• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/08602    è stato pubblicato sulla rivista dell'Associazione italiana di epidemiologia « C» – anno 40 (2) marzo-aprile 2016 – l'articolo dal titolo «Il potenziale impatto del partenariato...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08602presentato daGRILLO Giuliatesto presentato Lunedì 9 maggio 2016 modificato Martedì 10 maggio 2016, seduta n. 621

   GRILLO, LUIGI DI MAIO, BARONI, COLONNESE, DI VITA, SILVIA GIORDANO, LOREFICE e MANTERO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   è stato pubblicato sulla rivista dell'Associazione italiana di epidemiologia « C» – anno 40 (2) marzo-aprile 2016 – l'articolo dal titolo «Il potenziale impatto del partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) sulla salute pubblica» a cura di Roberto De Vogli e Noemi Renzetti;
   la bibliografia citata dagli autori è composta da ben 63 riferimenti;
   l'articolo sopra riportato analizza da una prospettiva di sanità pubblica gli aspetti presenti all'interno del TTIP che possono mettere a rischio non solo la qualità dei cibi, ma anche l'accesso alle cure sanitarie dei cittadini, nonché le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, fino a intaccare la sovranità dei singoli Stati europei nella scelta del proprio sistema sanitario. In particolare gli autori si sono soffermati sui seguenti fattori di rischio o determinanti della salute:
    a) accesso ai farmaci e all'assistenza sanitaria: in teoria, favorendo gli scambi tra le due sponde dell'Oceano e promuovendo una maggiore cooperazione tra le istituzioni governative che sovrintendono alle politiche dei farmaci, il TTIP potrebbe migliorare la cooperazione scientifica nella ricerca farmacologica e ridurre la duplicazione di processi. Ma il capitolo sulla proprietà intellettuale e sugli aspetti commerciali ad essa connessi, che estendono il monopolio dei, brevetti, porterebbe a un aumento dei prezzi dei medicinali e, in ultima istanza, a diminuire l'accesso alle cure, soprattutto dei soggetti più svantaggiati. Non solo. Una possibile minaccia viene dal capitolo relativo all'accordo sui servizi che, oltre a prevedere l'apertura dei servizi sanitari pubblici alla concorrenza, anche privata, comprende una clausola cosiddetta «antiarretramento», che impedisce a servizi pubblici che siano stati privatizzati di ritornare in mano pubblica. Quanto appena descritto configura una grave violazione contro la libertà delle nazioni di scegliere il proprio sistema sanitario di preferenza;
    b) consumo di alcol e tabacco: episodi già verificatisi in diverse parti, del mondo dimostrano come politiche attuate per limitare il consumo di alcol e tabacco siano state attaccate in quanto considerate ostacoli al libero commercio. Una situazione aggravata dal capitolo del TTIP riguardante le controversie tra investitori e singoli Stati, che consente agli investitori stranieri di citare in giudizio, di fronte a tribunali internazionali privati, gli stati che abbiano approvato una legge in grado di ridurre il valore del loro investimento. Un meccanismo che le multinazionali del tabacco hanno già mostrato di essere ben predisposte a sfruttare sottolineano De Vogli e Renzetti ricordando il caso dell'Uruguay, citato in giudizio da Philip Morris nel 2010 per aver apposto immagini shock sui pacchetti di sigarette a fini dissuasivi;
    c) patologie correlate alla dieta e all'agricoltura: spingere verso regimi normativi meno restrittivi nel commercio è uno degli obiettivi del TTIP che potrebbe avere riflessi negativi sia sui consumi alimentari sia sulla sicurezza degli alimenti. L'esempio, del Messico è illuminante: dalla introduzione del NAFTA, nel 1994, e il conseguente aumento della presenza nel Paese di multinazionali del fast food e dei soft drink, il Messico è al secondo posto nel mondo per consumo di bevande zuccherate e ha una delle più alte prevalenze di diabete nel Pianeta. Ma c’è un altro rischio, questa volta collegato al capitolo «misure sanitarie e fitosanitarie che riguarda le norme sulla presenza negli alimenti di additivi alimentari, contaminanti, tossine. Il pericolo è che le norme europee vengano annacquate per avvicinarsi a quelle, notoriamente meno restrittive, d'Oltreoceano. Potrebbero così aumentare le importazioni non solo di cibi geneticamente modificati, ma anche di carni bovine trattate con ormoni e di polli trattati con il cloro (pratiche permesse negli Stati Uniti);
