• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02857 BENCINI, Maurizio ROMANI, VACCIANO, DE PIETRO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico - Premesso che: COOP ESTENSE società cooperativa, UNICOOP...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02857 presentata da ALESSANDRA BENCINI
martedì 17 maggio 2016, seduta n.627

BENCINI, Maurizio ROMANI, VACCIANO, DE PIETRO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico - Premesso che:

COOP ESTENSE società cooperativa, UNICOOP TIRRENO società cooperativa, COOP ADRIATICA società cooperativa a r.l., NOVACOOP società cooperativa, COOP LOMBARDIA società cooperativa, COOP LIGURIA società cooperativa di consumo, COOP CONSUMATORI NORDEST società cooperativa (di seguito anche congiuntamente "le Coop"), sono società cooperative attive prevalentemente nella grande distribuzione commerciale di prodotti alimentari e di altri beni di largo consumo. Le Coop, tutte aderenti al consorzio Coopitalia società cooperativa, controllavano congiuntamente la società DICO, attiva nella distribuzione moderna al dettaglio di prodotti alimentari e non alimentari, attraverso una rete di punti vendita della tipologia discount, contraddistinti dai marchi e dalle insegne "Dico" e "Dix";

nel 2013, nella grande distribuzione romana e laziale, la Coop acquista dal gruppo TUODI dei fratelli Faranda 54 punti vendita a marchio "Despar" e "InGrande", cedendo l'intera rete Dico (hard discount). Nello specifico, nell'aprile 2013 la società Distribuzione Roma Srl, società di nuova costituzione, controllata dalla società TUO, si ritrova a gestire un complesso aziendale costituito da 54 punti vendita di tipo supermercato, di cui 9 gestiti tramite contratto di affiliazione, contraddistinti dalle insegne e dai marchi InGrande, Eurospar e Despar;

negli anni immediatamente successivi, 2014 e 2015, i 54 punti vendita suddetti passano dal marchio Despar a Incoop o Coop; tale operazione, però, non viene effettuata per i supermarket Ingrande. Nello specifico, il punto vendita Ingrande di Tarquinia (Viterbo), originariamente ideato quale punto vendita all'ingrosso rivolto alla famiglia, perde tale connotazione. Ed invero, tale immotivata decisione ha causato progressivamente la perdita di concorrenzialità e di incassi, anche in considerazione del fatto che, a pochi metri di distanza dal locale commerciale, si vede la presenza di un altro punto vendita a marchio Unicoop Tirreno, il quale, del resto, pratica offerte e promozioni più convenienti sui medesimi prodotti a marchio Coop in promozione nel supermarket Ingrande;

considerato che a quanto risulta agli interroganti:

in particolare, nel comune di Tarquinia, le operazioni finanziarie citate hanno generato una situazione, all'esito della quale 2 punti vendita della stessa catena («Ingrande» di Tarquinia e «UniCoop Tirreno» di Tarquinia), ubicati a poche decine di metri di distanza l'uno dall'altro, praticano prezzi differenti per medesimi prodotti con ovvie conseguenze sul fatturato. Il punto vendita Ingande di Tarquinia, all'interno del quale lavorano 19 dipendenti (18 assunti con contratto a tempo indeterminato ed uno assunto con contratto di apprendistato), infatti, è stato interessato per tutto il 2015 da criticità tali da portare i lavoratori a dialogare incessantemente con l'azienda. Si sono susseguiti, invero, una serie di tavoli tecnici tra i lavoratori, le organizzazioni sindacali rappresentative delle maestranze e la "proprietà". Durante tutto l'anno 2015, seppure i vari incontri organizzati abbiano visto la partecipazione delle diverse realtà coinvolte, i medesimi terminavano sempre, e solamente, con ampie rassicurazioni circa il futuro occupazionale dei dipendenti coinvolti e sulla continuità del punto vendita Ingrande di Tarquinia. Verso la fine del 2015, venivano indicate 2 soluzioni: la cessione in blocco dell'intera realtà in questione attraverso la ricerca di idoneo compratore ovvero il cambio del format del negozio;

le preoccupazioni in ordine al futuro dei lavoratori dipendenti del punto vendita Ingrande di Tarquinia sono state, dunque, ampiamente esposte durante gli incontri di "mediazione prefettizia" suddetti, all'esito dei quali, senza esprimere alcuna valutazione sulla correttezza o meno delle scelte aziendali, anche in ordine alla chiusura o eventuale trasferimento di sede, venivano costantemente ribaditi i 2 punti fermi citati. Nello specifico, il gruppo si dichiarava pronto nell'adoperarsi nella ricerca di un acquirente cercando, al contempo, una soluzione per lavoratori coinvolti: percorsi riconoscibili per la ricerca di eventuali compratori; impegno del soggetto gestore nella ricerca di soluzioni per tutti i lavoratori dipendenti (si veda il verbale di riunione del 14 gennaio 2016 dell'ufficio territoriale del Governo, della Prefettura di Viterbo);

nel febbraio 2016 la riunione, indetta e finalizzata "essenzialmente a verificare la possibilità di dare esecuzione agli impegni intrapresi nel corso dell'incontro in Prefettura, e segnatamente all'esame di proposte concrete da concordare con le organizzazioni, nonché a conoscere il percorso di riorganizzazione aziendale previsto" (si veda il verbale di riunione del 14 gennaio 2016 dell'ufficio territoriale del Governo, del Comune di Tarquinia), registrava l'assenza di tutti i rappresentanti delle aziende interessate ed invitate. Il 31 marzo 2016 ai lavoratori interessati dalla vicenda veniva consegnata la comunicazione preventiva di avvio di procedura di mobilità;

considerato, infine, che:

come noto, dalle fonti giornalistiche si apprende di come a seguito di tale comunicazione, i dipendenti abbiano avviato una serie di scioperi, così come gli stessi pongono, sin dal febbraio 2015 (si veda la missiva del 23 febbraio 2015 Fisascat Cisl e Uiltucs Uil indirizzata al prefetto di Viterbo, al sindaco di Tarquinia e all'Autorità garante della concorrenza e del mercato), dubbi circa le scelte aziendali e la politica di marketing del gruppo Coop;

la procedura di mobilità suddetta sembra riguardare solo alcuni punti vendita situati nel territorio laziale, senza, in altri termini, verificare le possibilità di ricollocare il personale coinvolto in altri punti vendita dell'intera catena Incoop. Ed invero, il processo di riorganizzazione e razionalizzazione della rete di vendita ha visto la chiusura del negozio di Trastevere e dei punti vendita di Anagni Navicella, Ariccia, Ciampino Kennedy e Tarquinia, ma solo per il primo il personale veniva trasferito presso altri punti vendita,

si chiede di sapere:

quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere, al fine di verificare, nel dettaglio, la fattibilità di percorsi alternativi al collocamento in mobilità del personale in esubero occupato presso i punti vendita di Anagni Navicella, Ariccia, Ciampino Kennedy e Tarquinia;

se intendano, a tal fine, disporre un'audizione congiunta di tutte le collettività coinvolte, affinché non vengano compromessi i livelli occupazionali dei punti vendita citati ma, al contrario, il gruppo Coop riassorba i lavoratori interessati dalla procedura di mobilità presso altri punti vendita dell'intera catena.

(3-02857)