• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/08420    il fenomeno dell'abusivismo e della concorrenza sleale nel settore dell'acconciatura e dell'estetica ha assunto nel nostro Paese dimensioni molto preoccupanti con danni evidenti per la...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08420presentato daROSTELLATO Gessicatesto diMartedì 19 aprile 2016, seduta n. 609

   ROSTELLATO, NARDUOLO, ZAN, NACCARATO, MORETTO e CAMANI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il fenomeno dell'abusivismo e della concorrenza sleale nel settore dell'acconciatura e dell'estetica ha assunto nel nostro Paese dimensioni molto preoccupanti con danni evidenti per la categoria, per i consumatori e per tutta la collettività;
   in passato l'attività abusiva nel settore del benessere era, in primis marginale, in secondo luogo ad appannaggio esclusivo di qualche dipendente/pensionato che per arrotondare lo stipendio svolgeva il lavoro a domicilio. Oggi purtroppo, con una crisi in atto assai pesante, i soggetti che operano senza requisiti e sconosciuti al fisco, sono aumentati vertiginosamente;
   spesso sono ex acconciatori o estetiste che cessano l'attività regolare e continuano a operare abusivamente, allestendo veri d propri negozi in casa o girando con la valigetta, oppure sono dipendenti di saloni che, dopo l'orario lavorativo, eseguono le prestazioni nelle case dei clienti. Diversi, ma altrettanto gravi, sono i fenomeni dei centri gestiti da cittadini di nazionalità cinese che dietro prezzi irrisori, nascondono tutta una serie di irregolarità che devono essere sanzionate e di alcuni centri estetici che si potrebbero definire a luci rosse, che compromettono gravemente l'immagine dell'intera categoria delle estetiste;
   un'indagine fatta da CNA rivela che gli abusivi sono circa un terzo degli operatori sul territorio. L'abusivismo non danneggia soltanto le imprese regolari, ma ha anche un effetto devastante sulla comunità nel suo complesso in termini di «costi sociali». Basti pensare all'ammontare delle tasse non pagate, dei contributi non versati e all'impatto che l'abusivismo ha sui servizi sociali, di cui magari l'abusivo stesso usufruisce a piene mani, perché risultante disoccupato;
   purtroppo, occorre segnalare che vi è ancora poca consapevolezza da parte dei consumatori, del rischio che corrono in termini di danno per la propria salute, quando si affidano a operatori non qualificati (che non hanno l'abilitazione richiesta dalla legge) che non rispettano i requisiti igienico-sanitari e che non sono in grado di offrire garanzie sotto il profilo dei prodotti e delle attrezzature utilizzate;
   è necessario garantire operatori qualificati, rispetto delle norme di igiene e sanità pubblica, aggiornamento continuo sull'uso delle apparecchiature a uso estetico e sull'utilizzo di prodotti cosmetici a norma;
   per contrastare questo comportamento che, nonostante tutte le possibili giustificazioni, genera concorrenza sleale nei confronti delle imprese che operano nella legalità, la CNA sull'intero territorio nazionale ha avviato indagini sul fenomeno e campagne di pubblica sensibilizzazione, rivolte a informare il mercato sui possibili rischi nell'usufruire di servizi offerti abusivamente. CNA ha firmato protocolli d'intesa con sindaci, prefetti, comandi dei carabinieri, guardia di finanza ed enti di vigilanza, si è fatta portatrice di diverse denunce di attività abusive;
   dopo anni di sforzi e di operazioni sinergiche, il fenomeno continua a espandersi. È chiaro che quanto fatto non basta a debellare il fenomeno che necessita assolutamente di un intervento normativo ad hoc a tutela del settore –:
   se il Governo sia al corrente della gravità della situazione espressa in premessa e se non ritenga opportuno adoperarsi, per quanto di competenza, al fine di ridurre l'abusivismo assumendo iniziative, anche normative, per:
    a) ottenere la piena tracciabilità delle merci in modo che i prodotti e le attrezzature professionali siano venduti solo alle imprese e non ai privati e che nelle fiere di settore per professionisti sia vietata la vendita indiscriminata a chi non è in possesso di partita iva o dell'iscrizione alla camera di commercio;
    b) sensibilizzare la clientela a non rivolgersi a operatori abusivi richiamando i rischi cui si va incontro, con particolar riguardo al mancato rispetto delle norme igienico/sanitarie a danno della salute e alla concorrenza sleale nei confronti di chi svolge la propria attività nel rispetto delle regole fiscali, di sicurezza nei luoghi di lavoro e in materia di requisiti igienico-sanitari;
    c) incentivare, anche attraverso il sostegno delle associazioni a tutela della categoria, la creazione di punti di raccolta delle segnalazioni che saranno trasmesse successivamente alle autorità competenti (AUSL, guardia di finanza, ufficio del lavoro);
    d) incentivare l'attivazione da parte delle autorità competenti, di controlli anche in borghese, per acquisire informazioni utili alle attività di repressione dell'abusivismo;
    e) prevedere che la durata del percorso professionale dell'estetista-parrucchiera sia portato dagli attuali due anni a cinque anni di scuola media superiore come previsto per tutti gli altri istituti tecnici, al fine di ottenere il titolo di diploma di scuola superiore, oggi non previsto;
    f) inasprire le sanzioni già previste dalla legge in caso di accertata attività abusiva, al fine di disincentivare sempre più il fenomeno. (5-08420)