    d) salute ambientale: il più grave effetto sulla salute del TTIP presumibilmente riguarda la sua capacità di influenzare le politiche ambientali, secondo quanto sostengono gli autori. Per esempio, le disposizioni in merito alle controversie tra investitori e Stati «potrebbero molto probabilmente essere sfruttate da grandi aziende di combustibili fossili per citare in giudizio quei governi che cercano di limitare l'estrazione e l'esportazione dei combustibili stessi» in contraddizione con gli impegni appena presi dalla conferenza sul clima di Parigi;
   nello stesso numero della rivista « Epidemiologia&Prevenzione» vi è un ulteriore articolo « Epidemiologia della globalizzazione» redatto da Paolo Vineis che, oltre a commentare l'articolo di Roberto De Vogli e Noemi Renzetti, riporta alcune strategie frutto di un lavoro della The Faculty of Public Health of the Royal College of Physicians dal titolo « Star well, live better: a manifesto for the public's health», da considerarsi alternative a quelle presenti nei TTIP;
   l'articolo di Paolo Vineis individua quali elementi centrali delle strategie suggerite dal Royal College:
    il riconoscimento del nesso tra danno ambientale, politiche strutturali e salute;
    partendo dal presupposto che approcci sistemici possono essere molto più efficaci e costo-efficaci di interventi settoriali, si ipotizza lo sviluppo di iniziative orientate ai cosiddetti cobenefici cioè interventi in settori chiave che consentono sia di mitigare il cambiamento climatico sia di prevenire le malattie. Nell'ambito dei trasporti, che contribuiscono per la maggiore quota di gas serra nelle aree urbane il trasporto attivo (in bicicletta o a piedi) non solo comporta una minore immissione di gas serra, ma, aumentando l'attività fisica, ha benefici sullo stato di salute. Un aumento dell'attività fisica previene il diabete, l'obesità, l'ipertensione e le malattie ad esse associate. La produzione di carne è altamente inefficiente energeticamente, poiché richiede una grande quantità di acqua e di suolo, per unità di produzione, senza dimenticare che circa un quinto dei gas serra è dovuto alle emissioni di metano degli allevamenti bovini. In questo caso una dieta alimentare che segue le linee guida del World Cancer Reseach Fund International porterebbe a una riduzione della mortalità del 34 per cento altre che diminuire le coefficienze energetiche riportate in precedenza. Le fonti di energia fossile, oltre ad essere importanti sorgenti di inquinamento e di emissioni di gas serra, contribuiscono in modo rilevante, nelle determinanti di salute soprattutto nelle aree urbane del pianeta. La sostituzione con fonti di energia cosiddette rinnovabili porterebbe ad una diminuzione dell'inquinamento con benefici per la salute –:
   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per far fronte alle criticità relative al Trattato TTIP e descritte nell'articolo di Roberto De Vogli e Noemi Renzetti, pubblicato nella rivista dell'Associazione italiana di epidemiologia « C» – anno 40 (2) marzo-aprile 2016;
   se il Governo non ritenga di non sottoscrivere la clausola di «antiarretramento» prevista nel TIS, (Trade in Services) capitolo sull'accordo sui servizi, compreso nel TTIP, che impedisce a servizi pubblici che siano stati privatizzati di ritornare in mano pubblica;
   se si intenda adottare le iniziative di co-benefici individuate da: The Faculty of Public Health of the Royal College of Physicians. (5-08602)