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Atto a cui si riferisce:
S.1/00571 premesso che: il 9 maggio 2016 è stato pubblicato dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) il "Rapporto nazionale pesticidi nelle acque - dati...



Atto Senato

Mozione 1-00571 presentata da ELENA FATTORI
martedì 17 maggio 2016, seduta n.627

FATTORI, GAETTI, PAGLINI, SCIBONA, CAPPELLETTI, BERTOROTTA, SANTANGELO, NUGNES, PUGLIA, MARTELLI, MONTEVECCHI - Il Senato,

premesso che:

il 9 maggio 2016 è stato pubblicato dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) il "Rapporto nazionale pesticidi nelle acque - dati 2013-2014";

tale rapporto ha evidenziato, tra le altre, le seguenti criticità: 1) le acque superficiali "ospitano" pesticidi nel 63,9 per cento dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9); nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati il 31,7 per cento dei 2.463 punti (31 per cento nel 2012). Il risultato complessivo indica un'ampia diffusione della contaminazione, maggiore nelle acque di superficie, ma elevata anche in quelle sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili; 2) nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3 per cento del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali; 3) le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: glifosato e il suo metabolita AMPA (acido aminometilfosforico), metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, desetil-terbutilazina. Per quanto riguarda il glifosato e il metabolita AMPA, sono presenti rispettivamente nel 39,7 per cento e nel 70,9 per cento dei punti di monitoraggio delle acque superficiali; 4) i rilevamenti sul glifosato e il suo metabolita sono stati effettuati solo in Toscana e Lombardia;

nel primo capitolo del rapporto si legge: "Essendo concepiti per combattere organismi ritenuti dannosi, i pesticidi possono comportare effetti negativi per tutte le forme di vita. In seguito all'uso, in funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, possono migrare e lasciare residui nell'ambiente e nei prodotti agricoli, con un rischio immediato e nel lungo termine per l'uomo e per gli ecosistemi";

i termini e le azioni di prevenzione, nonché quelle di analisi adottate nel rapporto sono quelle prescritte dal PAN (piano nazionale di azione) che recepisce la direttiva 2009/128/CE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi;

il PAN prevede soluzioni migliorative per ridurre l'impatto dei prodotti fitosanitari anche in aree extraagricole frequentate dalla popolazione, quali aree urbane, le strade, le ferrovie, i giardini, le scuole, gli spazi ludici di pubblica frequentazione e tutte le loro aree a servizio con specifiche linee guida e misure di tutela ambientale con specifico riferimento alle acque potabili e di superficie;

considerato, altresì, che:

l'Ispra fornisce le linee di indirizzo che le Regioni, attraverso le agenzie regionali (Arpa) e secondo i piani di bacino, sono tenute a osservare ai sensi degli articoli 75, 94, 120 e altri del decreto legislativo n. 152 del 2006;

il 13 aprile 2016 il Parlamento europeo ha votato a maggioranza una risoluzione non vincolante per autorizzare il principio attivo del glifosato per altri 7 anni, e la Commissione europea è tenuta a prendere una decisione entro la fine di giugno 2016 ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009;

la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, organo di riferimento dell'Organizzazione mondiale della sanità) nel marzo 2015 ha valutato la cancerogenicità del glifosato classificandolo come cancerogeno probabile (2A) sulla base di prove di cancerogenicità giudicate certe per gli animali e sufficienti per l'uomo, mentre l'Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) a novembre 2015 ha dichiarato che è "improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo";

l'assunto dell'Efsa è strettamente legato alle modalità con cui sono state condotte le sue valutazioni: rifiuto aprioristico di considerare gli studi caso-controllo sull'uomo, conclusioni formulate tenendo conto unicamente dei pareri dello staff interno all'Agenzia e della documentazione tecnica prodotta dallo Stato membro relatore, in questo caso la Germania, tramite l'istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR Bundesinstitut für Risikobewertung), evitando ogni previa consultazione con i panel di altre istituzioni scientifiche;

da un'inchiesta del settimanale tedesco "Die Zeit", è emerso che col gruppo "Glyphosate task force" del BfR che ha stilato il rapporto, pare che collaborino i produttori di fitofarmaci che hanno chiesto di continuare a vendere il glifosato nell'Unione europea. La relazione prodotta dall'Efsa sul glifosato necessita di un approfondimento se non fosse che lo studio è stato reso pubblico;

al momento si attende la valutazione per la classificazione del glifosato a livello europeo, da parte dell'Agenzia ECHA (l'Agenzia di sicurezza sulle sostanze chimiche per la UE);

ritenuto, in ultimo, che:

ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009 sono gli Stati membri a dover autorizzare di volta in volta l'immissione in commercio dei prodotti a base di pesticidi;

le agenzie regionali per la protezione ambientale si affidano a metodi multiuso di analisi delle acque mentre il glifosato e il suo metabolita AMPA necessitano di metodi e strumenti ad hoc presenti attualmente solo in Toscana e Lombardia;

al momento non esiste obbligatorietà di esperire analisi sulla presenza di glifosato nelle acque di superficie e in quelle sotterranee;

la mozione 1-00720 votata alla Camera dei deputati a prima firma dell'on. Silvia Benedetti (M5s) nella seduta del 27 ottobre 2015 impegnava, tra l'altro, il Governo a migliorare i controlli relativi alla presenza di glifosato nell'ambiente,

impegna il Governo:

1) a garantire su tutto il suolo nazionale appositi rilevamenti per l'individuazione della presenza di glifosato e del suo metabolita AMPA;

2) a stanziare appositi fondi da destinare alle Regioni e conseguentemente alle Arpa per la dotazione di strumentazioni idonee al rilevamento del glifosato del suo metabolita sul modello di quanto avviene in Toscana e Lombardia;

3) a redigere e attuare nel minor tempo possibile un piano "glifosato zero" che preveda l'eliminazione del pesticida dall'uso e dal commercio entro il 2018.

(1-00571)