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Atto a cui si riferisce:
C.1/01307    premesso che:     sono noti i problemi connessi all'organizzazione dell'amministrazione della cultura in Italia: in particolare il settore dei servizi gestionali,...



Atto Camera

Mozione 1-01307presentato daSECCO Dinotesto diMartedì 21 giugno 2016, seduta n. 639

   La Camera,
   premesso che:
    sono noti i problemi connessi all'organizzazione dell'amministrazione della cultura in Italia: in particolare il settore dei servizi gestionali, amministrativi e culturali nei principali complessi museali vive da troppi anni una situazione di blocco;
    la gestione di molti monumenti e musei del nostro Paese opera infatti in regime di proroga, in evidente contrasto con quanto stabilito in materia, sia con riferimento alla normativa comunitaria, sia a quella nazionale;
    la stessa Autorità anticorruzione ha avuto modo, recentemente, di interpretare le «proroghe tecniche» dei contratti di appalto come un «ammortizzatore pluriennale di inefficienze» dovuto alla mancanza di una corretta programmazione delle acquisizioni di beni e servizi, affermando che l'uso improprio delle proroghe può assumere profili di illegittimità e di danno erariale, allorquando le amministrazioni interessate non dimostrino di aver attivato tutti quegli strumenti organizzativi-amministrativi necessari ad evitare il generale e tassativo divieto di proroga dei contratti in corso e le correlate distorsioni del mercato;
    per quanto riguarda gli istituti culturali operanti sul territorio, è necessario implementare gli strumenti amministrativi e normativi atti a favorire il coinvolgimento di attività e capitali privati nella gestione del patrimonio culturale, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Si tratta di un obiettivo fondamentale a fronte della riduzione degli investimenti pubblici nel settore della cultura determinata dalla crisi economico-finanziaria;
    a tal proposito, bisogna rilevare che è ancora troppo poco quanto previsto dal nuovo codice degli appalti approvato nel mese di aprile 2016, che semplifica le procedure per le sponsorizzazioni in favore del patrimonio culturale, che ora avverranno a seguito di una nuova e trasparente procedura di segnalazione sui siti web. Sebbene si tratti di un passo verso incentivazione di un sostegno privato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio italiano; la partecipazione dei privati appare infatti ancora ostacolata, innanzi tutto, dalla scarsa chiarezza della disciplina degli appalti di lavori sui beni culturali, che risulta frammentata tra il codice dei contratti pubblici, il codice dei beni culturali e del paesaggio e il testo unico degli enti locali;
    oltre ad un'esigenza di semplificazione e coordinamento, in questo ambito si avverte la necessità di una normativa che dia effettivo rilievo alle peculiarità del settore della cultura, consentendo una maggiore flessibilità all'amministrazione. Appare inoltre auspicabile un chiarimento in ordine alle norme applicabili alle concessioni di servizi utilizzate per la gestione indiretta dei beni culturali, specialmente in relazione ai casi di gestione integrata di servizi per il pubblico e strumentali e alle modalità di scelta del concessionario;
    la percezione di una diffusa aspettativa di miglioramento della qualità dei bandi pubblici di acquisto/concessione di servizi culturali è degna di attenzione in particolare per due motivi; la consistenza e continuità del flusso dei bandi di servizi per i beni culturali; la platea numerosa e articolata, dei soggetti pubblici committenti che animano questo mercato. In altri termini, la domanda aggregata di valorizzazione dei beni culturali è di tutta importanza sia per lo sviluppo del territorio, sia per l'innovazione tecnologica e organizzativa del sistema, sia per la promozione e diffusione della cultura;
    il tema della gestione dei beni culturali si incrocia poi necessariamente con quello, più generale, del turismo, a maggior ragione in relazione alle competenze attribuite allo stesso Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nel medesimo settore; i beni culturali – un elemento di estremo rilievo per la crescita della cultura e della qualità della vita dei cittadini – possono favorire lo sviluppo di alcune iniziative economiche sul territorio; un'adeguata valorizzazione dei beni culturali potrebbe infatti rappresentare un volano per lo sviluppo dell'industria turistica, della ristorazione, dell'intrattenimento e dell'informatica oltre che della industria culturale in senso stretto,

impegna il Governo:

   ad accelerare e concludere quanto prima le procedure di gara per la gestione dei servizi aggiuntivi e dei servizi culturali che attualmente operano in regime di proroga;
   a promuovere ogni opportuna iniziativa volta ad un maggiore livello di integrazione tra la gestione dei servizi legati ai beni culturali e le società/enti di promozione turistica sul territorio, al fine di rendere maggiormente fruibile l'offerta culturale, in un'ottica di implementazione e sviluppo del turismo nel Paese, incidendo a tal proposito anche sulle procedure di gara per la gestione dei servizi aggiuntivi, e, in particolare, dei servizi culturali presso monumenti e musei italiani, garantendo così una più stretta connessione tra appalti di servizi ed enti che hanno una specializzazione più turistica;
   ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a rafforzare la connessione del turismo con le attività culturali, avviando in particolare un coordinamento interistituzionale sia con le regioni, sia con le amministrazioni interessate, per consentire la programmazione e l'implementazione di un piano di sviluppo del turismo, facendo leva sull'efficacia e la qualità dei servizi legati alla gestione dei beni culturali;
   ad assicurare che le procedure di gara per l'affidamento dei servizi aggiuntivi per la gestione dei beni culturali siano effettuate garantendo la massima trasparenza, nonché tempi certi e prestabiliti per tutto ciò che riguarda lo svolgimento e la chiusura delle stesse;
   a provvedere, nell'ambito dell'affidamento dei servizi aggiuntivi dei beni culturali, ad una limitazione del ricorso ad affidamenti in house a soggetti pubblici, salvaguardando i principi di specializzazione, qualità ed economicità delle prestazioni rese;
   a favorire ogni iniziativa volta ad implementare gli strumenti amministrativi e normativi atti a favorire il coinvolgimento di attività e capitali privati nella gestione del patrimonio culturale;
   a rispondere, attraverso specifiche iniziative, all'esigenza di semplificazione e coordinamento della normativa, in particolare in ordine alle norme applicabili alle concessioni di servizi utilizzate per la gestione indiretta dei beni culturali, offrendo effettivo rilievo alle peculiarità del settore della cultura.
(1-01307) «Secco, Occhiuto».