• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02617-B/026    premesso che:     il disegno di legge in esame contiene una delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02617-B/026presentato daLOREFICE Marialuciatesto diMercoledì 25 maggio 2016, seduta n. 631

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame contiene una delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale ed ha l'obiettivo di riordinare il variegato mondo del Terzo settore che si compone di numerosi organismi/entità dalla diversa natura giuridica e che in linea tendenziale dovrebbero essere accomunati da finalità filantropiche, civiche, solidaristiche e dal perseguimento dell'interesse generale, finalità che dovrebbero essere comunque sussidiarie al dovere dello Stato di garantire, nell'ambito del welfare, i livelli essenziali delle prestazioni culturali, sociali e socio- sanitarie;
    la crescita esponenziale del settore e la progressiva delega da parte dello Stato, anche di prestazioni essenziali, senza che se ne disegnasse peraltro un quadro giuridico coerente e organico, unitamente alle sottese agevolazioni economiche e fiscali e all'assenza di regole concernenti la trasparenza delle gestioni, ha reso questo settore territorio di conquista di interessi economici e politici rilevanti, sovente non coincidenti con le finalità tipiche del settore;
    in tale contesto una riforma organica doveva avere l'ambito obiettivo, in primis, di ripensare il livello delle competenze e recuperare un'idea di stato sociale in cui lo Stato non deve delegare le prestazioni essenziali o il soddisfacimento dei bisogni primari dei suoi cittadini quanto piuttosto avvalersi della cooperazione per soddisfare al meglio tali bisogni;
    tale cooperazione/collaborazione deve avvenire ed esplicarsi nell'ambito di un quadro giuridico organico e definito che per prima cosa sia in grado di individuare tutti i soggetti coinvolti, le diverse modalità della cooperazione o collaborazione e le susseguenti discipline civilistiche e fiscali nonché un sistema di regole e controlli che non penalizzi gli enti di piccole dimensioni;
    l'impostazione generale del provvedimento appare complessivamente penalizzante riguardo gli enti di piccole dimensioni che pure rappresentano la parte più genuina del Terzo settore e appare invece evidente l'intento, come evincibile anche dalla istituzione della Fondazione Italia sociale, di volere riorganizzare il settore nell'ottica di avvantaggiare le «holding del sociale» che pure in questi anni hanno chiaramente dimostrato di tradire i fini istituzionali originari nell'ottica di rispondere invece al logiche di mercato se non addirittura a pratiche corruttive;
    è invece auspicabile che, anche riguardo la regolazione dei diversi processi aggregativi, sia garantita un'adeguata rappresentatività presso i soggetti istituzionali nonché un equo accesso alle opportunità di iniziativa anche agli enti del Terzo settore di piccole dimensioni e comunque non inclusi nelle associazioni di enti, nonché garantire strumenti, anche telematici, e spazi di incontro periodici per accrescere la partecipazione di ogni ente, anche a livello singolo, alle fasi di confronto e contrattazione con gli organi istituzionali di qualsiasi livello;
    proprio nell'ottica di incentivare e rafforzare i piccoli enti appare strategico, ad esempio, incentivare le esperienze di coworking ovvero esperienze di condivisione di strutture e mezzi, con particolare riguardo all'assegnazione e utilizzo dei beni confiscati alla mafia e con priorità di assegnazione alle onlus ed enti di volontariato, agevolando così forme di cooperazione tra due o più enti di piccole dimensioni operanti in settori analoghi;
    nel provvedimento in esame, segnatamente all'articolo 4, nella parte in cui s'intendono favorire i processi aggregativi a livello territoriale, anche allo scopo di definire la loro rappresentatività presso i soggetti istituzionali, non è chiaramente indicato che tali processi aggregativi debbano assicurare adeguata rappresentanza e partecipazione alle piccole realtà territoriali con particolare riguardo per quegli enti caratterizzati dal totale impiego delle risorse economiche per attività di utilità sociale e non accompagnati da attività commerciale,

impegna il Governo

ad attivarsi affinché nell'esercizio della delega siano agevolate forme di coworking ovvero esperienze di condivisione di strutture e mezzi, con particolare riguardo all'assegnazione e utilizzo dei beni confiscati alla mafia, con priorità di assegnazione alle onlus ed enti di volontariato e di garantire che nei diversi organismi di rappresentanza istituzionale sia sempre assicurata un'adeguata rappresentanza degli enti di piccole dimensioni ovvero le componenti più genuine del settore che si occupano di cooperazione, solidarietà, volontariato e beni comuni.
9/2617-B/26. Lorefice, Grillo, Di Vita, Baroni, Colonnese, Silvia Giordano, Mantero, Dall'Osso.