• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/02877 con il decreto interministeriale n. 79 del 2 marzo 2012 (cosiddetto Clini-Passera) è stato disposto il divieto di transito nel canale della Giudecca a Venezia, per le navi con stazza lorda...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02877presentato daDA VILLA Marcotesto diVenerdì 6 dicembre 2013, seduta n. 133

DA VILLA, BRUGNEROTTO, MANNINO, COZZOLINO, SPESSOTTO, LOREFICE, DE LORENZIS e SIMONE VALENTE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
con il decreto interministeriale n. 79 del 2 marzo 2012 (cosiddetto Clini-Passera) è stato disposto il divieto di transito nel canale della Giudecca a Venezia, per le navi con stazza lorda superiore alle 40.000 tonnellate;
in base al citato decreto il divieto «si applica a partire dalla disponibilità di vie di navigazione praticabili alternative a quelle vietate»;
le vie alternative «vengono individuate dall'autorità marittima con proprio provvedimento»;
il citato decreto prescrive inoltre di «conseguire i più elevati livelli di sicurezza anche ambientale» considerata «la particolarissima sensibilità e vulnerabilità ambientale della Laguna di Venezia»;
le leggi speciali per Venezia vietano espressamente interventi che non siano graduali, sperimentali, reversibili ed indicano come il valore da proteggere siano la laguna tutta e la città di Venezia in essa integrata;
a distanza di 20 mesi non si è giunti ancora ad un risultato concreto, permanendo dunque la condizione di pericolo per la sicurezza dei cittadini, dei trasporti e dell'ambiente causati dalla promiscuità delle navi con gli altri flussi del trasporto locale;
si impone, a parere degli interroganti, l'urgenza di addivenire a soluzioni che non pregiudichino un settore economico significativo nella congiuntura del Paese e del territorio veneziano, quali il blocco totale o parziale delle partenze;
con lettera del 20 novembre 2013, indirizzata all'autorità marittima, il Ministro dello sviluppo economico sollecita con urgenza il provvedimento che individua il canale Contorta quale via di accesso alternativa alla marittima al fine di procedere all'intesa Stato-regione per l'inserimento del canale «Contorta S. Angelo» nel Programma delle infrastrutture strategiche nazionali ai sensi della legge n. 443 del 2001, cosiddetta «Legge Obiettivo»;
il medesimo Ministro indica chiaramente che l'individuazione del progetto debba circoscriversi alle alternative di transito compatibili con lo scalo attuale, laddove nessun accenno in tal senso è contenuto nel decreto interministeriale n. 79 del 2 marzo 2012;
il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ammette di essere a conoscenza di altre proposte, presentate all'autorità marittima, che prevedono la realizzazione di scali alternativi esterni alla laguna;
il provvedimento sollecitato all'autorità marittima non può essere approvato come dirimente senza una relazione di compatibilità con il PALAV (Piano di area della laguna e dell'area veneziana), Piano ambientale paesaggistico sovraordinato, vigente dal 1995 e con il piano morfologico della laguna la cui adozione è attesa da tempo, né in assenza di una valutazione comparata del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nonché il coinvolgimento e l'intesa di tutti i comuni aventi titolo ai sensi della legge n. 84 del 1994 «Riordino della legislazione in materia portuale»;
in un precedente atto di sindacato ispettivo (n. 5-01099) che ad oggi non ha ricevuto risposta, il primo firmatario richiamava l'attenzione sulla necessità di ricomprendere nell'analisi tutte le soluzioni da comparare come ragionevoli alternative, peraltro prevista dalla normativa europea e dal Codice dell'ambiente;
a parere dell'interrogante progetti che prevedono scali alternativi extra lagunari, per evidenza dei fatti, risolverebbero completamente la promiscuità delle grandi navi da crociera con il traffico lagunare ed i rischi per la sicurezza dei cittadini, del patrimonio storico e ambientale della laguna; risultato che, per simmetrica evidenza, non potrebbe mai essere raggiunto con il mantenimento di uno scalo intralagunare;
rispetto all'apertura del canale «Contorta-S. Angelo», che comporterebbe scavi su un tracciato di ben cinque chilometri, largo 140 metri e profondo 10 metri e l'escavo di 7 milioni di metri cubi di sedimento, i progetti alternativi basati su scali extralagunari risultano agli interroganti comunque meno onerosi, e dunque meritano un'attenzione, ancor più doverosa in tempi di grave congiuntura;
