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Atto a cui si riferisce:
C.1/01310    premesso che:     il grasso estratto dai frutti dalla specie di palma Elaeis guineensis risulta essere l'olio vegetale più importato nel mondo occidentale a fronte del...



Atto Camera

Mozione 1-01310presentato daBUSTO Mirkotesto diMercoledì 22 giugno 2016, seduta n. 640

   La Camera,
   premesso che:
    il grasso estratto dai frutti dalla specie di palma Elaeis guineensis risulta essere l'olio vegetale più importato nel mondo occidentale a fronte del suo ampio e versatile impiego in ambito cosmetico, alimentare, energetico;
    i bassi costi di produzione, l'assenza di sapore e di odore e la grande produttività della palma da cui viene ricavato, risultano essere incentivi per un aumento della sua coltivazione nel Sud-est asiatico (dove ad ora si concentra circa il 90 per cento della produzione), in Africa e nell'America del sud, impattando interi ecosistemi ad alta biodiversità tanto da risultarne seriamente minacciati o completamente distrutti a causa della coltivazione della palma;
    la maggior parte delle piantagioni di palma da olio sono state sviluppate incendiando le foreste con conseguente danno ambientale e climatico. La principale espansione di queste piantagioni continua a dipendere dal drenaggio della torba per rendere possibile la coltivazione, rendendola un potente fattore di moltiplicazione incontrollata di incendi. Le emissioni prodotte da tali incendi e dal degrado della torba hanno reso l'Indonesia il terzo Paese per emissioni di gas serra. Secondo il rapporto congiunto della Banca mondiale e del Governo britannico, il disboscamento indonesiano sarebbe responsabile del rilascio in atmosfera di 2,563 MtCO2e (milioni di tonnellate equivalenti di biossido di carbonio);
    secondo il rapporto Fao sulle foreste del 2015, l'Indonesia ha perduto una media di un milione di ettari annui negli ultimi 25 anni, ossia da quando è esploso il boom della palma da olio (deforestazione media tra il 1990 e il 2015: 1.101.400 ha ogni anno, Global Forest Resources Assessment 2015);
    la riduzione del fenomeno di evapotraspirazione, dovuto alla distruzione della copertura forestale, è causa della variazione del regime pluviometrico a scala sovranazionale, rischiando di compromettere l'andamento della produttività dei suoli agricoli;
    il degrado della torba comporta il fenomeno della subsidenza del suolo, alla velocità media di 5 cm annui, rendendo vaste estensioni di terreno prone a inondazione e portando in circolo suoli solfati acidi che rappresentano una minaccia per l'agricoltura (Hooijer A, R. Vernimmen, M. Visser, N. Mawdsley. 2015b. Flooding Projections from Elevation and Subsidence Models for Oil Palm Plantations in the Rajang Delta Peatlands, Sarawak, Malaysia. Deltares report 1207384);
    le monoculture di palma da olio sono accompagnate da deforestazione, erosione dei suoli, contaminazione delle acque e all'inserimento di specie vegetali e animali alloctone organismi infestanti tanto da essere causa della perdita dell'equilibrio ecologico delle aree interessate;
    i tentativi di certificazione della sostenibilità della filiera con vari marchi, tra i quali il Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), non sono riusciti a ottenere una reale riduzione del tasso di deforestazione, e gli stessi marchi non garantiscono la provenienza del raccolto da piantagioni che non hanno causato deforestazione, ma ne certificano solo la «sostenibilità» a valle della catena produttiva, che va dall'olio estratto alla vendita;
    la perdita delle funzioni eco-sistemiche delle foreste tropicali danneggia irreparabilmente la possibilità di sussistenza delle popolazioni autoctone e indigene, private dell'accesso alla terra e alle risorse naturali, a vantaggio delle monocolture di palma. Secondo il Forum Permanente sulle questioni indigene delle Nazioni Unite, 60 milioni di indigeni nel mondo corrono il rischio di perdere i mezzi di sussistenza e di conseguenza la possibilità di sopravvivenza alimentare a causa dell'espansione delle piantagioni, in violazione dei loro diritti e innescando migrazioni forzate nei territori prescelti;
    va considerata la dichiarazione del 2008 contro l'espansione delle coltivazioni di olio di palma, firmata da circa 300 associazioni in contestazione delle stesse certificazioni di sostenibilità stabilite nei criteri della RSPO, a fronte dello sradicamento dai propri territori o della riduzione in manovalanza a basso costo di un numero crescente di comunità rurali e popolazioni indigene (la cui sopravvivenza è direttamente legata all'uso sostenibile delle foreste), con conseguente perdita della loro identità culturale, autonomia e sovranità alimentare;
    si rilevano la pressione sulle popolazioni indigene e l'appropriazione delle loro terre in palese contrasto con la Convenzione per i popoli indigeni e tribali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO 169), volta a stabilire i diritti delle suddette popolazioni, con particolare attenzione al diritto di proprietà delle terre che da secoli risultano essere funzionali alla loro stessa sussistenza;
    un numero crescente di studi scientifici avvertono sui rischi dell'olio di palma per la salute umana, tra cui: uno studio dell'Organizzazione mondiale della sanità, che dimostra come i principali acidi grassi (come acidi grassi saturi, l'acido miristico e l'acido palmitico) comportino un aumento del livello di colesterolo nel sangue, favorendo malattie cardiovascolari; uno studio del Center for Science in the Public Interest (CSPI), che conferma il fatto che l'olio di palma aumenti i fattori di rischio cardiovascolare, poiché l'acido palmitico è uno dei grassi saturi che più aumenta il rischio di coronaropatie; recenti studi, che dimostrano che l'acido palmitico infiamma le membrane cellulari, induce l'aterosclerosi e ha un ruolo chiave nella produzione di un fattore necrotico che è all'origine di tumori; uno studio dell'American Heart Association che consiglia di limitarne l'uso per le persone che devono ridurre il livello di colesterolo; nonché un recentissimo studio dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare in cui viene denunciato come nell'olio di palma siano contenute tre sostanze tossiche, di cui una genotossica e cancerogena, il glicidiolo, formatesi durante la raffinazione degli oli vegetali;
    la direttiva 2009/28/CE sulla produzione di energia da fonti rinnovabili introduce l'obbligo di utilizzo di biocarburanti; gli olii vegetali sono inoltre incentivati per la produzione di biocarburanti;
    nella comunicazione della Commissione europea del 19 giugno 2010 n. 2010/C 160/02 sull'attuazione pratica del regime dell'Unione europea di sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi è indicato che il termine bioliquido comprenda liquidi viscosi tra cui l'olio di palma;
    la crescita di 6 volte dei biocarburanti dal 2010 al 2014 in Europa è legata principalmente alla crescita dei consumi di olio di palma, con un ammontare di circa 3,5 miliardi di litri di olio di palma bruciati per il trasporto nel solo 2014;
    un recente studio dell'Unione  europea rivela l'impatto climatico della produzione dell'olio di palma tre volte maggiore a quello dei fossili a causa della deforestazione e del drenaggio della torba del Sud-est asiatico, Africa ed America Latina, tanto da spingere la Commissione europea ad una prossima rielaborazione dei criteri di sostenibilità della Renewable Energy Directive (RED) per tutta la bioenergia compresi i bio-carburanti;
    le pressioni parlamentari – si consideri al proposito la mozione 1-00423 a prima firma del senatore Martelli, presentata in Senato in data 3 giugno 2015 – e le pressioni della società civile contro l'olio di palma sono in continuo aumento in tutto il mondo;
    il Governo italiano è firmatario delle seguenti convenzioni internazionali: Convezione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite (CDB) e Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene (UNDRIP), e pertanto si impegna a rispettare tali convezioni, dichiarazioni e standard internazionali nell'attuazione di politiche che tutelino l'ambiente, le comunità locali/autoctone e la diversità bio-culturale,

