il Ministero viene ridisegnato a livello territoriale per rafforzare i presidi di tutela e semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione. Oltre alla ridefinizione delle soprintendenze, la riorganizzazione prevede l'istituzione di dieci nuovi musei e parchi archeologici autonomi retti da direttori selezionati con bando internazionale. Nella lista dei dieci nuovi istituti autonomi figura anche il «Museo storico e il Parco del Castello di Miramare» a Trieste;
il decreto ministeriale 23 dicembre 2014 del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo recante «Organizzazione e funzionamento dei musei statali» e successive modifiche, prevede, per i musei dotati di autonomia speciale, una struttura gestionale particolare, attribuita ad un direttore individuato attraverso un bando internazionale, un consiglio di amministrazione e da un comitato scientifico con funzione consultiva –:
se il Ministro interrogato sia al corrente di quanto espresso in premessa;
se ritenga di assumere iniziative di competenza affinché siano ripristinati i dovuti rapporti istituzionali tra le amministrazioni territoriali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e gli organi amministrativi comunali;
se intenda intervenire per riportare gli organi periferici del Ministero ai dovuti livelli di efficienza e di autorevolezza ed in quali modalità;
se non ritenga opportuno, alla luce di quanto ha evidenziato nella riunione congiunta delle Commissioni di cultura di Camera e Senato in data 19 gennaio 2016, velocizzare l’iter per la riorganizzazione dei musei e parchi autonomi, tra cui figurano il museo storico e il parco del castello di Miramare. (4-12877)