spostando lo scalo esternamente al sistema di protezione Mose (modulo sperimentale elettromeccanico), tali soluzioni svincolano la crocieristica dalle chiusure delle paratie in concomitanza del fenomeno dell'acqua alta; tale fenomeno è previsto in aumento per entità e frequenza in relazione alle variazioni climatiche nonché ad un atteso innalzamento del livello medio mare, mentre l'evoluzione del mercato della crocieristica indica la tendenza ad ampliare l'offerta nell'arco dell'anno solare;
i progetti con scalo extralagunare, rispetto all'escavazione dei fondali lagunari, possono essere applicati in rispondenza dei criteri stabiliti dalle leggi speciali di Venezia, ovvero alle condizioni di gradualità, sperimentazione e reversibilità. Per questo stesso motivo, a parere degli interroganti, risultano di più celere realizzazione con tempistiche verosimili entro i 12 mesi, consentendo di ovviare al contingentamento dei transiti e alla diminuzione del fatturato e dell'indotto occupazionale, che invece sarebbe prevedibile nell'ipotesi riportata nella lettera del Ministro dello sviluppo economico, che esplicitamente ammette tempistiche per la messa in esercizio non prima della stagione crocieristica 2016;
la struttura della marittima potrebbe, nell'ipotesi di scelta dello scalo fuori laguna, continuare ad essere utilizzata anche in futuro per l'accoglienza dei crocieristi, trasportati dentro la laguna mediante battelli. Inoltre sarebbe utilizzabile per la piccola crocieristica compatibile con Venezia e la sua laguna e per la nautica da diporto –:
quali siano i contenuti delle note dell'autorità marittima citate dal Ministro dello sviluppo economico nella lettera del 20 novembre 2013 e quale soggetto istituzionale abbia ritenuto di limitare le valutazioni alle sole alternative che portino direttamente alla marittima;
quali siano i motivi per cui non siano state considerate le proposte di più rapida realizzazione per scali alternativi extra lagunari;
se il Ministro interrogato ritenga che il progetto di escavo del canale Contorta sia compatibile con la normativa vigente per la tutela ambientale lagunare, e, in caso affermativo, quali siano i suoi orientamenti a riguardo;
quali motivazioni abbiano indotto a ritenere di poter procedere ad inserire il progetto nel quadro della cosiddetta «legge obiettivo», stante che la capitaneria non ha competenza di valutazione ambientale che spetta al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
quali criteri abbiano indotto a considerare lo scavo del canale Contorta S. Angelo compatibile con una tempistica a breve termine laddove le sue stesse previsioni pongono l'eventuale fruibilità in vista della stagione crocieristica 2016;
come, su un tema riguardante la struttura del porto, si possa ritenere esaustiva una concertazione ristretta al Presidente della regione Veneto e al sindaco di Venezia, con esclusione dei comuni della «gronda» lagunare, prevista invece dall'articolo 5 della legge n. 84 del 1994 per la formazione dei piani regolatori portuali;
in base a quale valutazione ritenga di poter applicare le procedure semplificate di VAS (Valutazione ambientale strategica), VIA (valutazione impatto ambientale) ed AIA (Autorizzazioni integrate ambientali) ai sensi della legge n. 443 del 2001, cosiddetta «legge obiettivo», stante che l'escavo del nuovo canale Contorta comporterebbe evidentissimi sconvolgimenti ed impatti sull'ecosistema più tutelato del mondo qual è la laguna di Venezia;
quale sia la logica di voler accelerare, a giudizio degli interroganti, pericolosamente la procedura e nel contempo scegliere un progetto che per ammissione del Ministro interrogato non ha tempi rapportabili ad una rapida soluzione del problema dei transiti nel bacino di San Marco e Canale della Giudecca e che imporrebbe ancora per anni un alto livello di rischi e conflitti nel centro storico lagunare;
quali siano le ragioni per cui si scartino, attraverso tale procedura semplificata, proposte di scalo alternativo, che hanno evidenziato maggiori caratteri di compatibilità ambientale, rapidità, gradualità, reversibilità, nonché economicità, insieme al mantenimento dell'offerta e dell'occupazione nel settore. (4-02877)