impegna il Governo:

   ad adottare le iniziative volte a escludere l'energia elettrica prodotta mediante olio di palma dalla categoria delle fonti di energia rinnovabile («fer»);
   intraprendere iniziative volte ad introdurre il divieto dell'utilizzo dell'olio di palma come carburante puro o diluito per qualunque veicolo;
   a intraprendere le iniziative normative volte ad introdurre il divieto dell'utilizzo di olio di palma (in ogni sua forma) per la produzione di energia elettrica (anche in assetto cogenerativo);
   ad assumere iniziative per prevedere un'etichettatura addizionale per i prodotti alimentari che indichi chiaramente la presenza di oli tropicali (di palma o di palmisto o cocco) nelle preparazioni alimentari tesa a specificarne il danno per la salute umana;
   ad intraprendere iniziative normative volte ad introdurre, nel più breve tempo possibile, il divieto della vendita su tutto territorio nazionale e dell'importazione di prodotti contenenti oli tropicali (di palma o palmisto o cocco) a fini alimentari e cosmetici;
   ad intraprendere iniziative volte a stabilire il divieto dell'utilizzo dell'olio di palma o palmisto come ingrediente nelle preparazioni alimentari;
   ad assumere iniziative normative finalizzate alla sostituzione dell'olio di palma con olii che non siano nocivi per la salute umana e per l'ambiente e che incentivino le economie nazionali e i settori agricoli interessati (olio di semi di girasole, olio d'oliva, e altro);
   a mettere in atto le iniziative necessarie per pervenire in tempi brevi alla ratifica della convenzione sui popoli indigeni e tribali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (convenzione ILO 169);
   ad attivarsi, nelle sedi comunitarie, per una moratoria immediata degli incentivi agli agro combustibili e all'agro energia prodotta da mono-colture estensive di palma da olio, nonché per le importazioni di olio di palma.
(1-01310) «Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Micillo, Zolezzi, Vignaroli, Tripiedi, Ciprini, Cominardi, Gagnarli, Paolo Nicolò Romano, Liuzzi, De Lorenzis, Manlio Di Stefano, Sibilia, Spadoni, Grande, Di Battista, Del Grosso, Fraccaro, Scagliusi, Spessotto, Dieni, Fico, Villarosa, Alberti, Dall'Osso, Sorial, Marzana, Massimiliano Bernini, Brugnerotto, Crippa, Vallascas, Nesci, Parentela, Caso, Grillo».