• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01391    il 20 maggio 2016 il Parlamento della Turchia ha approvato un emendamento costituzionale che prevede la revoca dell'immunità per i deputati. L'emendamento, proposto dal partito di governo...



Atto Camera

Interpellanza 2-01391presentato daROMANINI Giuseppetesto diMercoledì 8 giugno 2016, seduta n. 634

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   il 20 maggio 2016 il Parlamento della Turchia ha approvato un emendamento costituzionale che prevede la revoca dell'immunità per i deputati. L'emendamento, proposto dal partito di governo Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, è stato approvato anche grazie al sostegno dell'opposizione nazionalista dell'Mhp e di una ventina di deputati del Partito Repubblicano del Popolo kemalista (Chp); i voti a favore, infatti, sono stati 376 su 550 componenti: una maggioranza tale da scongiurare il possibile ricorso al referendum;
   la revoca dell'immunità colpirà, in particolare, almeno 50 dei 59 parlamentari rappresentanti dell'Hdp, il partito filocurdo che nel giugno 2015 è tornato in Parlamento superando la soglia di sbarramento del 10 per cento, che ora rischiano l'arresto con accuse di terrorismo e sostegno al Pkk. Lo stesso presidente turco Erdogan ha più volte auspicato la rimozione dell'immunità per i deputati curdi, accusandoli di essere il braccio politico del Pkk;
   il segretario dell'Hdp, Selahattin Demirtas, ha annunciato la presentazione di un ricorso alla Corte Costituzionale dichiarando che «nessuno dei nostri deputati andrà volontariamente in tribunale. Dovranno venire a prenderci con la forza, perché in Turchia non c’è un potere giudiziario indipendente che possa garantire un giusto processo»;
   nel 1994 l'arresto di alcuni deputati curdi, tra cui Leyla Zana che oggi, dopo 10 anni di prigione in cui si è sempre proclamata innocente è tornata in Parlamento, aveva scatenato un'ondata di violenza nel sud-est del Paese, dove, tra l'altro, dalla scorsa estate è ripreso il conflitto tra l'esercito e il Partito dei lavoratori del Kurdistan dopo l'interruzione di una tregua durata due anni e mezzo;
   la deliberazione del Parlamento turco ha suscitato la ferma reazione politica in particolare della Germania, storicamente terra di forte immigrazione di provenienza turca: per il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, si è trattato di «colpo alla democrazia turca e alla libertà politica», mentre per la segretaria generale dell'Spd, Katarina Barley «il pluralismo democratico in Turchia subirà danni duraturi» e «si tratta unicamente del mantenimento e del consolidamento del potere del presidente Erdogan e dell'Akp»;
   la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel, tramite il suo portavoce, si è detta preoccupata «per l'accresciuta polarizzazione della politica interna in Turchia» e nel corso dell'incontro avuto con il presidente turco Erdogan il 23 maggio 2016 ha ribadito la propria preoccupazione rispetto allo stato della democrazia in Turchia, preludio di un ulteriore accentramento dei poteri in capo al Presidente della Repubblica. A Erdogan, la Cancelliera ha ricordato che «una democrazia compiuta si regge su di un sistema giudiziario indipendente, una stampa indipendente e un Parlamento forte»;
   è impossibile ignorare il fatto che questa iniziativa politica che comprime i diritti parlamentari delle minoranze in Turchia, sia stata approvata a pochi giorni dalla conclusione di un importante accordo con l'Unione europea per la gestione dei flussi migratori, accordo che si basa sul riconoscimento della Turchia come «Paese terzo sicuro» o come «Paese di primo asilo» per quanti arriveranno poi in Grecia –:
   se il Ministro interrogato non intenda farsi promotore, in sede internazionale e soprattutto europea, di un'iniziativa politica finalizzata a favorire la piena affermazione dei diritti costituzionali in Turchia, compreso il ripristino della immunità parlamentare a garanzia del libero esercizio del mandato di rappresentanza per i deputati di ogni parte politica.
(2-01391) «Romanini, Quartapelle Procopio, Marco Di Maio, Borghi, Tidei, Amoddio, Patrizia Maestri, Roberta Agostini, Ciracì, Andrea Maestri, Galperti, Venittelli, Taricco, Albanella, Carella, Prina, Cenni, Tacconi, Gigli, Fossati, Paolo Rossi, Zardini, Giuseppe Guerini, Locatelli, Gandolfi, Donati, D'Incecco».