• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02617-B/023    premesso che:     il disegno di legge in esame contiene una delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02617-B/023presentato daMANTERO Matteotesto diMercoledì 25 maggio 2016, seduta n. 631

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame contiene una delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale ed ha l'obiettivo di riordinare il variegato mondo del Terzo settore che si compone di numerosi organismi/entità dalla diversa natura giuridica e che in linea tendenziale dovrebbero essere accomunati da finalità filantropiche, civiche, solidaristiche e dal perseguimento dell'interesse generale, finalità che dovrebbero essere comunque sussidiarie al dovere dello Stato di garantire, nell'ambito del welfare, i livelli essenziali delle prestazioni culturali, sociali e socio-sanitarie;
    la crescita esponenziale del settore e la progressiva delega da parte dello Stato, anche di prestazioni essenziali, senza che sé ne disegnasse peraltro un quadro giuridico coerente e organico, unitamente alle sottese agevolazioni economiche e fiscali e all'assenza di regole concernenti la trasparenza delle gestioni, ha reso questo settore territorio di conquista di interessi economici e politici rilevanti, sovente non coincidenti con le finalità tipiche del settore e le criticità maggiori si sono avute proprio riguardo le imprese sociali che, tradendo la loro missione istituzionale, si sono collocate sul mercato in maniera anticoncorrenziale e non di rado abusando della loro posizione «agevolata» non già per soddisfare i bisogni dei cittadini ma per soddisfare i bisogni di gruppi di potere e finanche di organizzazioni criminali, come il caso di Mafia Capitale ha chiaramente fatto emergere;
    l'impresa sociale si prefigura come l'anello di congiunzione tra profit e non profit e sappiamo che da tempo alcune lobbies stanno spingendo perché pezzi di welfare vengano messi a frutto sul versante del profitto e tale spinta va di pari passo, ormai in larga parte del continente europeo, con politiche di destrutturazione dei sistemi di tutela e cura delle persone;
    il tentativo di mettere nell'angolo il welfare universale è continuo ed uno stato sociale a «tutele socialmente differenti» con servizi da acquistare (per chi se li può permettere) e servizi minimi per i più poveri appare sempre più il terreno ideale sul quale far sviluppare il sociale profit;
    il provvedimento in esame prevede l'allargamento dei settori di attività per le imprese sociali nonché la previsione di forme di remunerazione del capitale sociale che assicurino la prevalente destinazione degli utili al conseguimento dell'oggetto sociale e il divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione (articolo 6);
    il provvedimento definisce l'impresa sociale come ente che, «rientra nel complesso degli enti del Terzo settore e, per quanto riguarda i settori di attività propri dell'impresa sociale, li individua nell'ambito delle attività di interesse generale comprese nell'elenco unico comune a tutti gli enti del Terzo settore, contemplando pertanto settori di attività ricondotti ad un più generale elenco comune a tutto il terzo settore – pur poi con la possibilità del Governo di indicare dei settori di attività per specifiche forme di Terzo settore in coerenza con le vocazioni di ciascuno;
    spetterà dunque ai decreti attuativi definire i confini entro cui potranno operare le imprese sociali, mentre inizialmente la delega prevedeva già un ampliamento dei settori di attività a quelli del commercio equo e solidale, dei servizi per il lavoro finalizzati all'inserimento dei lavoratori svantaggiati, dell'alloggio sociale e dell'erogazione del microcredito e se, verosimilmente, fare una lista chiusa poteva essere controproducente, ma sarebbe stato opportuno stabilire almeno dei macro ambiti di attività;
    rispetto alle forme di remunerazione del capitale sociale, nel corso dell'esame al Senato, è venuto meno il riferimento alla ripartizione degli utili, ma è stato confermato il mandato al Governo di prevedere forme di distribuzione dei dividendi che assicurino la prevalente destinazione degli utili al conseguimento dell'oggetto sociale, da assoggettare a condizioni e comunque nei limiti massimi previsti per le cooperative a mutualità prevalente; è stata inoltre aggiunta la previsione del divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione per gli enti per i quali tale possibilità è esclusa per legge, anche qualora assumano la qualificazione di impresa sociale;
    il provvedimento affronta la questione dell'impresa sociale in maniera assolutamente critica non superando la supposta equazione finalità sociali = Terzo settore, tenuto conto che con le finalità sociali si possono fare dei business molto lucrosi e non si vede il motivo per cui l'erario dovrebbe agevolare o finanziarie un privato che a scopo di lucro fa attività di qualsiasi genere fossero anche di matrice sociale;
    la corretta equazione dovrebbe invece essere Terzo settore = senza fini di lucro ed in tal senso l'impresa sociale deve destinare non solo prioritariamente ma anche prevalentemente, se non esclusivamente, gli utili al perseguimento dei fini istituzionali socialmente utili e che deve vigere per essa il divieto di distribuzione anche indiretta degli utili (ossia tramite artifici e furberie varie),

impegna il Governo

ad attivarsi attraverso successive iniziative normative affinché sia chiaramente eliminata ogni ambiguità riguardo il divieto di distribuzione degli utili e degli avanzi di gestione anche per le imprese sociali la cui permanenza nell’àmbito del Terzo settore può essere consentita solo se l'attività è senza scopo di lucro, prevedendo altresì che tale attività sia chiaramente e prioritariamente indirizzata ad attività del commercio equo e solidale, dei servizi per il lavoro finalizzati all'inserimento dei lavoratori svantaggiati in particolare disabili, all'alloggio sociale e all'erogazione del microcredito e all'inserimento per lavoratori svantaggiati.
9/2617-B/23. Mantero, Lorefice, Grillo, Di Vita, Baroni, Colonnese, Silvia Giordano, Dall'Osso.