• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/08754    le campagne situate in Basilicata, nella zona del Boreano vicino la città di Venosa (PZ), durante i mesi estivi si popolano di lavoratori stranieri che svolgono lavori agricoli. Tra...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08754presentato daLIUZZI Mirellatesto diVenerdì 20 maggio 2016, seduta n. 628

   LIUZZI e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   le campagne situate in Basilicata, nella zona del Boreano vicino la città di Venosa (PZ), durante i mesi estivi si popolano di lavoratori stranieri che svolgono lavori agricoli. Tra questi larga parte dei braccianti si occupa della raccolta di pomodori. L'accoglienza dei lavoratori stagionali in Basilicata, nel corso degli anni, è stata affrontata con crescente superficialità e con misure limitate allo stanziamento di fondi speciali per la distribuzione di cibo e di acqua;
   con la delibera della giunta regionale n. 627 del 25 maggio 2014, la regione Basilicata istituiva una task force in analogia con l'esperienza avviata nello stesso periodo dalla regione Puglia. Coordinata da un rappresentante della giunta regionale e aperta, con modalità e tempi diversi, a istituzioni, amministratori dei comuni interessati, Acquedotto lucano, organizzazioni di volontariato, organizzazioni sindacali e datoriali, la task force ha avuto il compito di «definire un quadro d'interventi immediati volti a garantire condizioni di vita dignitose ai lavoratori immigrati impegnati nelle attività agricole in varie aree della Basilicata» (comunicato stampa della regione Basilicata del 3 giugno 2014). Tuttavia, per quanto riguarda la collaborazione con i soggetti di volontariato, pare che le uniche associazioni ad essere state coinvolte nel piano operativo siano state solamente la Croce rossa e la Caritas;
   il 28 ottobre 2014 il consigliere regione del M5S Gianni Leggieri interrogava la giunta regionale sullo stato dell'attuazione del piano operativo della task force evidenziando l'inopportunità, in termini di sicurezza e di offerta dei servizi, di ubicare il centro di accoglienza di Venosa (per 240 ospiti) vicino ad un impianto di deposito e commercializzazione di GPL. Il centro di accoglienza veniva successivamente spostato a 500 metri dal deposito di GPL;
   il 16 aprile del 2015, con un'interrogazione dei consiglieri comunali del M5S di Venosa, si apprendeva che molti casolari della zona del Boreano erano stati abbattuti e che la task force regionale, nata per mettere un freno al problema, non aveva attuato le soluzioni inizialmente previste, come il servizio di trasporto per i lavoratori stagionali mai entrato in vigore;
   contestualmente, nel territorio del Vulture e precisamente nei comuni di Venosa e Palazzo San Gervasio, venivano istituiti due campi di accoglienza per i lavoratori stagionali. Tali campi, gestiti dalla Croce rossa italiana (su delega della regione Basilicata) avevano chiuso ogni forma di collaborazione con le associazioni del territorio che negli anni avevano assicurato ai migranti i servizi essenziali e momenti di intrattenimento culturale;
   con una ulteriore interrogazione, il 15 settembre 2015 il consigliere regionale del M5S Gianni Leggieri, a seguito di una visita presso il centro di accoglienza di Venosa, rilevava le pessime condizioni del campo (che contava appena 30 ospiti) e chiedeva alla regione se all'interno del centro vi fossero figure professionali specializzate per l'accoglienza. L'interrogazione non ha ancora ricevuto risposta;
   nonostante l'istituzione della task force ed i seguenti atti ispettivi prima citati, ad oggi, numerosi lavoratori continuano ad occupare la zona del Boreano e per molti mesi sostano in casolari diroccati, senza alcun servizio e che in alcuni periodi registrano la presenza di oltre 40 persone;
   la situazione nelle campagne venosine, già in passato, ha evidenziato fenomeni delinquenziali attinenti a cosiddetto caporalato (sfruttamento, lavoro in nero, e altro) e forti tensioni balzate agli onori della cronaca tra attività economiche e migranti. Questa situazione comporta che centinaia di braccianti continuino a vivere oltretutto in condizioni igienico sanitarie disastrose che non possono escludere il proliferare di malattie ed infezioni;
   nel mese di novembre 2015, la nota trasmissione «Striscia la notizia» ha denunciato la situazione del Boreano. Dal servizio è emerso che i migranti, nonostante l'abbattimento dei casolari, vivono in baracche di fortuna costruite dagli stessi e nelle quali alloggiano durante il periodo della raccolta;
   nella notte tra il 7 e l'8 maggio 2016 nella località Boreano è scoppiato un incendio che ha distrutto le baracche in cui vivevano i braccianti. A seguito dell'episodio il 12 maggio 2016 si è svolta una manifestazione a Potenza in cui i lavoratori agricoli hanno protestato per le soluzioni inadeguate messe in campo da regione e comune di Venosa rispetto alla programmazione della stagione della raccolta e allo precarie condizioni lavorative ed abitative;
   lo stesso giorno (12 maggio 2016), su richiesta dell'USB, si è svolto presso la regione Basilicata a Potenza un incontro fra il presidente della regione Pittella, il direttore generale della presidenza della giunta regionale, il coordinatore dell'organismo di coordinamento delle politiche per l'immigrazione, il sindaco di Venosa, alcuni componenti dell'esecutivo nazionale USB e un consigliere del M5S di Venosa;
   nell'incontro succitato i braccianti di Boreano riuniti sotto la sigla sindacale USB, hanno richiesto: l'approvazione di una delibera da parte del comune di Venosa ai fini dell'iscrizione all'anagrafe comunale per il rinnovo dei permessi di soggiorno; la risoluzione dei problemi strutturali (e non solo emergenziali) delle abitazioni; l'attivazione del trasporto per i lavoratori dai centri di accoglienza verso i luoghi di lavoro e verso il centro cittadino; il rispetto del contratto di lavoro con i relativi oneri a carico dei datori di lavoro (nonché previdenziali e di sicurezza sul lavoro); una soluzione immediata alla questione abitativa dopo l'incendio di Boreano; la stabilità abitativa per i lavori stanziali di Venosa. Le istituzioni presenti, per quanto di rispettiva competenza, si sono impegnate a porre in essere tutte le azioni volte a soddisfare le richieste dei lavoratori stagionali;
   a giudizio degli interroganti i buoni propositi della regione Basilicata, si scontrano con l'evidente incapacità mostrata fino ad oggi rispetto alla gestione del fenomeno;
   nel mese di dicembre 2015 nelle Commissioni riunite agricoltura e lavoro è stata approvata una risoluzione unitaria con la quale in Governo si impegnava «a valutare l'opportunità di un ulteriore potenziamento della tutela già approntata per i lavoratori che denunciano i caporali o i datori di lavoro»;
   nel quarto rapporto sui crimini nel settore agroalimentare a cura di Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità in agricoltura si stima che il business delle Agromafie abbia superato i 16 miliardi di euro nel 2015 –:
   se siano a conoscenza dei fatti sopra citati;
   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare – anche di natura normativa, di concerto con le amministrazioni Locali – al fine di garantire ai lavoratori delle aree agricole italiane, con particolare attenzione alla situazione lucana, un efficace ed efficiente servizio di accoglienza che assicuri una soluzione abitativa e socio-sanitaria adeguata;
   quali iniziative il Governo intenda porre in essere per intensificare i controlli volti al contrasto del fenomeno di sfruttamento e caporalato, anche alla luce degli impegni di cui alla risoluzione citata in premessa. (5-08754)