Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/05859 PANIZZA, CONTE, DALLA ZUANNA, GAMBARO, MASTRANGELI, SCALIA - Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie - Premesso che:
è ampiamente riconosciuto che, all'interno dell'UE,...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-05859 presentata da FRANCO PANIZZA
martedì 24 maggio 2016, seduta n.632
PANIZZA, CONTE, DALLA ZUANNA, GAMBARO, MASTRANGELI, SCALIA - Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie - Premesso che:
è ampiamente riconosciuto che, all'interno dell'UE, l'Italia si colloca tra i Paesi che hanno ancora una politica familiare obsoleta e settoriale. Non esistono politiche familiari organiche, che prevedano interventi a sostegno e promozione delle famiglie e questo, nonostante le funzioni oggi svolte da esse nella società;
la famiglia, infatti, può favorire o meno i suoi componenti (figli, genitori, nonni e altre figure parentali) in tantissime opportunità, quali ad esempio la salute, la sicurezza personale, i percorsi formativi, la prevenzione o la cura a fronte di situazioni di difficoltà, la ricerca del lavoro, la funzione educativa nei confronti dei figli e dunque delle future generazioni, l'assistenza nei momenti di bisogno e quant'altro;
esistono dati preoccupanti che documentano il disagio di questa istituzione: la drastica riduzione della natalità, l'aumento delle disgregazioni familiari con indici in crescita delle separazioni e dei divorzi, i problemi educativi manifestati dai figli, le questioni dell'armonizzazione dei tempi di vita con i tempi del lavoro, la fragilità economica delle famiglie con il dramma della povertà purtroppo oggi molto prossima alle famiglie con figli e che pone drammaticamente a rischio, soprattutto le famiglie numerose e monogenitoriali;
in questo quadro, la Provincia autonoma di Trento ha da tempo sviluppato un sistema integrato di politiche familiari, orientato a sostenere il benessere della famiglia e soprattutto i propri progetti di vita;
da qui il dovere da parte dello Stato di intervenire con politiche valide ed efficaci, che abbiano un carattere universalistico e tendente alla creazione di una società a misura di famiglia. Occorre uscire dall'equivoco che colloca le politiche familiari solo come lotta alla povertà e al disagio. Il dovere di uno Stato è quello di mettere in campo politiche integrate per il sostegno della famiglia, con l'obiettivo di creare un territorio amico;
ad esempio possono produrre benessere e anche sviluppo economico una buona politica per la casa, le politiche fiscali e tariffarie, la politica turistica e quella dei trasporti. Tutte insieme possono e devono essere orientate verso la famiglia;
si tratta di politiche culturali che, ponendo al centro la famiglia, non necessitano di risorse economiche aggiuntive, ma da sole mirano ad orientare l'azione di tutti gli operatori del territorio verso il benessere della famiglia. Sono dunque misure a costo zero;
tenuto conto che per quanto risulta agli interroganti:
l'esperienza, ad esempio, della Germania a favore della famiglia prevede la messa in campo di una nuova cultura del territorio, dove le parole chiave sono i distretti famiglia (territori in cui gli attori locali, pubblici e privati, decidono volontariamente di mettere al centro della loro attività con promozioni particolari la famiglia), i marchi famiglia (logo che identifica l'organizzazione "amica della famiglia", ristorante, albergo, museo, comune, associazione sportiva), gli standard famiglia (i requisiti che devono essere ottemperati dalle organizzazioni richiedenti per potersi vedere riconosciuto il "marchio famiglia");
la misura più significativa per sostenere realmente la famiglia rimane, tuttavia, l'introduzione del quoziente familiare o del fattore famiglia, considerando ai fini della tassazione, tutti i carichi familiari (dalla scuola dell'infanzia all'università) effettivamente sostenuti, a partire dal numero dei suoi componenti;
la responsabilità pubblica nei confronti della famiglia si integra e si completa con il forte coinvolgimento delle reti di solidarietà familiare e promuovendo le forme di auto-organizzazione sia della famiglia che dei diversi soggetti del Terzo settore (sussidiarietà orizzontale);
va promossa un'autentica sussidiarietà tra pubblico e privato, all'interno della quale le istituzioni sono al servizio della piena realizzazione e affermazione dell'autonomia e della soggettività della famiglia. Gli strumenti da favorire sono sicuramente le associazioni familiari e le consulte famiglia: organismi con cui il pubblico si relaziona per la programmazione, la gestione e anche la valutazione dei servizi;
altro strumento rilevante per una reale politica familiare è quello tariffario sui servizi pubblici. Il costo delle tariffe richiesto agli utenti dei servizi forniti dall'ente pubblico deve essere commisurato alla valutazione delle effettive condizioni economiche, reddituali e patrimoniali delle famiglie e alle sue dimensioni;
nei sistemi tariffari adottati in ambito nazionale, provinciale e comunale, esistono svariate tariffe che agevolano determinate categorie di utenti, ma sono molto rare, invece, le tariffe adottate espressamente a sostegno del nucleo familiare in quanto tale. I sistemi di calcolo delle tariffe di determinati servizi, ad esempio consumi idrici ed energetici, sono impostati in maniera tale da penalizzare i maggiori consumi, per cui, al crescere dei consumi, cresce la tariffa unitaria di riferimento. Ma non viene considerata, in alcun modo, la composizione numerica del nucleo familiare;
esistono poi altri interventi che assumono un'alta rilevanza per il benessere della famiglia. In particolare, la politica abitativa: con interventi volti a favorire il sostegno al canone di affitto e interventi di sostegno all'acquisto della prima casa per i giovani; la politiche di sostegno al reddito in caso di nascita di bambini: dal bonus bebè al sistema di voucher; le politiche di conciliazione famiglia e lavoro: con il potenziamento dei servizi 0-3 anni, la promozione delle tagesmutter e delle forme di lavoro decentrato (telelavoro domiciliare e telelavoro da telecentri);
tenuto, inoltre, conto che:
il 12 maggio 2016, durante lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, su misure a sostegno della famiglia e della natalità, il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha sollecitato al Governo la sperimentazione su scala nazionale dello standard family audit,come d'altronde già dallo stesso sostenuto tramite la pubblicazione di 2 specifici bandi;
il Ministro in indirizzo ha sottolineato i buoni risultati derivanti dalla sperimentazione di tale strumento e, contestualmente, ha ricordato come oggi sia necessaria una revisione complessiva delle misure a favore delle famiglie, sia per migliorarne l'accessibilità sia, in una prospettiva più ampia, per sostenere e favorire la natalità,
si richiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga valide e voglia sostenere le misure suggerite in premessa, al fine di sostenere realmente i nuclei familiari, a cominciare dalla legge di stabilità per il 2017, dando così seguito ad alcune delle indicazioni contenute nell'ultimo documento di economia e finanza;
se, inoltre, il Governo intenda procedere nel processo di diffusione nazionale dello standard family audit, già avviato favorevolmente in questi ultimi 3 anni, coinvolgendo le Regioni, quale primo tassello di un piano d'interventi per consentire la conciliazione famiglia-lavoro.
(4-05859)